Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1924

f GRANDI AVVENIMENTI GIUDIZIARI -avevano dichiarato che oltré al Rossi, anche il generàle De Bono sapeva che l'on. Matteotti era stato ra·pito e soppresso. Il Filippelli, anzi, avrebbe 'detto al Ouilici che il De Bono era al corrente, dell'affare __, dell'automobile insanguinata e che si incaricava col Rossi di mettere ogni cosa in tacere. Avrebbe anche rac-contato che nella notte di martedì edotto dei particolari del fatto avrebbe esclamato : « Accomoderemo anche questa ! » In terzo luogo pareva, dalle indis,crezioni deila istruttoria, •che il Dumini avesse confermato di avere avuto rapporti subito dopo il delitto col gene- ·rale De Bono, e cioè nella stessa notte dal_ martedì al mercoledì, o al più tardi nel_ mattino del mercoledì. Infatti, -in tal giorno il Dumini era stato ved1_+topiù volte al Viminale; e nei giorni suc-cess.ivi il generale De Bono ebbe rapporti anche col Rossi e col Filippelli : anzi fu veduto recarsi a piedi al1' Albergo Moc!erno 'dove abitava il direttore del Corriere Italiano e trattenersi_ a lungo nel suo appartamènto .. Punti oscuri. . . Tutti -i giornali facevano gravi rilievi sulla con- ' ' do~ta poco chiara del generale De Bono, la cui po~izione dopo.: le· confessioni fatte in carcere ··<lal Q\11lici diventava- estremamente-·delicata, in quanto il ·Quilici _aveva ·esphéitamente 9-ichiarato ~he ,il gene!ale De Bono era al corrente dell'accà,duto nei -più m~~uti particolari mentre la polizia nòn rius·èiva, apparentemente, c:l- distrigare. la matassa delle responsabilità.· • • I,, Il Q,u.ilici aveva detto che il Filippelli, dopo avergli confes-~ato, il giovedì, ché Dumini e gli altri avevano ucciso· Matteotfi,- lo rassicurò dicendo ·che Cesare Rossi e De Bono e qualche altro sapevano tutto e avrebbero messo ogni cosa a tacere. Questo il . giovedì. Ma se il de)itto avvenne il martedì, e giovedì Fìlippelli assicurava Quilici che il De Bono sap~va, rimaneva provato che dal mercoledì al giovedì almeno fino al momeÌlto i11cui alla Camera parlò il Presidente del Consiglio, il generale De Bono - direttore -generale della Pubblica Sicurezza - oc,cultò i i reato. Il giovedì il Presjdente del Consiglio avanzò alla Camera l'ipotesi del delitto, mentre Cesare Rossi assisteva alla seduta da una tribuna. Dunque fino al giovedì De Bono che sapeva del delitto, ingannò, · -,BibliotecaGino Bianco·· fornendogli dati falsi il suo ministro; e las.ciava pa:. droni del campo Cesarè Rossi e Dumini ! Non solo, ma lui consapevole, Cesare Rossi poteva fuggire come poteva fuggire Filippelli, e Dumini veniva arn;stato per un miracolo. Stabilito ,che il generale De Bono sapeva, la sua · sit_uazione si aggravava .ancora di più. Si aggravava perchè non si erà ancora smentita la notizia pub~licata da tutti i giornali •che il generale De Bono a vesse fatto la cernita dei doc{1menti ritrovati nella valigia di Dumin1 al momènto del suo arresto ,alla stazione di Roma. E si aggravava perchè orm~i si delineava il sospetto •che il De Bono preparasse ' , uri alibi a mezzo delle autorità. Egli sapeva infatti nella notte dal martedì al mercoledì dell'avvenuto omicidio, et senza alcun dubbiQ,,·gioveaì, ,conosceva il fatto nei pi~ minuti particolari. Orbene : giovedì De Bono, · alle I r del màttino, spediva' un telegramma alle autor_ità -di Postumia, iii cui si pregava di .informare il mitteiite se e -quando l' on. Matteotti - il quale, sarebbe st~to in possesso di un passaporto rilasciatogli dalla Questura dJ Roma. e aveva abbandonato, la -città la sera di martedì - avesse passato la frontiera. Dopo le dichiarazioni di Filippelli, di Dumini, di Quilici, quel telegramma·- assomigliava come _una goccia d'acqùa al biglietto lasciato da Amerigo Dumini all' avv. Filippelli. Era un alibi. L'opinione pubblica ed i giornali compreso .q~elli ministeriali re-clamavano •che per l'onore d~l Sen~fo, dell'Esercito, della Magistratura la posizione del generale De Bono venisse •chiarita dal magistrato. Il magistrato -non doveva consentire che la catena delle complicità si spezzasse...a questo anello. ;Ma ariche la posizi~ne del generale De Bon·o -quàle .- comandante .èlella Milizia Nazionale era giudicata assai· severamente dalla stampa e dalla pubblica op1n1one. Infatti il generale De Bono era direttore della Pubblica Si,curezza quando nel palazzo del Viminale, attorno all'ufficio stampa, gravitavano criminali e sicari. Ciò non poteva essere ignorato dal capo della polizia; e se era ignorato vuol dire che la su:a -in• capacità si rivelava in modo evidente. Ora chi dava prove così evidenti di incapacità a reggere la direzione s,upren1a della polizia, non poteva ispirare alcuna fiducia di sapere tenere il comando di uno dei Corpi armati della Nazione. Scoperto l'assassinio dell' on. Matteotti, il generale De Bono, ,come direttoì·e generale della P. S., partecipò col Questore Bertini alle prime indagini

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