• ...-..- M A T T E O T T I -------------------------------------- prefetto cli Girgenti e d 'altr<' provinde, r venuto ad ispezionare Lampedusa e i suoi servizi! Quali fossero questi servizi, non lo so. Si mancava d'acqua. di luce, di strade ... Ed eg-li continuò dicendo qual sacrif:cio era stato per lui, vecchio, quel viaggio nelle lontane Sicilie, a borclo cl 'una nave da guer· ra picC'ola ccl incomoda, ma egli airg-iungeya que tutto ciò era suo dovere. Noi stessi eravamo dei bambini per il governo fascista, dei bambini "degenerati", ma dei bambini. Bisognava dunque interessarsi di noi. - Voi - disse ad un ce1-to momento - voi siete tutti dei pazzi; si vede b:missimo dal vostro viso. Ho intenso qualcuno risnon· dere alle mie domande: '' Sono socialista. Sono repubblicano. Sono democratico''. Cosa vogliono dire tutte queste <'tichrttei Pazzie! Crescete prima, diventate ùegli uomini, pensate a lav~)l'are e poi, quando ne avrete il tempo occupatevi delle idee. Og!{i non si deve avere che una idea: la disciplina del duce che rappresenta la patria, la nazione! Noi non vi temiamo. Vi teniamo qui, in "villeggiatura" perchè Yi emendiate. E lo farete, lo spero. Io sono ,·ecchio, ho visto molte battaglie e ne vedrò ancora. Non sono cattivo e per provarvelo, immaginatevi un po'! mando un saluto alle ,·ostre famiglie lontane che '' per colpa vostra'' soffrono tanto. E questo saluto lo mando anche alla nazione, ora tutta fascista e diretta dalla mano di ferro del duce e vi inYito a gridare tutti con me: "Viva l'Italia". Nessuno di 110i si associò a questo grido, che si alzò solamente dal petto dei funzio· nari presenti. Era dunque l'Italia del Duce, l'Italia di questo prefetto senza cervello, l'Italia dei 11ostri carcerieri che noi dove· ,·amo acclamare~ Maggiotto si oscurò v:!dendoci restare estranei a questa acclamazione. Contava egli nel potere persuasivo della sua eloquenza~ Non lo so. Ricordo che disse in appresso: - Sta bene! Quelli che an:111110 gridato con me saranno salvati (nessuno di 11oi aveva gridato) gli altri sono persi per sempre. Ricordate que la milizia ccl i carabinieri hanno l 'ordinc cli tenere i fucilli caricati in permanenza. Al minimo movimento vo· stro . . . fuoco ! Poi rivolgendosi alle autorità: - Ora aneliamo a vedere quelli cli sotto. Quelli di sotto erano i detenuti 11011politici, i condannati per reato comune. Li fece riunire e fece loro un discorso ancora più strambo di quello indirizzato a noi. Li trattò cli ladri, di briganti, tl 'assa:.· sini; raccomandò loro cli "domandare al· meno il permesso prima cli rubare''. Minac· ciò questi disgraziati cli pene tenibili e li lasciò stupefatti e scontenti. )fa che scopo aveva questo uomo parlando così~ Nelle poche ore che Maggiotto rimase nell'isola riusci a dare numerose prove del suo stato mentale. Montato sobrc un asino, si dir:isse verso il piccolo cimitero per visitarlo. Cosa ci fosse cl'interessante per un prefetto del regno in un cimitero come quel• lo là, lo ignoro. Al galoppo sul suo asino, Mu.g-giotto percorse le strade. Le autorità :mcora in gruppi, s~guinrno :i piedi e r1i corsa questo pazzo, maledicendolo certamente nel fom1o del loro cuore. Davanti alla caserma cl~lla milizia, la sentinella presentò le armi. Il prefetto fermò cli colpo la sua cavalcatura e disse: - Sentinella! Chi hai salutato t Io o 1 'a· sino'? - e riprese la corsa ... Un po' più tardi, essendo nncìato a v:sitare la scuola nrimnria, la marstra fece cantare agli scolari ''Giovinezza'' in onore dell'illustre ospite, ma dopo le prime battute, Maggiotto interruppe il canto gridando: - Basta, questi mocciosi cantano orribilmente! E voi signora non siete buona a niente! E si mise, lui stesso, a intonare l'inno battendo il tempo. Andandosene stese la mano alla maestra dicendole: - Quale onore per voi, 11011è Yeroi Strin· g-ere la mano ad un prefetto del regno! Avrete mai sperata una cosa similei Egli sgridò tutti, commissario, podestà segretario del fascio, ufficiali, imnieg-ati. Li trattò tutti cli buoni a niente e cli eliso· 11esti e disse al podestà indicandogli le strade del villaggio pie1ie di pietre: - E<l il denaro che il governo vi manda, dove lo mrttctei Perchè le strade sono mal tenuter Siete se11za dubbio voi che mangiate il cle11aro? Alla sua partenza ebhimo un 'altra f'ce11a. U11a delegazione cl' abitanti gli offri in omaggio un magnifico campi011e dcli 'in· dustria locale: una spugna gigantesca, bianchissima, sopra un bel scrigno. Ma il prefetto 11011la riceYette con piacere. - Per clii mi prendete i Vi credete che faccia il lavatore cli vetturei Finalmente montò a bordo. Tutti i cli· sgraziati che aveva assorditi colle sue grida, colle sue vltuperazioni durante quelle ore, erano là a11'imbarcaclero, col braccio teso per salutarlo alla romana ed alla fascista. Fra di loro vi era pure il panoco. Allora Maggiotto sporgendosi dal parapetto della nave e indicandolo: -Ah! - gridò - per lo mc•no hai impa• 1ato a salutare, sacramwto cl'un prete! E questo fu l'ultimo saluto del signor prefetto ai suoi amm :nistrati, in un 'isola dove i deportati avevano passato tanti giorni orribili. F. F. NITTI.
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