Lo Stato - anno II - n. 4 - 10 febbraio 1961

..: ' . . . . . ' . ' ,·. . • I Gli organici della Magistratura La lentezza con la quale si svolgono i processi giudiziari "frusta la fina– lità della giustizia che consiste nel provvedere effi~acemente e sollecita– mente a reintegrare l'ordine giudiziario violato dal fatto· illecito altrui,, Ci siamo già occupati sotto il pro– filo generale del discorso pronunziato, per l'inaugurazione dell'anno giudizia– rio, dal dr. Francesco Cigolini, Procu– ratore Generale della Suprema Corte di Cassazione. Intendiamo, ora, esaminarlo nei suoi vari aspetti specifici e tecnici, e comin– ceremo dai dati statistici e dalle rela– tive osservazioni sull'andamento della giustizia civile e penale, i quali costi– tuiscono la premessa indispensabile per potere affrontare concretamente e ri– solvere in modo costruttivo il più an– noso e impegnativo problema del terzo potere: quello della deficienza degli or– gani dei Magistrati e dei loro organi ausiliari. Il velo delle cifre I dati sulla giustizia civile presenta– no un aspetto che, guardato in super– ficie·, potrebbe esser giudicato positivo. Secondo i dati statistici ufficiali si è ve– rificato un graduale e notevolissimo declino della litigiositt Mentre, infat- Progressione preoccupa1ite Ad esso, invero, dovrebbe cor– rispondere un regresso, altrettanto ri– levante, dd fenomeno della criminali– tà che, al contrario, dal 1901 ad oggi si è andato gradualmente e inesorabil– mente incrementando. Per non andare molto lontano negli anni, è sufficiente precisare che i delitti da 735.454, quan- ti furono quelli consumati nel 1956, sono aumentati a 760.999 nel 1957, a 761.481 nel 1958, a 850.467 nel 1959 e hanno quasi toccato, nei primi otto mesi . del 1960, la quota di 600.000. Il che significa che la mancanza di fi– ducia dei cittadini nel settore della giu- · · stizia civile trova netto riscontro nel- -.... l'aumento della criminalità, di cui uno dei principali fattori causali è indub– biamente da ravvisarsi nella speranza dei delinquenti di potere con buone probabilità sfuggire ai rigori della giu– stizia penale. Riprova di ciò è nel fatto che, ad esempio, i delitti contro il patrimonio, che in percentuale rap– presentano· il 58,8% dei delitti veri– ficatisi dal gennaio al settembre del 1960, sono rimasti ~n gran parte im– puniti, non essendone stati identificati gli autori. • f ~. ·' ....... . ·.... . . :" . . -! . ( r' . .' .. . ·- .. . . . . " .(" :, . - ·.' ·. ti, i procedimenti civili di cognizione furono 2.331.433 nel 1901 e 1.586.562 nel 193 l, oggi, invece, si aggirano sui 558.000, con una flessione discendente tanto più notevole ove si consideri che nel 1901 la popolazione italiana era di 33.000.000 di unità di fronte alle 51.000.000 di oggi e che allora, il rit .. mo degli affari e, in genere, della vita assodata era ben lontano da quello vertiginoso di questi tempi. Constata– zione, questa, che potrebbe . apparire confo.rtante, essendo indubitabile che il re.grcsso della litigiosità è una delle manifestazioni più sintomatiche del progresso civile e sociale. Ma tutto ciò, ripetiamo, potrebbe avvenire solo se il fide e la diagnosi dovesse aver luogo all'insegna della superficialità. Ma così non è e non può essere. Come il me– dico non si può limitare all'esame del– l'epidermide di un individuo per sta– bilire se sia sano o ammalato, altret– tanto lo studioso dei problemi sociali deve spingersi i~ profondità per stabi– lire se un determinato fenomeno sia un fatto positivo o negativo per il pro– gresso sociale. Seguendo questo meto– do, ci si accorgerà facilmente che il de– clino della litigiosità nel settore della giustizia civile è un dato disarmonico nell'orizzonte della ammm1strazione della giustizia in generale e che esso, pertanto. ha un valore solo formale, perché riguarda la litigiosità e: ufficiale> (quella, cioè, che ·trova sbocco e com– ponimento negli organi giurisdizionali dello Stato)~ e non anche la litigiosità e effettiva >, che si compone con altri mezzi diversi dal ricorso alla giusti– zia, come la transazione. tra le parti, l'intervento di privati a cui le parti attribuiscono la facoltà di decidere le loro controversie preferendoli ai giudi– ci dello Stato e persino la sopraffazione del più debole ad opera del più forte senza alcun riguardo al buon diritto dell'uno o dell'altro. Solo così si può spiegare come oggi, con una popola– zione di 51.000.000 di unità, vi siano 580.000 procedimenti di cognizione di fronte ai 2.331.433 del 1901, quando la popolazione era di poco superiore della metà di quella attuale. Nemme– no il più irragionevole ottimismo po– trebbe spiegare ciò con il progresso civile e sociale e non piuttosto con la sfiducia dei cittadini nella giustizia. Tanto più che, se di progresso vera– mente si trattasse, il dato statistico che stiamo esaminando non dovrebbe ave– re il carattere e disarmonico> già ri– levato. .. Cause dirette· ·· -~· · · fenomeno venisse esaminato in super- _. · ··20 . •. < . • . ~-. ·:. A questo punto dobbiamo doman– darci: Perché tutto questo? Come mai in Italia, dove pure esiste una Magi– stratura di nobilis~ime tradizioni, i cittadini cominciano a manifestare po– ca fiducia nell'amministrazione della Giustizia e i criminali coqiinciano a. sperare troppo nell'impunità? Intendiamo premettere subito che tra coloro che sono intransigenti nella . •' .. : -:,:- .... ~ . ·, .... . ·.·. . .. . : .. · .. . . . . :' . ' . . . . .... , ·.' . . ... . . •.· ·: ... . . , . . ... . .. . · ... •

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