200 <JRI'i'ICA SOCÌAt_m Se lo aspettava, lo prevedeva, e credeva necessario affrontarlo. Pochi mèsi fa, con me, in una breve, amichevole discussione sulla tattica da tenere, sul. la convenienza dell'offrire maggiore o minor ber. saglio al nemico, egli diceva: - E' un t~mp~ in cui sono necessarii anche gli atti di coraggio « mutili >>". Parole che, allora, potevano esser tema di frigide disquisizioni, ed oggi, consacrate e ingigantite dal suo martirio, e ribadite dagli effetti che esso va operando, sembrano frutto di uno di quegli intuiti meravigliosi che certi uomini di eccezione hanno in epoche straordinarie. Martire consapevole; « volontario della morte», può dirsi dunque senza quelle amplificazioni po- :::;tumeche un tragico fato rende cosi consuete. "\ *** E' anche una intuizione di ciò, che - oltre il modo della soppressione, oltre il fantastico e il ro. manzesco, oltre il misterioso e il grandguignolesco, fatto apposta per mobi1itare, alla rinfusa, sentimenti inferiori e sentimenti elevati, curiosità e pietà, interessamento -banale e ~degno umano, emo. zione effimera e riflessione civile e politica profonda; - è un'intuizione di questa grandezza e nobiltà del suo sacrificio, conscio e risolutamente affrontato e, ce11ca.to,quel la .cha deter.minò in Italia uno stato di 1Sp.irititutt'a.ffatto niuovo, gr8ind~•OS1ame111te _dMfu.:10 ,e :pc•3sient,e,, tarre da !rLusaire inaitteiso noni sollo ai dittatori, ma a noi 1 Noi temévamo·, e i dittatori speravano, che la gente italiana si fosse «mitridatizzata» al costume, al vele!io della violenza. Quanta gente abbiamo sentito osservare, o dimandare -=- in quel primo divampare diffuso di sen. timenti,' di pietà, di orrore, di protesta, in· quello stupore e in quella gioia reciproca (pur nel cordoglio) di trovarsi ancora (( vivi », di scoprirsi an. cora « uomini » - quanta gente abbiamo sentito chiedere, a noi e a sè stessa, se e quali circostanze, se e quali forme del misfatto, avessero avuto il potere di colpire e sommuovere sì fortemente gli spiriti 7 Il ratto, il mistero-, l'ombra che fascia il delitto, il cadavere che non si ritrova i Sì, tuttociò certamente, ma. anche e soprattutto la nozione, o l'intuito, che quello era, fra tanti ca. duti, il più alto, perchè era colui che aveva volruto mori·re; che si era esposto in prima linea, sullo spalto della t11incea, sfidando il fuoco nemico, ponendosi bersaglio all'ira avversaria; compiendo il « dovere >> che si era assunto, come una milizia e come un ci lizio di martirio. · (( Segretario » del Partito. soc:i,alista unitario! Oh come suona strana quella parola, c_ui si annette di solito un'imagine di funzione sedentaria, tran- . qu'illa, registrazione di atti è cifre, « evasione di pratiche » amministratiye, o anche, sì, disc_ussione e intervento in interni litigi, o contatti esterni, pacifici rappòrti con altri partiti... · - Quel ((Segretario» fu 'l'alfiere e l'araldo, l' excitator dei dormienti e di tutti quelli di noi che fingevano d'aver sonno 0 che pensavano miglior tattica farsi creder morti per non essere uccisi. Era l'animatore infath:àbile, l'ufficiale di collegamento e il condottiero, colui che ai mòniti univa l'esempio, e che aveva sempre_fatto così, in ogni- campo. La orribile gravità del delitto, la emozionante tragicità delle sue forme, il (( chiaro mistero » onde rimane circonfu:::;oposson quasi far passare in secon~ da linea la grandezza della perdita che abbiamo fatta. Giacomo Matteotti, giovane ancora, assurto solo BibliotecaGino Bianco rtel dopo. guerra, dalla ristretta arena locale, alla piattaforma « nazionale » del movimento, rivelatosi soltanto negli ultimissimi anni alla grande massa del Partito e del pubblico come un lottatore parlamentare di prima linea; alieno e lontano, per volontà e per qualità di natura, dalla facile, vistosa e clamorosa « popolarità», non era noto adeguatamente alle masse e alla folla dei cittadini, a quella che· si chiama la « pubblica opinione », in tutto il suo valore e in· tutto ciò che rappresentava nella politica italiana e nel nostro movimento. Anche re pugnando da certo .atteggiamento di critici professionali, che non .sanno dfr bene di un morto_ se non pungono i vivi, si può obiettivamente constatare che, in mezzo alla poli~ica nostra, e alle file socialiste, Giacomo Matteotti era una personalità rara perchè aveva doti e inclinazioni che tvoppo spesso mancano ai più. Trentino _d'origine,. di famiglia lavoratrice e tenacemente operosa a.nohe dopo· fa conquistata agiatezza, Egli aveva qualche cosa di solido e di duro, nella energia e nella volontà, che contrastava con la mollezza consueta al nostro costume. Fra una Camera· di avvocati volentieri abbondanti e rétori, egli recava una oratoria secca, tagliente, materiata di fatti e documentata di cifre, una eloquenza proscfugata e strizzata, con 'eliminazione di tutte le frangie e le parole. inutili. · Ma taluno che lo conobbe e lo ebbe compagno di candidatura e di propaganda, nelle campagne del suo Pole:oine, ricorda ed attei;;ta che un modo di discorrere analogo Egli usava anche nei comizii affollati cli braccianti e di bifolchi disposti a preferir!l una parola fra teatrale, tribunizia, e religiosa, che toccasse e 'SOddisfacesse H loro sentimento più che non stilnolasse e affaticasse la loro ragione. Nelle assemblee di Partito, che na:turalménte riproducono e quasi assommano quel che è la vita, il costume e la pratica della periferia, e quindi echeggiano cti disquisizioni dottrinali o di declamazioni accademiche, più che di sobrie e feconde trattazioni e proposte pratiche, Egli rappresentava l'uomo di fatt~, sollecito, lineare, semplice. Da 30 am1i, ad ogni Congresso, si usa ricapitolare <.ab ovo » tutta la dottrina del Partito, rip.etendo invariabilmente. le stesse cose, anzichè porta:r contributo delle più recenti esperienze, e, al lume di queste, ritoccare e modifièare gl'indirizzi teorici e pratici. Matteotti, entro il Partito come nella Camera, personific_ava (e ciò n<;msuoni offesa ad ·alcuno) una ,<novità» che aveva qualche_ cosa di anglosassone, in mezzo a un prevalente elemento di parlatori latini.. .. *** Questione di ·natura e di temperamento artzitutto; ma anche frutto di un altro_ elemento che co- . stitùiva solo in parte merito Suo, come non costituisce demerito a troppi altri il mancar11e: quell'uomo aveva «studiato» e studiava. La felice circostanza del non avere avuto bisogno di dedicarsi a una professione per vivere, gli aveva permesso di (( professionalizzarsi » nella politica socialista, dottrina ~ pratica; e di _applica_rsicon metodo - sulla base di un acuto ingegno e di una positiva preparazione e ginnastica culturale - a « studiare » il Socialismo e la politica. Fra troppi, ottimi e benemeriti compagni, che 1~ vita costringe al lavoro della loro professione, eche alla milizia socialista o all'esercizio stesso del
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