Noi Giovani - n. 3 - marzo 1917

NOI GIOVANI glìe del minatore portò l<aisa nella sua stanza per assisterla cosicchè )lichcJe, lasciando Giorgio, col padre, tornò alla casa distrutta per vedere se riu– sciva a trova 1 ·e qualcosa che potesse essere utile, che non fosse stata distrutta dal1a piena. Trovò la tavola e la panca quasi intatte, ma la stufa di coccio ·giaceva. in pezzi sul pavimento. Attra– verso al soffitto della cameretta di Kaisa si scor– geva il ciclo sereno e in mezzo alla stanza c'era una p')zzanghcra d'acqua in cui navigava una stampa che era stata tanto amata <lalla picr,ola muta e che essa aveva attaccata al muro, l;nico orr>amento dclb capanna. Michele cercù di trarla h101 i dall'acqua, 1na ormai era tutta scolorita e sciupata e :Michele provù, frn tante ,;venture, una stretta al cuore nel pensare al dolore della sorella per questa piccola perdita. Tutta,~a riusci a salvare diversi rndementi e qualche mobile, e passò tt~tta la sera tacendoli asciu~are al sole ,. rimettendoli poi al posto nel modo più. conve– niente possihile. Quando Kosluth tornò dalle ?\'liniere si mise al lav~ro insieme ai due ragazzi per riparare il tdto ; b ovaropo pure una vecchia stufa che, arcomodata, servì a riscaldare un po' la capanna e a difenderli dal fredde notturno, in– t~nso anche d'estate in quei paesi. A notte Mi– chele aveva già tcrmin~to il suo lavoro, aveva accomodato affettuosan1ente il letto del padre e aveva veduto la./piccola Kaisa addormentarsi tranquillamente fra i bimbi del buon minatore. Allora consumò col fratello un pasto frugale e si consigliò con lui sul da farsi. ì\lichele cominciò la discussione colla serietà e c:olla preveggenza di un piccolo consigliere di Stato. - Giorgio - disse - ho biSOgno di parlarti : stammi bene attento e poi dimmi la tua opinione. . .ll fratello minore alzò i grandi occhi azzurri e / disse gravemente: - Sl, Michele lo farò ; solamente bisogna parlare sÒttovocc per via del babbo. • - Dorme ora, povero babbo - di~se l'altro tristemente. - Ma lo sai Giorgio che disgrazia tremenda è stata questa ? forse egli ,,on gua– rirà mai bene e non potrà più guadagnare un soldo. Il ragazzo sembrò spaventato: - Fratello; come faremo a vivere se il babbo non può più lavorare? - Bisogna che lavoriamo noi per lui, Giorgio. ed è appunto questo di cui ti volevo parlare, Tu hai solo due anni meno di me, e, benchè tu non sia molto forte, sei intelligente e perciò mi puoi ben.e aiutare a pensare, caro Giorgio. :Michele ·1.:onosceva il benefico effetto di W1a lode fraterna. TI volto pallido del fratello si rav– vivò e la sua natura indolente fu eccitata da quelle parole d'incoraggiamento. Poi esclamò ansifJsa– mente: -Ebbene, Mid1ele, cosa possiamo fare? - Sai bene che il babbO guadagnava un fiorino e mezzo la settimana lavorando otto ore al giorno -disse Michele. -Io lavo10 quattro ore al gicwno ' e guadagno mezzo fwrino, ma questo non ci ba– sterà davvero per un'intera settimanrt. Ora, benchè non possa la ~orare quanto un uomo, sono molto forte per la mia età, e credo che se andassi dai Bergamt, e raccontassi loro la nostra disgrazia mi lascerebbero Javora~:c otto ore al giorno pa– paganclomi un fiorino la settimana. E qui bisogna che interrompiamo un momento il discorso di ~·liclwlr pe1 spiegare che il Bergamt è una specie di con~iglio composto dei principali ufficiali delle miniere. chr si unisce periodicamente per discutere intorno a tutti gli affari delle mi– niere, alle paghe dei minatod ecc. ecc. Tutte le decisioni del 13ergrimt sono soggette alla volont~ del direttore delle miniere che generalmente è ricco e nobile e che vive nei p1essi delle miniere. Giorgio spalancò gli occhi ancor più al1' ndirc l'ardita JXOposta drl fratdlo. Parlare davanti al Bergamt gli pareva una cosa spaventosa. - Come esclamò -- arò.imi tu davvero, Michele, parlare davanti a quei grandi signori, e credi che dara.mo ascolto a w1 povero raga'1-zo come te ? - Non so perchè mi dqvrei vergognare d_i cs- -;erc semplicemente un povero rag.izzo ; è già un anno che lavoro accanitamente nelle miniere, e nessuno può dire che non sono onesto, poichè non ho 111aicono;umato inutilmente nè olio nè dina– mite, mentrr gli altri minatori ne rubano un tanto la settimana. Non mi vergogno affatto di me stesso, Giorgio. - F )lichele alzò orgogliosamente la testa, gettando indietro i lunghi riccioli b_iondi. - - Ebbene, )licbele, m' immagino che vorrai andare a tutti i costi. Quando è che si riunisce il Bergamt? - Domani, e se mi lasciano cominciare a la:– vcrare la settimana prossima, e se riesco a gua– dagnare. un fiorino, c.. . - E io non potrò far niente fratello? - intcuuppc Giorgio. - Ho la.vorato SCi mesi nelle miniere prima di amma– le.rmi, e sebbene il babbo dopo non mi abbia più permesso di ritornarvi ora sono guaritissimo e potrei lavorare quattro ore guadagnando mezzo fiorino. Sono tanto timido e mi spavento così facilmente ; se no verrei anch' io con te al Ber– garnt, ma ... - B·ravo ragazzo - gridò allora ~i"i– chele incoraggiandolo - fra poco sarai più. co-

RkJQdWJsaXNoZXIy