Intellettuali e contadin·i di Giovanni Giarrizzo L'INTELLETTUALE di « sinistra » occupa un posto a parte nel quadro della cosiddetta cu tura militante in Italia: tipo morale abbastanza ben definito, storicista ma non troppo, moralista con un'intenzione, invertita, di machiavellismo, soprattutto pronto - nel più teso conflitto della sua coscienza - alla abdicazione « sociale >>s,olo che se ne solletichi la vanità magnifica11do estensione e profondità del sacrificio (1 ). Di solito destituito di inteilligenza politica, non se ,ne rammarica, nella rasserenata convinzione che ta:e disinteresse sia garenzia di purezza scientifica e di obiettività. La sola notizia di cu1 è vago, è l'inarrestabile avanzata delle forze popolari .. che finiranno con l'assorbire anche lui, attribuendogli « obiet;ivamente >> una dignità di cittadino del nuovo mondo socialista che « soggettivamente >> egli, i,ntelllettuale e borghese, sente di non poter meritare. Giacchè - ed è forse la cosa psicologicamente più singolare - l'intellettuale « di sinistra>> è domjnato, in questa macerante angoscia di abdicatore, da una terribile maledizione, quella di non potersi spogliare del1a sua natura di intellettuale, di chi nellla cristiana discriminazione di anima e corpo ha eretto la difesa privilegiata, ancestralmente privilegiata, della parte più aJta, lo spirito -- una professione e una qualifica cioè accettate in definitiva come tri- ( 1 ) Si veda per ciò soprattutto la tesi dell'imbarbarimento culturale come stadio fatale e necessario del trapasso ,da una cultura borghese a una cultura socialista; è una ide:i - ricordava C. LuPoR1N1 (Società, VI, 1950, p. 98), ritrovandone la prima testimonianza nel Diario di un borghese di R. BIANCHIBANDINELLI- che « circola ancora fra alcuni intellettuali •di sinistra, ed ha un par.ticolare sapore romantico di accettazione eroica di un sacrificio prossimo, in vista di un più vasto bene tuturo ». Bibloteca Gino Bianco
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