Nord e Sud - anno II - n. 3 - febbraio 1955

zando. L'esperienza fascista aveva dato a tutti una nausea prematura nei confronti del4'ambiente politico: gli obblighi, ai quali quella partecipazione era stata legata, ~rano riusciti insopportabili alla maggioranza. L'orgoglio giovanile legato al:le manifestazioni belliche o pre-bel[iche si era esaurito nell'orrore della guerra. I giovani si estraniarono dal dlima di quel tempo. La morale delle loro famiglie era eroica: per la borghesia correvano tempi grami e nel marasma morale provocato dall'occupazione al1 leata la riprovazione e il disprezzo, accompagnandosi al~a miseria, rendevano l'ambiente particolarmente restio a prendere posizio11e politicamente, a compro,mettersi in un mondo così critico dopo «tanto>> ordine. Le esperienze di quegli anni furono troppo crudeli e così mortificanti per gli individui che le accettarono fin da[ principio nel loro brutale valore, per non indurre i migliori a:ll'isolamento ed i peggiori alle malefatte. Alcuni si diedero a commerciare con gli Alleati: barattarono i propri e gli altrui beni, tragicamente perirono in circostanze che iasciarono amareggiati i vecchi compagni. Altri portavano con sè strane fisime, che, malgrado la loro intelligenza, non riuscivano ad eliminare. Un gruppo di giovani, discretamente letterati e benestanti, ad esempio, usava stivare in una cantina la merce che riusciva loro di sottrarre all'attenzione dei commessi dei grandi magazzini: essi eseguivano delle vere e proprie spedizioni e cons11mavano i loro furtarelli con gioia, nella quale si rifletteva, soddisfatta, un'immagine malsana della letteratura del nostro tempo. Altri giovani si dedicarono a[le arti con un furore sproporzionato ai reali interessi che avevano in serb·o: si rifugiavano in un mondo di evasio11e,.per un bisogno, che avvertivano, di [asciare fra sè e la realtà la maggiore distanza possibile. Un paio di giovani pensarono di approfittare di questa predisposizione comune verso le regioni più morbose dello spirito per specularci sopra, ed organizzarono un cenacolo. L'idea ebbe molti proselliti: piccoli impiegati che tenevano nascosti nel cassetto di ufficio i loro parti poetici; ragazze presto intristite ed ammalate di malinconia; dongiova,nni in cerca di esperienze profonde. Le riunioni finivano in grandi balli al buio, al suono di un rauco disco jazz. · Pochi giovani, insomma, trovarono da soli la porta dei partiti : anzi quasi nessuno. Il disordine di quel tempo turbava l'animo dei più anziani, nauseava i più giovani. Non si riusciva a capire dopo tanta uniBibloteca Gino Bianco

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