Lo Stato - anno II - n. 13 - 10 maggio 1961

Speranze cristiane e illusioni storicistiche Se l'interesse e il clamore intorno al– le polemiche di padre Gaston Fessard contro la teologia progressista non ac– cennano a diminuire ciò accade per la profondità in cui si esercita la sua ri– cerca e per la sicurezza che intuisce come lo smarrimento storicista sia la matrice dei più gravi errori e conseguen– temente li incalzi fin negli sviluppi ul– timi. La realtà che si offre al padre Fes– sard è dunque quella complessa e spi– nosa dei cattolici « condizionati » dal– le affermazioni e dai « messaggi » uma– nitari della propaganda comunista. Se– condo cui « il metodo infallibile per inchiodare e distruggere il nazismo e i suoi mostri fu la dialèttica del mate– rialismo storico». Prospettiva affasci– nante per chi vive nella impressione perennemente eccitata dei delitti com– messi in nome di una ideologia: e non è da stupire se per i cattolici, sopra tutto nel dopo guerra lo storicismo dei ma.rxisti sia apparso come una rara specie di pendolino da rabdomante per guidare i movimenti umani sopra il difficile terreno della realtà attuale, del– le sue insidie e dei suoi mali feroci. Onde « l'ingenuo, bambinesco tentativo di appropriarsi di tutti i metodi e di tutte le verità marxiste, liberate dalle ipoteche ateistiche, per guidare più si– curamei1te la comunità dei fedeli nel q1mmino storico». (Cfr. « Genèse du progressisme », voi. De: « L'ACTUA– LITE' HISTORIQUE ». Ed. Desclée de Brower, Paris). Le conseguenze di simile tentativo tutti le conosciamo, specialmente in Francia e in Italia dove la fervida simpatia marxista dei catto– lici « condizionati » si è esercitata nel– le più va~ie forme. E' evidente che dinanz·i ad una simi– le realtà i problemi che si pongono so– no molteplici e di vario ordine. Ma nel– l'opera di padre Fessard si sembrano particolarmente valide tre impostazioni e cioè: dimostrare la falsità del presup– pos~ propagandistico dei comunisti, in– dividuare il punto di saldatura di que– sto presupposto nella dottrina dei teo– logi progressisti, seguire negli atteggia– menti pratici tutta la coerenza dell'er– rore, ridotto alla sua essenziale forma. Per padre Fessard queste impostazioni si risolvono in tre argomenti: l'assi1J1:– lazione di marxismo e nazismo, la ri– duzione della teologia progressista aJ una falsa immagine della dialettica pac,. I in.a, e l'interpretazione del movimP.nto dei preti operai in questo senso. E' -hi:i.- 26 bibliotecaginobianco ro che la validità di questi argomtnti è la saldezza medesima delle posizioni cattoliche nel mondo latino, dove, a li– vello storico, religione cristiana e frode comunista hanno ingaggiato una lotta mortale. Dal contesto affiora che il. ..:a;dine su cui poggia tutta la critica antiprogr:i.– sista del padre Fessard è la giusta Jia– lettica paolina, cioè il senso proprio -:!el– la storia. Per il cattolico la storia ~ di– visa in due parti, di cui il Cristo è il centro ,: il legame: prima di Lui, nel– l'Antico Testamento, l'Ebreo elett-:i si oppone al pagano idolatra, dopo di Lui, nel Nuovo Testamento, questa opposi– zione diviene quella del Pagano con– vertito e dell'Ebreo incredulo. Ora iu San Paolo è detto che la perdita del popolo ebreo sarà riscattata, questo pe– rò essendo un segno della fine dei tem– pi. (Romani, XI 26 e 15). Maritain avan– za invece l'ipotesi che questo rovescia– mento avvenga non alla fine dei tempi ma nel tempo. Rilevandolo padre Fes– sard nota: « S. Paul met sur le mÈme rang ou du moins assimile par rapport au Christ !es trois divisions Pa,en-Juif, mattre-esclave, homme-femme l> e per– tanto « qui pourrait empÈcher, si la pre– mière peut Ètre surmontée dans le temps que !es deux autres le soient égale– ment? ». E questo è « accepter l'escato– logie marxiste dc la Societé sans clas– ses » almeno come ipotesi non contra– ria al cattolicesimo. Le conseguenze di una così palese confusione di piani so– no incalcolabili. A questo punto la ricerca del padre Fessard ha posto dinanzi a noi l'essenza dell'errore, cioè una forzatura storica di ciò che non è storico: ed è un'essen– za immanentista, che la presenza di un comunismo ben attrezzato propagandi– sticamente ha suscitato. E' dunque la causa materiale che va rimossa, cioè lo stimolo di un comu– nismo illusorio e zuccherino, per mi– surare la vuotaggine della posizione in sé. La tesi di padre Fessard è che il co– munismo e il nazismo sono due volti diversi di uno stesso male, come può dimostrare una moderna interpretazione della dialettica paolina. Padre Fessard, accettando la defini– z.ione di Jeanne Hersch, assimila un regime totalitario alla pretesa di « con– naitre, dominer, ma\'triser le réel dans sa totalité.... le totalitarisme ne vit que par une main mise sur l'absolu, excluant tcute trascendence ». Su questo terreno della pretesa di dominare tutto il reale deve avvenire l'assimilazione di nazismo e comuni– smo, come ideologie totalitarie: e per fare ciò occorre riconoscere e indicare– caratteri esclusivi e comuni alle due ideologie. Secondo p. Fessard il parametro di questa dimostrazione è il processo di analisi disgiuntiva di fascismo e nazi– smo: infatti considerati i caratteri co– muni a queste ideologie (e cioè: attri– buzione di poteri quasi magici al capo, mito della nazione, atteggiamenti di « ostilità conciliante verso la Chiesa) ap– pare che nessuno è tale da costituire la condizione necessaria ad un vero to– talitarismo. Ma vi è un carattere, con– geniale al nazismo, assente o derivato nel fascismo: ed è il mito del nemico mortale, metafisico. Questo per il Na– zismo era l'Ebreo. Nota con acutezza padre Fessard che il Cristo (Mt., X, 28) insegna ai disce– poli che il nemico mortale è l'avver– sario di Dio, la negazione che abolisce il sacrificio della Redenzione, e che analogicamente « l'ideologia totalitaria sceglie per avversario metafisico chi è stimato ostacolo irriducibile al suo pro– getto di dominare il tutto i>. Nel momento in cui una ideologia politica crea una propria weltanschauung e a cardine di essa pone il mito neces– sario di un « avversario metafisico » es– sa diviene totalitarismo. Ed è persegui– tando chi crede essere il suo nemico mortale che essa rivela la totalità del senso che ha della vita. Per Hitler l'Ebreo è il nemico mor– tale che impedirà al popolo eletto dei padroni di far regnare la pace dei mille anni. Per i capi fascisti (cioè Mussolini, Franco, Salazar, Peron) questo nemico mortale non esiste e infatti non esiste r.eppure una loro pretesa di dominare il mondo. Ma nel comunismo questa pretesa è fondamentale: Marx ritiene che il cri– stiano ( « i c~i pr•incipii sociali sono servili») contrasti irriducibilmente con la rivoluzione proletaria, la cui missio– ne è risolvere « l'enigma della storia». Dunque non fascismo e nazismo sono assimilabili ma nazismo e comunismo: per il solo carattere, soltanto ad esse comune, che fa cli una ideologia poli– tica una ideologia totat.itaria. E in un senso decisamente, necessa– riamente anticristiano: « est-il besoin de le souligner? Juif ou Chrétien sont !es

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