FRANCESCO FAUS10 NI1TI (1 ) UN FUNZIONARIO DEL REGIME U mattino di febbraio, verso le nove, un amico ci avvisò che una nave da guerra si avvicinava al1 'isola. Noi corremmo in alto, sulle rocce, per osservare e potemmo scorgere una torpediniera che ingrandiva a vista d'occhio. Poco dopo entrava nel porto. Grande agitazione a bordo: ufficiali gesticolanti, marinai affaccendati, grida cli comando, scale in azione cd infine ù"na scialuppa si distacco dal vascello e si diresse verso t:irra. Vi scorgemmo un vecchio signore, vestito di nero, con una folta barba bianca. Uno dei nostri lo riconobbe: - E' lui, è quel matto cli Maggiotto. Lo ebbi come colonnello dei bersaglieri in Libia. E ' un vero pazzo, degno del manicomio, ve lo garantisco io! Pensai che decisamente qucst' isola era destinata ai deboli di cervello. Fratta11to grandi grida s'alzavano dallo sbarcadero. Il prefetto, generale l\faggiotto, era sbarcato e s'era trovato solo sul molo. Due pescatori lo guardavano curiosamente, domandandosi chi mai poteva essere quel vecchio signore che viaggiava su navi da guerra. Nessuno l'aspettava. Non so perchè, il commissario arrivò solamente qualche minuto più tardi, barcollando nella corsa, sulle sue gambe vaC\illanti, seguito della folla sbuffante degli ufficiali, del maresciallo, del podestà e di qualche altro notabile dell'isola. Il primo movimento di collera del prefetto Maggiotto, fu per il commissario di polizia e per il podestà; poi per il segretario del fasciò. - Come. Arriva Maggiotto, prefetto fascista della provincìa di Girgenti, il generale Maggiotto e voi vi fate aspettare! E 1rnppure venite a darmi la mano all'uscire dalla barca ! Egli stesso si trattava d 'Eccelleza e prendeva delle arie di collera e di minaccia. I disgraziati funzionari tremavano ma tacevano. Noi• ascoltavamo queste grida ed assistevamo a quella scena senza stupirne. Il generale Maggiotto, attualmente passato alla riserva e non più prefetto, è un individuo che può definirsi: '' uno squilibrato il cui (1) Francesco Fausto Nitti, che l'anno scorso assieme a Rosselli e Lussu riuscì a fuggire dal domicilio coatto di Lipari, ha pubblicato poco tempo dopo la sua celebre avventura, un libro in inglese, nel quale descrive la vita nelle isole maledette y l'impresa eroica della fuga. Dalla traduzione francese che da poche settimane è stata posta in circolazione sotto il titolo "Nos prisons et notre évasion", togliamo questo frammento nel quale il Nitti descrive la visita che fece il prefetto generale Maggiotto all'isola di Lampedusa, sulla quale in un primo tempo il Nitti stesso venne relegato. fondo è buono''. Conosciutissimo in Italia, perchè il servizio militare fece sì che diverse generazioni cli uomini che sono passati nel1 'esercito, l'abbiano conosciuto, visto, o inteso parlare tli lui. Egli era semplice capitano dei bcrsagl:eri quando, p:ir vendicarsi di sua moglie che aveva avuto non so quali torti, abbattè il suo cavallo a colpi di rivoltella perchè questo era un regalo della signora. Un giorno in una caserma dei bersaglieri, punì cona consegna un sacco che era caduto a terra mentre egli passava la rivista. In Libia, durante la guerra italo1:urca, si divertiva a tenerse sveglie le truppe del suo settore gridando come un pazzo, con il megafono, durante tutta la notte, gli ordini più severi. I soldati non ne potevano più. Tuttavia non era mal voluto, malgrado queste sue stravaganze, perchè era scherzevole, bonaccione, e dimenticava facilmente i suoi terribili propositi. La sua vita privata e militare era tutta .fiol'ita cl'episodi caratteristici e comici, che dimostravano com 'egli era veramente un esaltato, u11 anormale. Quando venne il fascismo (Maggiotto era già da molto tempo passato nei quadri della riserva), vi si buttò, inutile è il dirlo, a corpo morto. Quel disordine lo stimulava, l'eccitava. Quelle folle violenti ed urlanti erano la sua atmosfera, a poi quel non so che di militare e di marziale che si vedeva nelle formazioni fasciste del primo tempo, erano per lui il '' nec plus ultra'', l'ideale della perfezione. Quando il fascismo arrivò al potere, Maggiotto fu nominato prefetto cl 'una provineia della Romagna e qualche amico mi raccontò che sovente, alla domenica, sua Eccdlenza il generale Maggiotto, prefetto del Regno, amava recarsi sulla piazza che sta davanti al palazzo della Prefettura e si metteva a correre attorno ad una colonna posta nel centro, seguito da uno sciame cli bambini gridando: '' Viva il signor Prefetto!'', o cantando, con grande gioia di, quanti l'ascoltavano: '' Giovinezza, giovi-· nczza ! ' ', I 'inno fascista. E' forse per queste bizzarrie e per qualche altra ancora, che Mussolini lo spedì in Sicilia, prefetto a Girgenti. Ed ecco che auche lui veniva, dopo que1lo che era sucesso, a ispezionare la povera terra que ci dava ospitalità. Noi osservammo, da1l 'a1to de1la roccia da cui si dominava il piccolo porto, la scena seguente: Maggiotto si tirava la barba e gridava, poi d'un passo svelto ed ancora giovanile, si dirigeva verso il villaggio. Lungo la strada incontrava i ritardatari: qua_lche notabile, un 'altro ufficiale, l'impiegato del telegrafo, che veni-
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