Lo Stato - anno II - n. 8 - 20 marzo 1961

t SOMMARIO Risorgimento e rivolu- zione . . pag. 1 Milano e Palermo . » 6 La realtà congolese » 7 Qualificazione e indu- stria » 8 Una Russia libera per un mondo libero » 1 O Il comunismo nell'Eu- ropa Occidentale » 12 La forza della verità . » 13 Problemi dell'agricol- tura » 15 Il commento Il « Piano delle auto– strade » Nubi sull'industria au– tomobilistica I i oensiero conserva– t~re negli Stati Uniti Un libro sbagliato su Savonarola Gli alleati del diavolo . « C'est l'argent qui fait la revolution » . Un'inchiesta sulle bi– blioteche italiane • LO STATO Periodico politico Direttore » 16 » 20 » 22 » 25 » 271 ~) 28 » 29 » 30 GIOVANNI BAGET-BOZZO Anno Il - N. 8 - 20 marzo 1961 Direzione, Redazione, Amministra– zione: ROMA Via Rosella, 6 - Te– lef. 471.117 - Direttore Responsabi– le Ugo Visciòla - Autorizzazione del Tribunale di Roma N. 7786 del 6 dicembre 1960 - Spedizione in abbonamento postale gruppo 11°-Ab– bonamenti: annuo L. 3.200 se~– strale L. l .500 - Una copia L. l 00 - Concessionaria per la distribuzione in_ Italia: Messaggerie Italiane s.p.a. - settore periodici - v. P. Lomazzo n. 52 - Milan.o. \. LITOSTAMPA NOMENTANA - ROMA Via Valcamooica o, 6 • Te!. 893936 bibliotecagino ·anca RISORGIMENT E RIVOLUZION L E CELEBRAZIONI centenarie del '61 si vanno riducendo a fastosa e costosa rievocazione di fatti, ma poco o nulla significano sul piano delle idee. Sotto questo aspetto esse sono molto più delle celebrazioni dell'uni– tà che delle commemorazioni del Risorgimento: ed anzi in questa pa– rentesi posta tra Risorgimento e fatti dell'unità sta una delle singolari manifestazioni del compromesso istituzionale e politico che ci regge. E' sotto un certo aspetto facile e semplice ridurre tutto al fatto unitario: nessun gruppo politico e culturale contesta, sotto questo aspet– to, il presente assetto politico italiano. E' dunque agevole ottenere attor– no alle celebrazioni centenarie quel tipo di unanimità decorativa che si addice all'onore dei trapassati, siano essi o persone o istituzioni o avve– .nimenti. •.Jvfase appena si andasse un poco di la della corteccia, si vedrebbe facilmente q!lall ampi dissensi nasconde un così acquisito e· diffuso consenso. Da Gramsci, da Dorso e 6 Gobetti in poi, il filone della critica estre– ma ha prevalso, per quanto riguarda il Risorgimento, su quello della cri– tica moderata o dell'apologia. Il Risorgimento appare sempre più un sem– plice espediente autoritario attraverso cui la monarchia sabauda estese la sua ferma egemonia statale a tutto il resto d'Italia, impiantandovisi come in terra di « conquista regia». • E' anzi curioso notare che oggi la storiografia di sinistra riprenda, per negare il carattere popolare dello Stato risorgimentale, gli stessi argomenti che venivano usati, mentre le cose si facevanò, dai polemisti cattolici difensori del potere temporale. Il Risorgimento appare sopratutto nei term1m gramsciani della rivoluzione fallita. « Perché il Partito d'Azione fosse diventato una forza autonoma e, in ultima analisi, fosse riuscito per lo meno ad imprimere al Risorgimento un carattere più marcatamente popolare e democratico, avrebbe dovuto contrapporre all'atti~ità empirica dei mo– derati (che era empirica solo per modo di dire perché corrispondeva perfettamente al fine) un programma organico di governo che riflettesse le rivendicazioni essenziali delle masse popolari, in primo luogo dei con– tadini» ..... « Invece il Partito d'Azione mancò addirittura di un pro– gramma concreto di governo. Esso, in sostanza, fu sempre, più che altro 1

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