Noi Giovani - n. 2 - febbraio 1917

4 NOI GIOVANI I LIBRI E I GIOVANI Le letture, per buone o çattive Che esse siano, esercitano sempre una grande influenza suJ no– stro animo. Ed è importantissimo che ciascuno di noi sap– pia trovare e scegliere quei libri che più parti– colarmente gli sono adatti. Quanti mai non ne son stati scritti ? Ve ne sono di tutti i generi, di tutte le specie; per un bambino avete i libri riccamente illustrati a colori; per il vecchio gottoso avete i romanzetti di facile digestione; per l'uomo serio avete libri seri, per l'uomo leggero, libri leggeri. Il difficile pe1 noi giovani sta nel dividere in gruppi tutta questa caterva di diversi volumi e di scegliere quelli a noi più particolarmente adatti. 11 De Amicis in « Pagine sparse )1 ci dice che la biblioteca è « tma farmacia morale». Vi sono - egli dice - gli scompartimenti per j giorni foschi, quelli per i giorni sereni. que1li per i giorni cli fiaccona )). E noi ci troviamo come in una piazza, da cui si partono diverse strade. Quale scegliere ? Diamo un'occhiata all'una, sbirciamo la seconda. osser– viamo la terza .... La più comoda sarebbe d' ii10l– trard nella prima, poi, a tempo opportuno, svol– tare nella seconda, e così via. ~la ciò non è possi– bile. Ciascuna di quelle strade ha la sua direzione n~tt~.• precisa, definita. Allora, coscienzio':1<1.mente, noi dovremmo domandarci. << Qual'è la migJiorc? )) Invece, per solito, ci facci:11no un'altra do– manda: 11 In quale ci divertiremo di più, qual' è la più corta? • Trovatala, c'inoltriamo risoluta– mente in quella. La via corta, la via facile, la via divertente è costituita da quel genere di libri che, interessando la mente del lettore, con avventure straordinarie, con fatti sbalorditivi lo avvincono e lo incatenano: ma quando, finito di leggere il libro, lo si chiude e ci si chiede: (t Ebbene ? Cosa m'ha insegnato ? In che cosa mi ha giovato ? ,1 siamo costretti a confessarci che non ci hanno appreso niente di nuovo ; sono in fondo libri che, spogliati della loro veste che attira, non significano nulla, e, in fondo, sono tutti uguali. Un enorme numero di 1ibri di avventure è stato scritto e si scrive tuttora. Vi sono quelli tipo Ver– nc che, oltre alle invenzioni avventurose e alle misteriose trovate, uniscono anche una grande ed estesa cognizione scientifica ; e, non si può negarlo, questi libri possono essere utilissimi, ma, poichè il lettore abbia raggiunto una certa età, essi debbono per forza lasciare il campo ai 1ibri scientifici propriamente detti. lrnche Salgari ha seritto molti libri di a vven– ture, pieni d'intricate immaginazioni, di paurose avventure, di misteri sanguinosi, di figure terri– bili : e questi son libri che potranno forse servire a sviluppare la mente. e l' imaginazìone del ra– gazzetto, ma per noi giovani essi non presentano alcuna utilità ; oppure impressionano malamente l' animo sensibile del lettore. A questi libri del Salgari, si avvicinano molto le storie poliziesche, i racconti di briganti e consimili. E non si può negare che alcuni di essi, come gli 1< Sherlok Holmes i, di Conan Doyle, servono mol– tissimo per formare e sviluppare nel giovane uno spirito cl' iniziativa, di osservazione e d'audacia che può, in ::.eguito, essergli utilissimo. Ma siccome facilissima è l'arte cl' inventare scene drammatiche, di combinare intrecci avvi– luppati, cli presentare racconti sanguinari, così, anche in questo genere, moltissimo si è scritto; ma poco, troppo poco si è tenuto conto dello stile e, quasi anche, de1la grammatica. Per cui, avvinti e infiammati dalle strabilianti e audaci avventure di un poliziotto o di un ban– dito qualsiasi, noi ci abituiamo, poco a poco, a quello stile falso, antipatico. Tanto più che siccome la Francia ~opratutto ha coltivato questo genere, circolano in Italia, traduzioni di queste opere francesi, molte delle qnali sono mal fatte, aborraccia te e quindi sgram– rnaticate, piene di barbarismi e francesismi. Ed ora è facile capire che chi è abituato a quello stile, non potrà mai più apprezzare lo stile piano e maestoso dei grandi scrittori. Non è possibile che un giovane che non Jeggc altro che bestiali tra– duzioni di 1( Fantomas i, di Ponson du Terrail o Lcblanc, possa poi gustare le bellezr.c dei 1< Pro– messi Spos; ~ o di una commedia del Goldoni. Vi direbbero che I' intrecc=o è bambinesco, che le descrizioni vengono a noia, che sono, infine, libri monotoni. Salto a piè pari poi quel genere di libri diciamo così.. .. poco puliti i quali, per fortuna, non hanno trovato quella diffusione che avrebbero sperato; per cui pochi, si può dire, sono i gio,·ani usi a leggere quel genere di libri. E inu_ttle anche mi sembra mostrare le disa– strose conseguenze derivanti da quelle letture. Noi giovani, per concludere, abbiamo bisogno di libri seri e nello stesso tempo dilettevoli; ma tali che lascino in noi i germi deHe buone idee e dei buoni propositi e che educhino le nostre menti

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