Lo Stato - anno II - n. 18 - 30 giugno 1961

LA CONFERENZAAGRARIA DEMAGOGIA E ACCADEMIA IL PUNTO SUILAVORI La prima tornata dei lavori defila Conferenza Agricola si è conclu:sa il 23 Giugno. Gli uffici di presidenza hanno redatto i rapporti Tliassuntivi, in •attesa di riconvocare le tre commissioni, che si sono occupate, rispettiva– mente, dei problemi del mondo rurale, delle strutture agricole e dei mercati. Fra i temi più di– battuti oono « ila proprietà e la azienda agraria ». Ammesso l'istituto giuridico della propr.ietà fondiaria, le opi– nioni differiscono sulla opportu– nità che il diritto di proprietà coincida o no con rria figura dello imprenditore. E non·vii.è'chi non noti che tale argomento è nucleo vitale dal quale de:r:ivanopoi, a seconda delle ideologie che si professano, le interpretazioni e 1€ soluzioni che si danno ai pro– blemi giuridici, ,politici, econo– mici e sociali che caratterizzano la crisi dell'agricoltura italiana. Ecco in sintesi le diverse opi– nioni: 1) La proprietà deve essere in mano all'imprenditore, sia esso operatore manuale, o lavo– ratore familiare coadiuvato da terzi, o imprenditore capitali:sta.' Questa è, secondo alcuni, la mi– gliore condizione per risolvere i problemi sootali, economici, e produttivistici. Ciò, in quanto si dice, ma tale configurazione del– la proprietà comprende in sé -i termini essemiiali di quella spin– ta psicologica che si .fonda su in– teressi multiipli diretti, che fini– scono per :favorire l'afflusso di capitale nelle campa,gne, fatto che condiziona, a sua volta, la soluzione dei problemi tecnici, economici e sociali della gente dei campi, senza creare squilibri eccesisivJ. in altri settori deUa vi- • ta nazionale. 2) Il proprietario fondiario, . invece, secondo altri, deve esse– re, .proprio cop:ie tale, l'apporta– tore del .capitale fondiario e dei mezzi necessari per adeguarlo alle nuove es~genze. 3) La funzione economica della proprietà sarebbe oggi smentita dalla prevailenza dello investimento fondiario pubblico su quello privato. Secondo i co– munisti quindi, sarnbbe necessa~ rio 1 adeguare il regime della pro– prietà terriera aille esigenze del progresso aigricolocon una rifor– ma generale che dia la terra a chi la 1 lavora, e con uno statuto della proprietà e dell'impresa contadina. Un tale discorso, che potrebbe presentare analogie strutturali con quello riiferito (p. 1), fatto dai comunisti, si .pone solamen– te in una dimensione stru• mentale. Ciò in quanto urta con la teo– ria mar~sta, e con la pratica at– tuazione de!Qastessa ,in URSS e nei paesi di « democrazia pop<r lare» che contrasta ;:radicalmen– te con la prassi proposta dai co-. munisti italiani. Non può sfuggire, infatti, che sempre in regime « bor.ghese » per creare la cosa ·si renda pos– sibile, le « infrastrutture » di quello che dovrà essere il futuro regime comunista. Lo STATO 19 b Jinobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=