assestamento del mercato agricolo, sulla base di produzioni specializzate e di correnti ben definite di traffico. Naturalmente, una soluzione del genere dovrebbe venir coordinata con l'intero sistema dei pagamenti fra i vari paesi dell'Organizzazione; e allora, anche per questo verso, si tornerebbe, a riconsiderare l'opportunità -di un inserimento della nuova Organizzazione nell'OECE, sede naturale e specializzata per la trattazione e la soluzione dei problemi di cooperazione economica europea; tanto più che, attraverso la maggiore vivacità degli scambi agricoli, ne risulterebbero positivamente influenzati gli altri scambi. Forse, così, la soluzione di talune questio11i istituzionali, ancora tanto discusse, sarebbe avvertita con minore urgenza. Il sistem~ svizzero, cui si è accennato come ad una alternativa possibile rispetto al metodo della quota preferenziale, è basato: a) su una tempestiva e complet4 valutazione della domanda di prodotti agricoli sul mercato nazionale e della relativa offerta; b) sulla libera importazione delle quote necessarie ad assicurare la_copertura, cioè il soddisfacimento della domanda dei consumatori; e) sul successivo blocco di qualsiasi importazione eccedentaria. J...,arelativa flessibilità ed i vantaggi di tale sistema sono anch'essi evidenti; esso garantisce, infatti, con una bilanciata partecipazione del prodotto straniero alltapprovvigionamento del mercato nazionale, una efficace tutela dei produttori locali. Più sacrificati sembrano essere invece i consumatori, i quali sono costretti a subire un sistema rigido di prezzi, basato sui costi della produzione protetta, che la difficile formazione di scorte rende ancora meno suscettibile di oscillazioni. Il sistema svizzero, oltre a queste considerazioni, la cui validità viene peraltro a cadere quando il fine generale perseguito sia un alto coefficiente di protezione per i produttori locali, urta, infine, contro due altre obbiezioni fondamenta-Ii : la prima riguarda la ristrettezz·a del mercato svizzero che, per le sue dimensioni, consente facili e comodi accertamenti della domanda e dell'offerta, mentre, per paesi più grandi e di altra mentalità, questi sarebbero senza dubbio assai difficoltosi; l'altra riguarda lo scarso incentivo a comprimere i costi che tale sistema costituisce per i produttori locali. L'importazione, dato il momento in cui àvviene, non influisce infatti sulla formazione dei prezzi interni - e questo assicura una comoda protezione agli agricoltori - ma smorza, altresì, ogni impulso verso una migliore organizzazione del mercato. Infine, l'agricoltore degli altri paesi dell'area verde non troverebbe, nel sistema sv~zzero, se generalizzato, alcuna garanzia di assorbimento della sua produzione eccedentaria. Tuttavia, potrebbe anche sembrare opportuno, per vincere le resistenze di taluni pae_si, decisamente contrari all'impegno di acquistare quote determinate presso i produttori dell'Organizzazione, accogliere, in una prima fase - certa- _mente la più delicata della formazione del mercato agricolo comt1ne - il sistema svizzero, con l'impegno peraltro di passare, dopo un certo tempo, al sistema della quota preferenziale e, da questa, a forme ancor più libere di mercato. Bibloteca Gino Bianco
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