Lo Stato - anno II - n. 10 - 10 aprile 1961

tare. Al danno viene unita la beffa quando vengono presentati come « te– stimonianze di cattolici militanti > scritti di Bernanos e di Jemolo dei quali il meno che si possa dire è che non offrono necessarie garanzie di se– renità. Si arriva al colmo di far com– mentare i.J congresso d.c. da una posi– zione al limite come quella di Wladi– miro iDorigo. A questo punto, è ovvio che è scomparsa og.ni pretesa di fare storia. Ampi e « centrali > capitoli della sua antologia il Saitta dedica al proces– so di evoluzione politica in Africa ed in Asia.· Gli autori scelti, manco a dirlo, sono di chiara estrazione marxi– sta e cantano tutti le lodi del « neutrali– smo positivo > di quei paesi ex coloniali che, a fianco dell'Unione Sovietica e del– la Cina, seguendo i consigli «disinteres– sati» di Krusciov e di Mao, lottano «per sconfiggere il neocolonialismo occiden– tale». C'è anche l'accenno al Congo e il Saitta deve essere rimasto veramente dispiaciuto per non aver fatto in tem– pc a pubblicare le poesie «In morite di Lumumba » apparse sull'Unità dopo la uccisione dell'agitatore africano. Ora il fine primo ed ultimo, lo scopo es– senziale, la ragione fondamentale di questo lavoro di Armando Saitta è di convincere, con l'appoggio di testi «si– curi», che la storia del '900 è la «storia del comunismo in marcia»; «il '900 come secolo del comunismo» avrebbe potuto essere il titolo di questa anto– fogia « a tesi», se l'autore fosse· stato un po' più -lealee coraggioso. Tutti i teorici del movimento comu– nista sono presenti: di Lenin vengono riportate le pagine più :rilevanti di « Saggio e :rivoluzione », mentre il « profeta disarmato » del marxismo Leone Trotzkij, ritorna con la prefa– zione alla sua opera-base: « La :rivo– luzione permanente >. Sai:tta è ligio alle nuove direttive del comunismo. Per questo eviti di inserire stralci di scritti staliniani e supera pilatescamente l'osta– colo lasciando che del dittatore scom– parso parli Isaac \Deutscher. Grande ·rilievo, invece, al « nuovo corSÒ » di Krusciov. Ed è Mikojan, il più qualificato dopo K, a parlare della « svolta del XX congresso». Con ugua– le attenzione sono seguiti gli sviluppi del comunismo in paesi come la Cina e la Jugoslavia. Ormai - sostiene, in pratica, Saitta - la socialdemocrazia 28 bibliotecaginobianco è al tramonto, nonostante gli sforzi dei Bevan e spetterà al comunismo sostituire i socialdemocratici nella guida dei mo– vimenti operai europei. L'autore di « Miti e :realtà del '900 > chiude con una nota catastrofica sulla situazione italiana. Lo spunto gli è dato dal discorso del sen. Merzagora pronunciato nel luglio del '60 quando i moti di piazza ebbern il sopravvento sulla legalità. E, dal suo punto di vi- L'Italia Qùaldte tempo fa, sul giornale del suo pàrtito, «L'Avanti», !'on. Pietro Nenni, mentre sosteneva che era pros– simo l'inizio di un « nuovo corso > po– litico contraddistinto dall'ingresso del– le « forze popolari » nella cittadella dello stato democratico, diceva che una storiografia «moderna » e « progressi– sta » sta facendo giustizia dei falsi miti cui, fino a ieri, era stata .ispirata la storia d'Italia. Il leader sofr1lista ~ffermava la necesità che la storia, nel momento in cuÌ vengono gettate le basi per realiz– zare « l'apertura a sinistra>, sia inter– pretata secondo gli schemi dell'ideologia della classe operaia, cioè il marxismo. Ma è da parecchio tempo orma•i che gli intellettuali legati :i filo doppio con i partiti di estrema 5inistra « lavorano > per dare una nuova interpretazione al nostro passato. Su questo filone si sono posti altri storici, come il Canddoro, l'Alatri e il Luraghi impegnati a dimostrare, più o meno sapientemente, come il termine ultimo del processo dialettico in cui si muove la società è l'~dificazione dello stato socialista. Il periodo sottoposto a maggior vaglio « critico > - oltre a quello risorgimen– tale - abbraccia l'arco di tempo che va dal millenovecento al millenovecen– toquarantacinque. Di quegli anni, poco o nulla rimane in piedi, ma ogni manifestazione, da quelle politiche a quelle più strettamen– te culturali, è degna di vituperio: la guerra di Libia, la nascita del nazio– nalismo, il neo-ide:1\ismo, l'interventi– smo, il primo conflitto europeo per citare soltanto alcuni fenomeni ed av- sta, Saitta ha fatto bene: il luglio del '60 costituisce una grande vittoria del comunismo ed è la prova dell'impo– tenza di quei partiti che credono di di– fendere le istituzioni, lasciando mano libera ai socialcomunisti di aizzare le masse contro lo Stato. FAUSTO BELFIOR.l 1) Armando Saitta: Miti e realtà del '900. che fu veni~enti - sono considerati, in bloc– co, come l'espressione di quell'irraziona– lismo che doveva portare all'avvento del fascismo. Giudicati, sul metro di un razionalismo astratto, appaiono come l'« anti-storia > per eccellenza. Gli pseudo storici di sinistra con ac– canimento, per non dire con livore, emettono giudizi, tagliano, cuciono, di– sfano a loro piacimc-nto ed i risultati delle loro indagini hanno un solo sco– po, mettere sotto accma l'Italia di ieri, se si vuole un po' retorica, ma che cre– deva in alcune parole che non avevano perso ancora il loro i,ignificato: Patria, onore, dignità, sacrificio, libertà, quella vera che è dello spirito, che non soppor– ta imposizi_oni e non è artifizio propa– gandistico di politicanti in cerca di con– sensi e di suffragi elettorali. Per cui le nuove "5~nerazioni di fron- . te alle lezioni impartite, con tanta falsa sapienza, da questi s:iccenti rimangono perplesse, sgomente e non possono fare a meno di •guardare • con diffidenza i propri padri, convinte di trovarsi di fronte a degli stracci d'uomini adatta– tisi a subire, senza batter ciglio, anni ed anni di mostruosit>i. E credono dav– vero che la storia d'Italia sia nata sol– tanto nella primavera del millenovecen– toquarantacinque. Ma l'interpretazione che delle vicende italiane costoro fanno, e faranno anco– ra per lungo te~po, suona falsa come la moneta che non è buona; è uninter– pretazione faziosa, ~ettaria, che manca di serenità e di obiettività e che ha un unico scopo, quello di screditare uomi– ni, idee, valori che pur hanno contato qualcosa e che hanno esercitato un'in-

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