Lo Stato - anno II - n. 8 - 20 marzo 1961

bib11 Il ''Piano delle autostrade" Dobbiamo augurarci che i problemi tecnici e finanziari non passmo in seconda linea per le pressioni politiche alimentate dalla concor– renza elettoralistica dei vari «patentati» interessati allo stesso Il piano decennale di costruzioni autostradali, sorto e lanciato nell'eufo– ria delle « convergenze parallele », at– tende pazientemente di essere esaminato dal senato; con il « piano » attendono le popolazioni che da decenni aspirano ad ottenere collegamenti sufficienti allo svolgimento ed all'incremento delle pro– prie attività turistiche ed economiche. I tecnici del ministero dei Lavori Pubblici furono messi al torchio, a suo tempo, per varare questo piano nel minor tempo possibile; presso gli uffici dell'ANAS si lavorò giorno e notte, tra carte geografi– che, piante e progetti, nella ricerca di soluzioni adatte a conciliare le richie– ste dei numerosi centri della Penisola, che aspiravano ed aspirano ad avere un'autostrada, accompagnate da racco– mandazioni politiche o comunque sol– lecitate da un laborioso lavorio di cor– renti e sottocorrenti di partito. Lavorarono da forsennati, i nostri tecnici, per redigere questo piano, dopo lungo girovagare da una città all'altra, alla ricerca di giustificazioni e di con– sensi « in loco » adatti a sostenere una soluzione e scartarne un'altra. Quando il « piano » fu varato tutti ebbero un sospiro di sollievo; cionostante per un mese e più non si fece che parlare di autostrade. La televisione, docile alle direttive dei « convergenti », dedicò una lunga trasmissione all'orgomento. Era risolto, così, il problema della circola– zione nel nostro paese; le distanze tra Nord e Sud non sarebbero più esistite e gli abitanti dei centri più piccoli, at– traverso un prodigioso sistema di al– lacciamenti e di raccordi autostradali, immessi sulle veloci fettucce delle « su– perstrade », potevano finalmente veniri: a contatto con la civiltà dei grandi centri. Il miracolo era compiuto! Ad una cosa non si pensò in quel mo– mento, nell'euforia del prodigio, alle lunghe scadenze, dell'ordine di anni, previste pre la realizzazione del pro– gramma « decennale». Ora, per di più - come abbiamo detto - il « piano » ~ittende nell'anticamera del senato in attesa di fare la conoscenza dei nostri 20 caginobianco parlamentari. Quando sarà discusso? Non si sa ancora. Certo non prima delle vacanze pasquali, forse in autunno. In– tanto alcune società, che si sono costi– tuite per la costruzione di autostrade, non possono dare il via alla realizza– zione dei propri programmi, perché il piano non ha ancora tutti i crismi di legge esecutiva. Tale ritardo pregiudi– ca, in particolare, la costruzione di quelle autostrade al cui finanziamento dovrà provvedere lo Stato, attraverso l'IRI; pur essendo pronti o anche già approvati dagli organi tecnici compe– tenti i relativi progetti, tuttavia biso– gnerà attendere che la legge venga perfezionata. Se così dovevano andare le cose, si giustificano ampiamente le perplessità di quei tecnici i quali non comprendo– no il clima d'urgenza in cui il « piano > fu a suo tempo varato. Forse - è una giusta osservazione che questi tecnici fanno - prendendo le decisioni con più calma si potevano evitare alcune « ingiustizie » ed alcuni scontenti, ade– guando il « piano » alle reali esigenze economiche delle regioni sprovviste di un'idonea rete di collegamenti autostra– dali. Un più razionale dosaggio dei provvedimenti presi in rapporto alle ne– cessità delle città da favorire avrebbe evitato senza dubbio taluni gravi scom– pensi. Non stiamo qui a richiamare le polemiche che attorno al piano auto– stradale si sono accese tra città e città, fra regione e regione sino ad oggi; po– lemiche forse non sempre giustificate. Certo è che, se i nuovi provvedimenti avvantaggeranno alcuni, danneggeran– no altri e le polemiche torneranno. Tor– neranno, le polemiche, sollecitate da in"– teressi economico-politico-elettorali, per il sistema con cui si articola la legge al di là delle caratteristiche tecniche. Il piano autostradale dovrebbe dare, nelle intenzioni dei progettisti, un as– setto efficiente al sistema di circolazio– ne su tutto il territorio nazionale. Con la sua realizzazione l'Italia dovrebbe essere dotata entro 10 anni di circa 5.000 chilometri di nuovi collegamenti autostradali a pedaggio, di autostrade libere da pedaggio, di « superstrade » e di raccordi autostradali. Le autostrade saranno classificate, a seconda delle loro caratteristiche di co struzione, in tre tipi: A,B,C. Su quelle di tipo «A» sarà consentita una velo– cità di 100 km. orari; esse avranno una larghezza di 24 metri ed oltre nei tratti « scoperti », di 19 metri in galle– ria e di 17 sui ponti e viadotti. La ca– tegoria « B » prevede autostrade che consentiranno una velocità di 100 km. orari, con larghezza intorno ai 18 me– tri (10 metri in galleria e 16 sui ponti e viadotti). Ambedue i tipi avranno una pendenza tra il 4% e il 6%. Le auto– strade di tipo « C » ·saranno di dimen– sioni più ridotte, con sezione normale di 18,70 metri, e consentiranno una ve– locità media di km. 80 orari. Per quanto riguarda le « superstra– de », si sa soltanto che esse non do– vrebbero essere molto dissimili da al– cune autostrade già aperte al traffico, cume ad esempio la Milano-Firenze, cioé con sedi suddivise in tre corsie di marcia e senza spartitraffico centrale. Il « piano » non prevede quali centri in particolare saranno collegati da « su– perstrade»; tuttavia sembra ormai certo che « superstrade » saranno la Venezia– Ccscna- Magliano Sabino, che colleghe– rà la costa adriatica con l'autostrada del sole, la Sestri Levante-La Spezia, la Livorno-Civitavecchia, la Fano-Città di Castello-Arezzo-Siena-Grosseto, che uni– rà il litorale adriatico con quello tirre– no, la Battipaglia-Potenza-Taranto, fa Porto Torres-Sassari-Cagliari. Tutte queste opere saranno costruite a cura ed a spese dell'Anas. Le autostrade, invece, saranno date, in maggior parte, in concessione all'IRI. Lo Stato, da parte sua, concederà l'esen– zione da alcune imposte fiscali (dazio, ige, consumo di materiali, imposte di registro) e la corresponsione di un con– tributo in annualità trentennali non su– periore al 4% del costo complessivo delle opere. Il « piano > prevede la C!)·

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