Lo Stato - anno II - n. 14 - 20 maggio 1961

porterebbe a risultati più proficui di quelli ottenuti attraverso l'adozione di ·nuove imposizioni. Lasciando ad altra occasione un com– mento alla parte relativa al dicastero delle Partecipazioni Statali, sul quale si è intrattenuto il sen. Valmarana, trat– tandosi di materia meritevole di una disamina particolare, vogliamo viceversa ricordare l'ampio e significativo inter– vento del sen. Bertone (quale relatore, con il sen. Paratore, dello stato di pre– visione della spesa del dicastero del Bi– lancio). Da tale intervento s1 desume· che: necessita perentoriamente giun– gere alla riforma del bilancio statale, portando all'unicità l'attuale discussione così come avviene in tutti indistint:1 mente i Paesi europei; - è opportuno, ai fini del ripristi– no dell'equilibrio del bilancio, che una quota fissa delle maggiori entrate, non inferiore ai due quinti, sia destinata per legge alla riduzione del disavanzo; - è urgente, agli stessi fini, che, in relazione ad una scrupolosa applica– zione della norma contenuta nell'art. 81 della Costituzione, si ponga rimedio al fenomeno di inflazione legislativa del– le spese pubbliche: altamente significa– tive sono, a tale proposito, le cifre ri– portate nella relazione Paratore (redat– ta nella sua qualità di presidente della apposita Commissione per l'art. 81), dalle quali risulta che nei primi dieci mesi dd 1960 sono stati presentati alla Camera 107 disegni di legge d'iniziati– va parlamentare comportanti una spesa di oltre 738 miliardi a cariéo dell'eser– cizio 1960-61 d-tli oltre 1820 miliardi a carico degli esercizi successivi. I di– segni di legge presentati al Senato nello stesso periodo recano oneri di gran lunga inferiori, pari a 4 miliardi e 448 milioni per l'esercizio 1960-61 e a 1 mi– liardo e 82 milioni per gli esercizi suc– cess1v1. - Le promesse ministeriali Pur mantenendosi in gran parte nel– l'astratto teorico e nel campo delle cifre positive dei risultati raggiunti, il mi– nistro del Tesoro, on. Taviani, ha espo– sto certe linee dell'azione accompagnan– do la sua relazione con una dichiara– zione di principio quanto mai oppor– tuna, anche se non siamo molto fiducio- Lo STATO bib11et;ayinobianco si che essa - pur se pronunciata in per– fetta buona fede e con encomiabile one– stà di intenti - possa trovare riscontro nell'orientamento della politica del Go– verno: « E' necessario essere d'accordo sulle cose dette da tutti in quest'aula, amici del Governo ed oppositori non soltanto con l'intelletto, ma anche con la volontà, ed essere conseguenti alle direttive accolte quando ·si passa alla loro pratica applicazione per quanto questa possa sembrare ingrata e, sulle p;, me, impopolare. « I buoni propositi si concepiscono roppo spesso nelle solenn~ circostanze per poi dimenticarli, cedendo alla tenta– zione di con'traddirsi sul terreno della applicazione. « Il Governo si adopererà con ogni mergia perché le impostazioni accolte dal Senato trovino riscontro nell'azione quotidiana e si attende che il Parlamen– to - non dimentico delle giuste vedute e dei saggi propositi di questi giorni - lo controlli e lo sproni su questa via». Da parte nostra non vi è alcuna ri– serva su questa precisa e saggia impo– stazione, ma vi è soltanto - sulla base dell'esperienza ed anche delia poca chiarezza della formula attualè - molto scetticismo, perché da un lato troveremo il Governo sempre pronto a giustificare una politio contrastante con le buone intenzioni di questo momento per non meglio identificate esigenze di ordine sociale, e da un altro lato il Parlamento pronto - atti.a.verso la maggioranza « convergente » - ad ~vallare ogni provvedimento: anche se si tratterà di provvedimenti destinati ad inflazionare la spesa o a rendere più pesante la pres– sione fiscale. Sottolineando il dovere dello Stato di provvedere a tante provvidenze d'ordine economico e sociale, il ministro delle Fi– nanze sen. Trabucchi, ha difeso la sua politica e quindi quella del Governo, una politica cioè che ha gradualmente aumentato la pressione tributaria. Nessuno in realtà inette in dubbio·co– me lo Stato abbia dei compiti immensi e come per corrispondere ad essi sia ne– cessario assicurargli mezzi adeguati: ma è certo che spesso, troppo spesso, lo Stato va al di là di certi limiti, proprio per quanto concerne i suoi compiti, e come, d'altra parte, abbia in molte oc– casioni ottenuti risultati minori agli sforzi effettuati, per una mancanza di . rnordinamento e per una affrettata im- postazione di programmi di invesd– menti. Il sen. Trabucchi ha accettato la cri– tica, a lui rivolta, di non aver fatto nul– la che innovasse radicalmente il siste– ma in atto, e si è giustificato dicendo che egli è stato costretto ad occuparsi di questioni urgenti che lo hanno distolto da ciò, ·e che d'altra parte è necessario a suo parere mettere prima in condi– zioni di perfetto funzionamento il si– ·stema med_esimoe provvedere ad acqui– sire tutti i mezzi necessari per raggiun– gere il fine. Siamo pienamente d'accordo e consi– dereremmo benemerenza altissima del- 1' attuale responsabilità del dicastero delle Finanze se l'ingranaggio fiscale fosse, gradualmente, portato a corrispondere alle esigenze di chiarezza, di snellimen– to, di semplificazione, di migliore ac– certamento, che sono tra le cose più attese dai contribuenti. E' in tal senso che si riafferma la va– lidità di una riforma, già impostata die– ci anni or sono, e che intendeva real– mente « offrire liberamente allo Stato gli elementi di giudizio per una equa tas– saz10ne ». Agli interessanti 1nterventi dei mini– stri delle Partecipazioni Statali e del Mezzogiorno (sen. Bo e on. Pastore) dedicheremo una trattazione specifica, in quanto i settori in discussione inve– stono in pieno la politica degli investi– me11ti, oltreché quella finanziaria. Qui occorre concludere accennando, viceversa, alla replica del ministro del Bilancio on. Pella, il quale ha sottoli– neato un triplice impegno per la costan– te dilatazione del reddito nazionale, quello dell'occupazione e quella dello equilibrio .tra le economie del Nord e del Sud. Si ritorna cos1 pienamente alla base dello Schema di sviluppQ, ideato dallo on. Vanoni, Schema che i passati Go– verni hanno già in gran parte realizzato, come dimostrano sopratutto i risultati del 1960 e quelli più complessi dell'ul– timo quinquennio. Inoltre il responsabile della politica economica, nel suo complesso, ha for– mulato l'impegno di equhibrare il vo– lume delle spese .tra reddito nazionale e spesa globale e di giungere finalmen– te a quel coordinamento che non deve più restare « nel limbo ormai decennale delle buone intenzioni e delle relative polemiche>. GIORGIO SACERDOTE 15

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