Lo Stato - anno II - n. 19 - 10 luglio 1961

ARGOMENTIOBBLIGATI POLITICA DELLA SPESA Sempre - allorché si parla o si scrive di sviluppo economico e quindi di politica degli investi– menti - si affronta il problema della pubblica spesa: il chè e logico se si :pensa alla ·funzione di quest'ultima ed alle sue ben definite prerogative in uno Sta– to moderno e democratico, av– viato a risolvere problemi strut– turali e al tempo stesso chia– mato a creare il • giusto mezzo tra intervento dello Stato e ini– ziativa privata. D'altra parte la questione ap– passiona ed .interessa studiosi e politici, perché ad essa sono strettamente collegate altre que– stioni di carattere generale e particolare, inerenti sia al citato sviluppo economico nel suo in– sieme, sia al rapporto tra citta– dini e Stato, sia infine alla pro– duttività o meno di un Bilancio. Nonostante il •clima generale positivo da alcuni anni a que– sta parte ed in ·special modo i risultati notevoli del progresso economico del 1960, il rproiblema resta di grande attualità, sia perché siamo in una ~ase di sviluppo, sia perché è presente ancora una elevata aliquota di senza lavoro e di sottoccupati, sia per-ché ,con opportune misu– re necessita evitare un improv– viso mutamento congiunturale interno: pressante è quindi lo impegno per un «ridimensiona– mento » degli oneri pubblic_i in senso ,produttivistico, un ridi– mensionamento che assume, per certi a.spetti, caratteri di urgen- Lo STATO inobianco za e richiede pertanto adeguate e sollecite soluzioni. • Adeguate e sollecite soluzioni, si badi bene, che non possono prescindere da certi fondamen– tali canoni, oltre i quali ci si avvierebbe al caos economico, punto di partenza ,per un caos sociale -equindi politico di e.stre– ma gravità. In materia specifica di pub– bUca s,pesa la nostra Costituzio– ne ha inteso, con l'art. 81, san– ·cire un principio ,preciso, •stabi– lendo l'obbligo che «ogni altra legge che importi nuove o mag– giori spese deve indkare i mezzi per farvi fronte», precetto, que– sto, quanto mai opportuno, per– ché nessun dubbio riteniamo si possa affacciare nel -considerare incostituzionale una legg,e che, pur comportando un onere fi– nanziario non indicasse i mezzi per farvi fronte, ma precetto al tempo stesso ag,girato ,più volte con quelle formule che i politici sanno tanto bene tirovare quan– do vogliono r•aiggiungere un fine con qualsiasi mezzo. L'articolo 81 E da anni, praticamente da un decennio, si è alla ricer-c-a- attraverso lunghi ed accurati esami da parte di ,comm~ssioni e sottocommissioni - di una « inter:pretazione » dell'art. 81 della Costituzione, il che - ,ei si consenta di dirlo chiaramente - non convince nessuno, perché viventi sono quasi tutti coloro che fecero parte del grlllppo dei legislatori costituenti (i -quali dovrebbero pur ricordare cosa hanno voluto dire) e per-ché, d'altra parte, chiara, è, a nostro modestissimo parere, la volontà espr-es-sae cioé quella di tutela– re il Bilancio, evitando una poli– ti-ca di facile spesa, ovviando agli inéonvenienti di una poli– tica dema-gogica, forse popolare al momento in cui si attua, ma indubbiamente impopolare nel tempo perché destinata !fatai-– mente •a creare le premesse di un d~sordine finanziario. « Le Nazioni, come le famiglie bene ordinate, fanno il loro bi– lancio -e meditano su di esso » amava af.fermaire il compianto ministro Ezio Vanoni, ed insi– stendo su questo ,punto aggiun– geva ·che « la Nazione, come .una famiglia, ove lo si ri,guardi da un punto di vista economico, può cons}derarsi alla stregua di un'azienda, ed infatti, come in ogni azienda, così in ogni fami• glia, ed in ogni nazione, si pro– duce, si distribuisce, e si consu– ma ricchezza, si ri-sparmia e si investe, poi.ché qualunque sia il fine proprio di ciascuno di que– sti enti - azienda, famiglia o nazione - sarà sempre necessa– rio l'impiego di beni economici per ce:t1caredi rag-giungerlo». E ad una equilibrata valuta– zione delle possibilità è stato in molteplici occasioni richiamato il Governo in sede di •dibattiti 11

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