assommati a quel[i assegnati al movimento di .Corbino, dànno ·un complesso di 40 voti che sfuggono ad una precisa qualificazione politica. Il fine perseguito da questi elettori sembra consistere in una protesta contro le forze governative, espressa attraverso un'adesione a gruppi di sinistra, perlon1eno in apparenza, indipendenti. In questo senso il giuoco comunista delle liste di disturbo può ritenersi meno fine di quanto non sembri in superficie, poichè mette in luce una corrente di democrazià laica recuperabile da parte di un sa1no partito sociatista. Il lieve scarto di voti registrato dai socialco1nunisti fra il 1952 ed il 1953 nelle sezioni studiate può essere addebitato proprio all'alternativa che si proponeva a persone orientate a sinistra, ma non proprio e non sempre disposte a votare i comunisti. In definitiva, il fenomeno comunista nel rione non ha mai assunto proporzioni preoccupanti: se si considera che circa una quarantina di voti provengono dalla comunità dei grottico[i di via della f errate1la, si deve ammettere che l'elettorato rionale è chiaramente anticomunista. La azione del P.C.I. si è sempre tenuta al di fuori dell'ambiente locale, refrattario a simili influenze: !la propaganda, i sistemì di informazione soliti non sono stati usati. Non esiste neppure il caso «snob>> de'll'intellettuale comunista: un quartiere medio-borghese di compatta informazione montale sfugge a codeste insidie. I partiti di centro conservano ancora una maggioranza di più del 55% per merito quasi esclusivo della D. C. I partiti minori non hanno sèguito ed agiscono, i1noltre, come se non desiderassero averlo. La destra, da un canto, è nella propaganda elettorale la più attiva: se si vuole, essa dispone di elettori che vengono qualificati proprio da[la stessa mancanza di indirizzo politico; ma quell'elettorato, di facile suggestione, viene di continuo risospinto verso i motivi più ovvii della patria retorica. La sinistra, dall'altro ca,nto, ha un'organizzazione ferrea che capil[armente penetra nella classe piccolo borghese, alla ricerca del suffragio fluttuante, della volontà incerta. Il corpo elettorale più scontroso e difficile è quello favorevole ai partiti laici della coalizione del '53: ne è prova il comportamento dell'elettorato liberale (i fedeli del P.R.I. sono una minoranza che si assottiglia; i simpatizzanti del P.S.D.I. sono incostanti). La conquista di u,n voto da parte dei partiti laici rappresenta, in ogni caso, uno sforzo di perst1asione ed un atto di pazienza; ciò non toglie che questa fatica Bibloteca Gino Bianco
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