Lo Stato - anno II - n. 9 - 30 marzo 1961

Yincolativa per tlltti, e lu quindi va– lore di legge almeno sino al prossimo èontrollo del cnnsenso della maggioran– za: come potrebbe quindi diventare il– lecito nel momento st1ccessivo alla vo– tazione quanto la votazione stessa ha st,1bilito? Anzi, proprio allora diventa lecito. Dove va allora a finire la liber– tà garantita dallo Stato liberale? E' sva– nita nell'astratto. E che cosa vieta che il comenso liberticida della maggioran– za si ripeta costantemente nei successi– vi controlli? Altri teorici hanno sostenuto che la minoranza conserverebbe sempre il di– ritto di protestare contro la volontà della maggioranza. Astratto ripiego an– che questo. Anzitutto la volontà della maggioranza acquista il valore di una legge appoggiata da opportune sanzio– ni, come il carcere ecc., che 5i appli– cherebhiero subito contro la minoranza. In secondo luogo, abolite le libertà con– crete dell'individuo, e cioè la libertà di coscienza e opinione, e la via attraver– so cui essa si manifesta e realizza, cioè: la libertà di stampa, quale modo re– sterebbe alla minoranza per manifesta– re il suo dissenso? La libertà delle mi– noranze è in concreto, come la &toria (specie la storia dei tempi moderni, eosidetti «civili») dimostra, una sola: quella di occupare ordinate file di po– s-tial cimitero. Anche per questo aspet– to la libertà è svanita nelle nebbie del– l'astratto. Non è possibile uscire dalla difficol– tà se non per una sola via : l'elimina– zione, cioè, della coattività univenale attribuita dal Liberalismo classico alle deliberazioni della maggioranza, per il motivo che queste non possono mai menomare quelle prerogative di liber– tà del singolo, in cui consiste l'essen– za stessa della dottrina liberale. In al– tri termini, la lacuna dell'antico Libe– ralismo e del comune Diritto pubbli– co consiste nel riconoscere a tutte indi– stintamente le leggi della maggioranza un valore coattivo per l'intera colletti– vità, dando così adito alla violazione concretadei diritti del singolo; è, que– sto, un falso Liberalismo. Il vero Li– beralismodeve, per coerenza logica in– teriore, ammettere i limiti dell'azione 6ella maggioranza, cioè, a rovescio, i diritti della minoranza. Le leggi di uno Stato scientificamen– te costituito (Liberalismo critico) van– n@ quindi distinte in due categorie: a) Leggi approvate dalla maggio– ranza, che hanno valore per la totali– tà, in quanto il singolo liberamente le accetta perché non violano, anzi tute– lano la sua libertà. Tali sono, ad e&., Lo STATO inobianco le leggi sancite nel vigente Codice Pe– nale. Come si è accennato, la legge che vieta l'omicidio o il sequestro della persona fisica non vincola la libertà del singolo proibendogli di ammazzare o di ridurre in schiavitù il suo simile, anzi lo tutela da un ben maggiore pe– ricolo di morte e di servaggio che egli correrebbe, qualora l'omicidio ed il se– questro di per&ona fossero consentiti a tutti. Per questo motivo egli, il singo– lo, ha accettata e accetta questa legge, e quindi accetta di vivere in un com– plesso sociale. b) Leggi approvate dalla maggio– ranza che hanno valore per la sola maggioranza, la quale spontaneamente e liberamente in forza del suo voto le accetti, ma non per la totalità della Nazione, in quanto violerebbero la li– bertà del singolo. Ad esempio, la pro– clamazione di una religione .ufficiale dello Stato è una dichiarazione che vin– cola la maggioranza, ma non la tot:.- lità della Nazione. E' in forza di que– sto stesw principio che come la libertà di credenza religiosa, così la libertà di opinione politica, la libertà di stampa, ecc., diventano diritti inalienabili del singolo, e nessun altro singolo o grup– po di singoli, foss'anche quest'ultimo costituito dalla totalità meno uno, può arrogar&i la pretesa di violarli, perché su nessuna motivazione la sua decisio– ne potrebbe appoggiarsi, altro che sul– l'illecita aspirazione a soffocare e cal– pestare l'altrui autonomia. In altri termini - ed è questa la ri– forma che va apportata al comune Di– ritto costituzionale - la costituzione di uno Stato ordinato secondo ragione deve comprendere ioltanto le leggi che l'individuo singolo accetta liberamente come tutelatrici della sua libertà e deve a rovescio prevedere, e opportunamen– te punire, le violazioni della libertà del singolo. CHIESA E STATO IN POLONIA Le elezioni del 16 aprile rappresentano un punto cruciale nella lotta che il regime ha scatenato contro catJolici nello intento di farne i capri espiatori dei fallimenti a catena che hanno caratterizzato la sua politica negli ultimi anni Il 16 aprile prossimo si terranno in Polonia le elezioni per il rinnovo del Sejm. Il Consiglio di Stato ha dato mandato ad una « commissione eletto– rale » di occuparsi della definizione dei dettagli. La situazione interna polacca è da alcuni mesi quanto mai fluida per lo acuirsi del conflitto fra Stato e Chiesa e per l'evidente irrigidimento del re– gime. Proprio recentemente ci sono state due radicali prese di posizione dell'Epi– scopato. La prima volta, il 12 gennaio, è stata fatta circolare in segreto fra i 15 mila sacerdoti polacchi una lettera in cui si diceva tra l'altro: << Penosi esempi di apostasia sono stati rilevati recentemente. Diversi sacerdoti, pur non cessando i loro legami con il Si– gnore,- hanno intrapreso attività contro la Chiesa e contro la religione serven– dosi della demagogia. E' con profondo dolore che abbiamo notato il crescere dell'attività di questi sacerdoti i quali hanno organizzato quella che viooe chiamata la Chiesa nazionale. Ci atten– diamo un rinnovato attacco contro il clero, attacco che avrebbe lo scopo di minare la fiducia dei fedeli verso i sa– cerdoti ». La seconda volta, il 20 marzo, il cardinale Primate, Stefan Wyszynski, ha polemizzato apertamente con il Pri– mo Segretario del POUP, Gomulka, che il giorno prima lo aveva accusato di seguire una politica antigovernativa per ordine del Vaticano. In un'atmo– sfera di profondo raccoglimento, nella chiesa dei Carmelitani di Varsavia, gremita all'inverosimile, nel corso di un sermone, Wyszymki ha detto: « E' vero che la Chiesa si ribella ad ogni oppressione e noi non ci staremo a di– fendere da tale accusa. E' anche vero che i fedeli sono pronti a scendere nel– le catacombe ed a cospirare per difon– dere ed affermare la propria religione. Si continua ad affermare da tutte le parti che non c'è lotta contro la reli- 11

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