Lo Stato - anno II - n. 17 - 20 giugno 1961

bi RESPONSABILITÀDEL SAPERE LA COL TURA·VITTIMA DEL PROGRESSO TECNIC ? Nel' tempo dell'angoscia, quan– do lo smarrimento ci stringe da presso, -sentiamo il bisogno di riunire .ciò che della cultura è i~provvisamen:te franato. Allo– ra facciamo appello alle forze dello spirito, alle responsabilità della cultura, e - « ultima spes » - si-amo costretti a ricor– dare come la cultura possa esse– re strumento, acquisto di Uber– tà, emancipazione. Una cultura che ci sforziamo di rapportare al nostro tempo e alla nostra società specifica, quasi stessimo forgiandola noi, coevi al tempo dell'angoscia e dello smarrimen– to, .gli intellettuali d'avanguar– dia e quelli cosiddetti impegna– ti. Tutti dimentichi dell'unico lato essenziale nello sforzo di inventariare le disponibilità di cultura : essa è universale, non solo :geograficamente, ma - at– traverso gli a.11-elli della tradizio– ne e delle generazioni di uomini - nel tempo. Tecnica e scienza irretiscono l'uomo; la pubblicità industriale e .commerciale impo– ne slogans avvilenti; fumetti e stampa in genere mirano a sol– lecitare (e sviluppare) sentimen– ti di cassetta; i clans politici Lo STATO in bianco hanno tutto l'interesse di ab– brutire e indrappellare l'indivi– duo. Il medesimo individuo con– corre a lavorare per. il re di Prussia: al fine ultimo di ,piega– re se stesso ai nuovi idoli. Ma cosa fa - e dov'è - la cultura? A questa angosciata domanda tenta di dar corpo (se non sem– pre risposta) Salvatore Comes (« Responsabilità della cultura » - ediz. Vallecchi). La progres– siva (e, a,ggiungiamo noi, erro– neamente presunta) « democra– tizzazione» della cUltura pone all'intellettuale problemi nuovi. Oc.corre - dice l'Autore - una « humanitas », un comune e uni– versale fondo umano della cul– tura che leghi e c9nnetta le ·specializzazioni professionali (le quali, osserviamo, non sono cul– tura). La cultura deve oggi giu– stificare la tecnica. Per noi, lun– ·gi dall'enunciare un paradosso, la cultura deve razionalizzare la tecnica, in tempi nei quali (è qui la contraddizione) le scien– ze esatte e le formulazioni della tecnica approdano, nella prassi, all'irrazionalismo. La cultura ha quindi le sue - e forse le sole - res,ponsabi- lità. Ma le ha non soltanto poi•• ché - ora inter:peUata - do– vrebbe salvare ,l'uomo da questo smarrimento e da questa solitu– dine che lo stringono da presso (mentre Comes pare limitare le accuse a questo tempo di smar– rimento). La cultura ha pure re– sponsabilità ·per il fatto che l'uo– mo sia giunto al tempo dello smarrimento. Difatti la cultura, in un dato momento ravvisabile in quell'anello di :p~siero ·sal– dato da Kant, ha mancato in qualcosa. Da quel momento per– tanto iniziano le responsabilità della cultura, ora ingigantite per essere noi giunti sulle spon- de estreme di un allettante la– go, dentro il quale siamo incita– ti a immer.gerci. E' questa so– lamente, a nostro avviso, :la manchevolezza dello studio di Comes, per il resto veramente esemplare e lucido: non avere imputato alla cultura responsa– bilità per errori commessi nel passato (H rigetto del principio di causalità). Notata questa, pur importante, lacuna, sentiamo di poter procedere a fianco dello Autore, e di condividerne quasi sempre gli enunciati. 25

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