Lo Stato - anno II - n. 12 - 30 aprile 1961

SOMMARIO Una ripresa pag. Elezioni in Sicilia! » 4 Dopo « l'affare>> di Cuba » 5 Chiarezza di indirizzi » 6 11 dramma della Francia » I pompieri di lnnsbruck. Che succede nel la » 7 8 Polizia? » 1O Il bilancio alle Ca- mere. » 12 Problemi militari e industria » 14 Pannicelli e illusioni . » 15 11 Commento » 16 Bancarotta ferroviaria » L'ultima moda lette- raria » Pedagogia e religione » Apologia dell'avven- 20 24 25 tura » 26 Un sociologo ingenuo » 27 Arte » 28 Musica » 29 Teatro » 31 Cinema » 32 • LO STATO Periodico politico Direttore GIOVANNI BAGET-BOZZO Ahno Il • N. 12 • 30 aprile 1961 Direzione, Redazione, Amministra– zione: ROMA Via Rasella, 6 - Te– lef. 471.117 - Direttore Responsabi– le Ugo Visciòla - Autorizzazione del Tribunale di Roma N. 7786 del 6 dicembre 1960 - Spedizione in abbonamento postale gruppo 11°-Ab– bonamenti: annuo L. 3.200 seme– strale L. 1.500 - Una copio L. 100 - Concessionario per lo distribuzione in Italia: Messaggerie Italiane s.p.o. • settore periodici - v. P. Lomazzo n. 52 - Milano . ..._ _______ ./ LITOSTAMPA NOMENTANA • ROMA Via Valcamonica n. 6 • Te!. 893936 bibliotecaginobianco UNA RIPRESA L E ELEZIONI di Rimini costituiscono il miglior commento al discorso dell'on. Tambroni ad Urbania. Gli elettori hanno espresso con il loro giudizio la vera natura della situa2;ionepolitica italiana. E, si badi, non vogliamo qui insistere solo sul problema dell'apertura a sinistra. Abbiamo detto molte volte che l'apertura a sinistra non è la causa del ma– le, ma è solo un suo sintomo. La realtà vera è che in Italia si è ricostruito un certo ordine materiale, ma questo ordine materiale si fonda su di un vuoto morale e politico. . Si è offerto al paese una democrazia cristianamente ispirata: ma la realtà vera è che tra tutti i protagonisti del 18 aprile a questo non credeva nessuno, almeno fino al punto tale da ispirarvi effettivamente la propria azione. Il degasperismo vedeva i cattolici in politica come la forza di mediazione tra Chiesa e Stato liberale e tra Stato liberale e socialismo democratico: il dossettismo vi vedeva la mediazione tra senso popolare e sociale del Cattolicesimo con lo spirito della Resistenza e dell' « unità di massa». Nessuno seppe parlare un linguaggio cristiano vigorosa– mente civile, fondato sulla religione, la fortezza e la magnanimità: nessuno ebbe la vera speranza di ridare alla natura il vigoroso supporto della Fede, perché essa potesse essere veramente natura. Nessuno, salvo Pio XII: vera voce che gridava nel deserto. Ora si possono chiudere gl.i occhi finché si vuole, dare una descri– zione fittizia della politica italiana, creare al vertice un giocodi problemi arbitrari ed artefatti. La, realtà è che non si è costruito uno Stato, ma solo un rquilibrio fragile e provvisorio che si sta sfaldando. Una delle illusioni più pervicaci e più difficili da sradicare, sino a che la realtà non abbia ancora rivelato la vera drammaticità di cui è carica, è quello di fare ,dell'apertura a sinistra la causa, invece che il sintomo, dei nostri mali. Chi ragiona così, ritiene che il sole torni a splendere solo che l'on. Moro e l'on. Malagodi si diano la mano e si rallegra ddla «conversione» dell'on. Fanfani al centrismo pratico («è così cambiato») e dell'orientarsi a sinistra degli astratti furor-i dell'ono– revole Saragat. Se così fosse, tutto sarebbe molto semplice e veramente allora basterebbe una cauta operazione, (quella che l'on. Rumor ha in animo da tanto tempo), che rifacesse dell'on. Moro un semplice doroteo. Ma né una segreteria Rumor, né una segreteria Zaccagnini vengono mai veramente tentate, nonostante i dorotei abbiano una indiscussa 1

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