Lo Stato - anno II - n. 3 - 30 gennaio 1961

:s~gretari deJ.la CGIL e della CISL han– no enunciato nel corso delle loro di– <hiarazioni. Con la sola differenza che, mentre per la OGIL il discorso è piena– mente valido e diremmo quasi leale, nell'ambito di una lotta intesa a trova.re nella contrapposizione di dassi lo stru– mento indispensabile per il sovvertimen– ,to dell'o.rdine e per la conquista del potere, lo stesso diviene inammissibile per una organizzazione che, pur ten– tando ad ogni .pié sospinto di accentua– re una neutralità politica ed ideologica, conta nelle sue file, neJ.la quasi totalità, forze indubbiamente sane, anche se fra– stornate, di ispirazione e formazione cristiana. L'on. Novella, nelle sue dichiarazioni alla stampa, ha scaricato la responsabi– lità della ondata di scioperi e di illega– lità che si è scatenata in questi ultimi mesi in tutti i maggiori settori produt– tivi, sulle categorie imprenditoriali. Gli accenni alla politica sociale dell'attuale. Governo, alle più recenti deliberazioni del Ministero del Lavoro in tema di vertenze e di riassetto previdenziale ed ·assistenziale, alle iniziative di incontri più o meno triangolari e via dicendo - accenni non certo involontariai;nente conseguenziali ad U!}a artefatta inter– pretazione dei fatti di Luglio - hanno anche troppo palesemente scoperto la :simpatia con la quale la CGIL vede lo :attuale momento politico che le permet– te di tentare di ricondurre al classismo i termini di una lotta sindacale che fa– ticosam~nte stava avviandosi ad una più aperta accezione comunit~ria. Sotto questo profilo, appaiono sinto– matiche le impostazioni date ai pro– blemi più scottanti attualmente sul tap- . peto nel settore sindacale, dalla contrat– tazione integrativa settoriale alla appli– cazione degli a·rt. 39 e· 40 della Costitu– -zione, al ,riconoscimento giuridico delle Commissioni Interne e via dicendo. Poi– ché è evidente il beneficio che la CGIL può tram; da una situazione di disorie.n– tamentc, e di permanente agitazione, nella quale si trova fiancheggiata dalle altre organizzazioni sindacali che ama– no definirsi « democratiche ». E qui il discorso investe la. grave re– spcnsabilità che si sta assumendo la CISL, e per essa l'Òn. Storti, il quale sembra non ·comprendere la pericolosa gora nella quale è volontariamente ca– duto o quanto meno trascurare, per non si sa bene quali obbiettivi (ideologici o soltanto pratici?), gli effetti che ne ver- La Costituzione di comodo Quando i.J segretario della CISL af– ferma di voler combattere ad oltranza contro la definitiva sistemazione giuri– dica del settore sindacale, così come im– posto dalla Costituzione, di voler eli– minare seduta stante le Commissioni In- terne, ultimo baluardo di democrazia sindacale, di voler codificata là possibi– lità da parte della sua e delle altre con– fede-razioni di porre in discussione in qualsiasi momento e per qualsiasi moti– vo i contratti vigenti, di auspicare la formazione di una organizzazione uni– taria nella quale giocoforza la maggio– re rappresentanza sarebbe ottenuta dalle· forze marxiste, non è possibile non por– si la domanda se ci troviamo dì fronte ,,d un caso limite, in cui un problema di teoria e di prassi sindacale diventa au– tomaticamente un problema di coscien– za e di ideologia. Torneremo, perché lo sentiamo come un preciso dovere di uomini che si bat– tono non soltanto per deJ.le tesi ma an– che e soprattutto per una fede, su questi problemi e cercheremo di chiarirne, con la massima serenità tutti quegli aspetti di estrema delicatezza e di importanza determinante per l'avvenire . del movi– mento sindacale cristiano, ~he vengono oggi sottaciuti o camuffati. E cercheremo di por-re .nel)a giusta luce la reale sostanza e gli ineluttabili sv,iluppi di una azione promossa, in uno Stato di diritto, da associazioni di fatto che rifiutano ogni crisma di legalità, che si battono per la scomparsa degli ultimi addentellati di libertà e di de– mocrazia nelle fabbriche, che usano le forze operaie come pedine per atti di violenza che rasentano i .limiti di un attentato alla autorità stessa dello Stato. Non ci dispiacerà se, in questa nostra battaglia, troveremo aiuto in coloro che, anche se dissenzienti sui nostri obbiet– tivi; hanno tuttavia da tempo abbando– nato il timore di apparire, ai servitorelli sciocchi de.Ue fazioni, fautori di un sin– dacalismo « ancien regime » o quanto meno di un paternalismo confindu– striale. Siamo convinti che una delle condi– zioni essenziali per affrontare con cer– tezza di successo la battaglia anti-comu– nista, sia quella di superare il timore delle « etichette » che con estrema disin– voltura e malafede vengono distribuite a piene mani in Italia. Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti; infatti, che nel linguaggio dei marxisti e dei « sinistri » di tutte le tinte sono « fascisti », « reazionari .», « passatisti » tutti coloro che non giudicano delle co– se e degli uomini con il loro metro. Superato il ~omplesso delle « etichet– te » sarà più facile la strada per richia– mare molte energie disperso alla vera e sola battaglia che oggi meriti di es– ~cre combattuta: la battaglia contro il comunismo. ranno. sindacati « democratici » si dicono pronti ad accentuare l'unità d'azione con la CGIL Lo Stato 19 bi Jinobianco

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