Lo Stato - anno II - n. 15 - 30 maggio 1961

b XXIV MAGGIO 191.'i XXIV MAGGIO 1961 I COLLOQUI DI KLAGENFURT Non si può davvero dire che, nelle manif eistazioni celebrative del centenario dell'unità della Patria, il Governo i'taliano abbia avuto la sensibilità, che sarebbe stata ovvia e doverosa, di dare il dovuto ril:ievoalla giornata del XXIV maggio nella ricorrenza del quaranteseiesimo anniversa– rio di quella che ormai è univer– salmente riconosciuta corne la ultima guerra di iindipendenza del popolo italiano. La giornata del ·xxIV maggio è, invero, tra– scorsa per gli italiani come qual– siasi altra giornata; ma ai più sensibili tra essi non sarà certa– men te sfuggito di cons-iderare che, proprio il XXIVmaggio, non sappiamo ,se volutamente o iper m,era coincidenza, hanno a'Vuto inizio a Klagenfurt i colloqui italo-austriaci per la questione alto-a tesina e che questi collo– qui, malgrado i sorrisi e le stret– te di mano « ufficiali » vedono gli austriaci all'attacco e gli ita– liani sulla dif erisiva, essendo i primi riusciti sostanzialmente a trasformare quella che era e do– veva rimanere una questione in– terna italiana in una vera e pro– pria controversia internazionale e in una controversia, inoltre, di natura squisitamente politi– ca. Che il Governo italiano ab– bia tentato di far macchina in- Lo STATO ginobianco dletro, sostenendo che, in caso di fallimento delle trattative in corso, la controversia dovrà es– sere deferita alla Corte interna– zionale di giustizia dell'Aja, è civcostanza di nessuna efficacia. In effetti gli austriaci hanno già da tempo acquisito, in proposito, un punto all'attivo, loro elargito dall'attuale Governo nei primi giorni di « euforia convergen– te»: quello di aver già ottenuto l'intervento nella controversia dell'ONU e di averlo ottenuto oon il consenso dell'Italia. Evi– dentemente i nostri governanti, forse sopraffatti dalla smania di fare a qualunque costo cose di– v,erse da quelle fatte dal prece– dente Governo, nel quale - sia detto per inciso - il Ministro degli Esteri era lo stesso di ora, non :si sono resi conto che, am– m·ettendo la competenza del– l'ONU, non avrebbero potuto evitare che la questione alto– atesina, secondo gli intenddmen- •ti e gli interessi dell'Austria, si tramutasse automaticamente in una questione internazionaJe e politica. ChJi, infatti, potrebbe impedire all'Austria di ripropor– re di nuovo le sue istanze al– l'ONU? E come potrebbe il Go– verno italiano contestare, dopo averla ammessa, la competenza dell'ONU? Ecco perché affermavamo pri– ma che, nei colloqui di questi gfo;rni a KJagenfurt, l'iniziativa è tutta nelle ·mani austriache. Ed è un'inizia:tiva che, se pur indulgerà con fiinalità mera– mente tattiche al « tira e mol– la », ai rinvii e a1le. schermaglie procedurali, ha una sola e in• dubbia finalità: quella di pro-. vocare il clamoroso fallimento delle trattative, di addossarne la la colpa all'Italia, e quindi di sensibilizzare ulteriormente la questione per poterla riproporre all'ONU in termini di urgenza e di drammaticità e sotto l'uni– co profilo che realmente inte– ressa all'Austria: quello del di– ritto all'autodeterminazione del– la minoranza sud-tirolese di lingua tedesca. L'offensiva austriaca Alla luce di questi concetti l'atteg,giamento della· delegazio– ne aootriaca è di estrema chia– rezza. « E' l'Italia che deve dare prove di 'buona volontà con la concessione di una vera autono– mia alla ,provincia di .Bolzano nell'ambito del territorto italia- 11

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