PAOLO ALATRI: Lotte politiche in Sicilia sotto il governo della Destra ( 1866-74), Einaudi, Torino, 1954, pp. 676. Gran fervore di studi, in questo dopoguerra, intorno alla storia della Si~ilia 11egli ultimi due secoli. A suscitare quet'interesse han certo potuto contribuire taluni aspetti e caratteri propri di quella storia: l'intensità della vita politica, con le sue battaglie per le libertà parlamentari, i suoi sforzi di indipendenza, le replicate e violente insurrezioni, che danno alle vicende dell'isola una ricchezza di motivi e a volte un'altezza •di tono quasi da grande Stato; · la compattezza della cl~sse dirigente, che risalta particolarmente nel confronto con la disgregazione e l'atonia· politica di gran parte dei ceti ,dominanti nel Mezzogiorno continentale; i netti e violenti contrasti dell'assetto sociale, caratterizzato da un lato da un ceto di grandi proprietari terrieri il cui .dominio risente ancora largamente di tradizioni e modi feudali, e dall'altro da un enorme e misero contadiname. Ma tutto ciò non basterebbe a spiegare l'intensifi~ cato interesse determinatosi in questi anni, dopo che fino alla guerra l'isola era ,rimasta al margine dei più significativi dibattiti della storiografia risorgimentale. Invece, sono stati proprio la guerra e il dopoguerra, con la grave crisi del1'assetto politico generale dello Stato, pre- ·sentatasi in Sicilia nella forma particolarRECENSIONI mente acuta del ridestato separatismo, che hanno provocato una più inten'Sa meditazione sulle deficienze e i limiti della soluzione unitaria del 1860: e nel quadro di questa meditazio,ne ha assunto un posto di gran rilievo proprio la Sicilia, nelle cui vicende è sembrato che, appunto per la più compatta resistenza da essa opposta al prccesso di unificazione, più chiaramente si svelassero i limiti e le deficienze di cui s.i diceva. Non è dunque un caso che tutto ciò che di meglio si è soritto in proposito in questi anni possa direttamente ricondursi a correnti e atteggiamenti di ispirazione « revisionista » : siano essi quelli derivanti ,dalla tradizione democratica e radicale dei Gobetti e dei Dorso, ormai avviati però, att,raverso l'assorbimento delle più mature esperienze della storiografia idealistica, alla risoluzione ,delle proprie iniziali istanze polemiche sul piano della comprensione e del giudizio storico (cfr. in proposito le importanti osservazioni di W. MATURI, in Rivista Storica Italiana, LXV [ 1953], p. 478); siano invece quelli di ispirazione marxista, orientati, sulle tracce del Gramsci, verso una critica integrale, e spesso acriticamente negativa., di tutto quanto il proçesso di unificazione, e a volte addirittura del Risorgimento nel suo pieno e comples·so significato. All'impostazione marxista si ispira dichiaratamente anche questo nuovo libro [123] . Bibloteca Gino Bianco o
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