Lo Stato - anno II - n. 13 - 10 maggio 1961

La farsa del Laos Nel numero del 10 april·e scorso, terminavamo così una nota sul Laos: « Tra poche settimane comin– ceranno le grandi piogge e qualsiasi operazione militare sarà preclusa. Salterà fuori, allora, per la quarta volta, la soluzione del taglio salomo– ntco di un paese, come in Germania, come in Corea, come nel Vietnam, come nel Congo (regime di Gizen– ga), come un giorno, forse, a Cuba. La conclusione che ne traggono i po– poli del mondo è che nonostante il tintinnar di speroni, l'Occidente ha paura, è pericolosamente diviso e che sarebbe follia resistere al Co– munismo nelle prime giornate di ag– gressione in attesa di un aiuto che non verrà». E' passato appena un mese e dob– biamo registrare che, puntualmente, quelle meste considerazioni si sono rivelate esatte: il 17 aprile, cioè una settimana dopo, abbiamo avuto la ignominia di Cuba; il 27 l'appello anglo-savi-etico per la cessazione del fuoco nel Laos, premessa alla sparti– zione del territorio, tanto è vero che i ribelli comunisti hanno continuato a combattere per raggiungere mi– gliori posizioni prima dell'inizio delle grandi piogge e non già prima del– l'avvio delle trattative. Il monsone di nord-est, infatti, che spira attra– verso il Mar Cinese meridionale, si carica di vapore e appena il sote ces– sa di ess,erebasso sull'orizzonte e co– mincia a farsi alto, quasi in verti– cale, irrompe con violenza e provoca un diluvio. Il fenomeno, da millen– ni, con puntualità cronologica, co– mincia fra la fine di apriie e la pri– ma metà di maggio: cioè, proprio in questi giorni. Non è la prima volta che la diplo– mazia, prima, e la storia, poi, rego– lano le loro cose sulla meteorologia: d'accordo. Ma quando si tratta del– l'ultimo espediente, come nel caso nostro, le considerazioni sono ma– linconiche. Né si può dire che sia pure con tale mortificante sotterfugio l'Occidente abbia risolto il prolema del sud-est as.iatico. Trascorso il periodo delle grandi piogge, verso la fine di set– tembre, i comunisti riprenderanno le operazioni per la « soluzione defini– tiva del problema », come ha già preannunciato il « Gi Min-Gi Bao », organo del partito comunista cinese. Senza contare che, nel frattempo, la trattazione del problema, potreb– be passare dal Laos al Vietnam me- 4 bibliotecaginobianco ridionale, giacché sarebbe un assur– do strategico per i comunisti lasciare « in sospeso » una situazione che lungi dal tagliare tutti i nodi poli– tico-militari dello scacchiere, è gravida di complicazioni per l'avve– nire. E' difficile, pertanto, credere che le trattative in corso possano condurre a qualche tangibile risul– tato. Innanzi tutto, va notato che i ribelli comunisti insistono perché le delegazioni d'armistizio discutano non solo la cessazione del fuoco, la linea di demarcazione, la terra di nèssuno ed altri ammennicoli, ma anche di questioni più strettamente politiche quali il regime istituziona– le, la formazione del Governo, il nu– mero di portafogli da assegnare al Pathet Lao, eccetera. Si vede che gli, ispiratori dei comunisti del Laos sono gli stessi dei guerriglieri alge– rini, poiché anche l'FLN insiste che insieme con le modalità per la ces– sazione del fuoco si discuta l'assetto politico-amministrativo futuro. In tal modo, la funzione della Commis– sione di controllo indo-polacco-ca– nadese e quella più remota della Conferenza « dei 14 », che dovreb– b·ero affrontare e risolvere gli aspet– ti politici della controversia vengono automaticamente messe in mora. Si tratta di un altro bel colpo alle Na– zioni Unite che da tutta la faccenda sono state escluse in modo così mor– tificante che gli Afro-asiatici a s,tento sono stati trattenuti dal ricor– rere al Consiglio di Sicurezza per far approvare una mozione di cen– sura ·all'operato della Segreteria. Per la prima volta, Hammarskjoeld ha sentito scricchiolare la sua posi– zione, ma non ha potuto far nulla, poiché lo scacchiere indocinese rientra in quello di stretta pertinen– za indo-britannica. Ora, se all'ONU si mette fuori causa la platea afro– asiatica, il giuoco fra i due blocchi diventa molto più semplice e diret– to. E, infatti, qwesta volta, la fac– cenda laotiana interessando troppo da vicino l'India, la Cambogia, il Siam e la Birmania, il PanÌlith Nehru bene si è guardato dal com– mettere a terzi incomodi la soluzio– ne, sia pure provvisoria del conff,itto. Il pericÒlo era anche un altro: che recata all'ONU la questione il fronte afro-asiatico si dividesse in almeno due partUi: quello favore– vele ad aiuti dire~ti ed immediati al Laos (e sarebbero state, grosso modo tutte le potenze della SEATO, più qualche altra limitrofa); e quelln, favorevole a negoziati a tutti i co~ti. A questo punto, contrariamente a quanto accadde per la Corea, molto problematico sarebbe stato int,er– venire sapendo di non avere quella che per gli Stali Uniti sembra essere una condizione troppo puritanamen– te indispensabile: la corale unani– mità degli alleati e dei neutrali. Pur tuttavia, Washington mostrò per due volte di voler intervenire, la seconda un po' più fermamente del– la prima. Ma che si trai tasse di una semplice e non intimidatrice minac– cia, si è visto subito: non solo i ri– belli comunisti hanno continuato a avanzare, ma addirittura il settore è entrato in ebollizione anche nel Vietnam, dove in pochi mesi non meno di mille funzionari filo-occi– dentali sono stati trucidati, tanto che, ormai, nessuno più è disposto a ricoprire cariche pubbiche. Non c'è che dire, la sfida all'Occi– dente questa volta è stata disastro. samente lasciata cadere e se si ag– giunge la « debacle » cubana il qua– dro è completo. Benché non si abbia– no indiscrezioni al riguardo, ·ad un certo punto è parso che tra Mosca e Washington si fosse giunti all'ac– cordo ,tacito che facendo pari e pat– ta, tra Cuba e il Laos, tutto poteva finire a tarallucci e vino. Il baratto può apparire mostruoso, per le con– taminazioni e la capitolazione ideo– logica, ma secondo una realistica valutazione degli eventi e della si– twazione strategica nel Mar dei Ca– raibi, a spiriti politicamente prov– veduti, non dovrebbe far troppo ar– ricciare il naso. In fondo, contro qitattro pantani ciuffati di riso, nel Laos, v'era la possibilità (e, sospet– tiamo, vi sia tuttora) di espurgare lo emisfero occidentale non tanto del giustizialismo e del travaglio paue– peristico, quanto di uno smargiasso giunto al potere secondo la più pit– toresca tradizione bucaniera della vicina Tortuga. Ebbene, nonostante questa im– pressione abbiamo mancato di agire anche a man salva. E ciò ch'è peggio, è che il giorno in cui gli Stati Uniti dovessero provvedere direttamente all'eliminazione di Castro, sarà chia– ro agli occhi non solo dei nemici del– l'Occidente che essi non hanno più nei pressi di casa chi sia disposto ad esser loro amico sino in fondo. Sarà un terribile giorno di iso– lamento.

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