Lo Stato - anno II - n. 17 - 20 giugno 1961

PRIGIONIERI Si dice che i nazisti utilizzassero ogni cosa delle loro vittime nei campi di concentramento: persino i corpi. Oggi i comunisti hanno trovato il modo di utilizzare ancora qualcosa di quei mi– seri morti: la memoria. Ispirate ai cr-iteri di questo utilizzo si sono venute sviluppando nel nostro Paese diverse ,ma– niere artistiche, letterarie, cinematografiche, giornalistiche, editoriali il cui !fine si è •sempre manifestato quello di legare al comunismo la storia dei popoli oppr•essi •e in particolare la sto– ria recente di quelli che subirono le conseguenze dell'ultimo conflitto mondiale. L'intuizione di Orwell sulla necessità logica del marxismo di fare e rifare sempre la storia a propria immagine prende, sempre più conpo e .in particolare per quanto riguarda l'assunzione nella !Storia della rivoluzione socialista di fatti che le sono oggettivamente estranei come la persecuzione del popolo ebreo o i movimenti di resistenza. Purtroppo niente impedisce questo processo, che è marxisticamente ortodosso in quanto è v,erità marxista che lo stato borghese prepara la dittatura del proletariato e ogni :fenomeno di dissoluzione o quanto meno di crisi di questo stato rappresenta un inevitabile passo avanti del comunismo nel mondo, e niente potrebbe impe– dirlo se non l'atto di coraggio di chi essendo pa– drone di una verità di ordine superiore sapesse sfidare H mondo per proclamarla in tutta la sua forza. Oggi invec•e anche coloro che affermano di agire per una idealità su peri.ore al maTxismo non sanno o non vogliono contrapporgli altro che tesi concorrenziali che essendo false al livello delle idee e della dottrina non sono accolte né dalla sapienza popolare né dalia tntellilgenza col– tivata delle elites. Così si ·alfferma che la resisten– za fu la continuazione del ri:sorigimento iin Italia senza tener conto ·volutamente del fatto che mentr,e per la prima la giustificazione delle di– verse forze politiche che vi ebbero parte non è mai di natura ideolog,ica ma soltanto tattica, legata cioé a problemi reali del momento storico, scelta del male mino~e, difesa dei diritti naturali degli uomini, ecc., per il secondo la ,giustifica– zione è ideologica e deriva direttamente dall'idea liberale che ne era la sola anima. Altrettanto ad una onesta valutazione ap– pare assurdo iscrivere al Partito Comunista gli Lo STATO bib110 ecaginobianco PER SE~iPRE ebrei deportati ed uccisi dai nazisti i quaili erano sì, come i comunisti e come i cattolici, nemici dell'idea hitleriana solo perché portatori di una idea universale del mondo naturalmente diversa è perciò contraria di ·quella nazista. Ma nell'Italia d'oggi la verità non trova un solo libero tetto dal quale protendersi sul vuoto degli spiriti,_ e le menzogne piccole e grandi, le complicità volontarie o semplicemente lassiste, i verbosismi che chiudono le vie della compren– sione del v.ero, tutti convergono a fare utile bro– do nel ca,lderone comunista dal quale si distilla la menzogna nr,ganizzata e organizzata tanto bene da essere credibile ai ,più. L'ultima in ordine di tempo di tali menzogne è ·quella che si presenta alla cittadinanza roma– na sotto il titolo di most.ra del libro antifascista e delle deportazioni. Ordinata ,in un salone di Pailazzo Vene~ia essa raccoglie tre elementi estre– mamente utili a creare, •sul piano emozional,e, la visione della persecuzione nazista e del f.e!Ilomeno resistenziale come episodi della lotta del comu– nismo nel mondo. Alle fotografie dei « lager » e dei prigionieri ,fanno riscontro quelle dei fogli clandestini comunisti; ai libri della letteratura resistenziale mescolati a quelli degli storici mar– xisti e ai volumi di: documentazione sune depor– tazioni fanno riscontro grandi scritte sui pan– nelli di ma,sonite con i versi de1le canzoni di Cal– vino e di Jona. Tra i libri, piuttosto sciupato dalla curiosità ricorrente di giovani visitatori in cerca di brani piccanti, « la casa delle bam– bole>>,opera molto discussa in quanto i fatti in essa narrati sarebbero avvenuti in aperta viola– zione da :parte degli stessi nazist1 delle loro leggi di Norimberga e dei successivi aggiorna– m·enti che proibivano sotto p.ene severissime ogni rapporto tra tedeschi ed ebree e che tra. l'altro non trovano conferma in molti autorevoli storici dell'ultima diaspora ebraica. Così coloro che mor;irono in prigionia saranno presto di nuovio prigionieri, nelle memorie degli uomini, di una ·storia che non è la loro e ,che non li conti-ene quali veramente furono ma quali dev0!11oggi apparire per servire agh scopi di chi disprezza anche il ricordo della loro vera perso– nalità umana ma vuol servirsi del legame tra loro ed i popoli ai quali appartengono per avere il titolo necessario a governarli. ALESSANDRO DI GABRl 1 E,LE

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