Lo Stato - anno II - n. 3 - 30 gennaio 1961

bit pulpito o dal confessionale tacere sul fatto che l'aborto, i mezzi anticoncet– tivi, il matrimonio civile e il divorzio sono peccati gravi? Ma, per gli scopi del governo, il silenzio sarebbe suffi– ciente». Ferme risposte Come si vede questa pastorale ha un suo significato che trascende la politica spicciola: è un documento umano di eccezionale importanza. La lettera del vescovo di Siedlce ha prodotto un'enor– me impressione in tutta la Polonia: era ormai parecchio tempo che un vescovo non prendeva simili posizioni di accusa nei confronti del « sistema ». Subito dopo, il 4 settembre, i vesco– vi polacchi, riuniti a Czestochowa, re– digevano una lettera che avrebbe dovuto essere resa nota dai pulpiti di tutte le Chiese di Polonia il 18 settembre; ma un improvviso ordine del governo di Varsavia ne vietò la lettura. Si ricorderà a questo proposito la premura dell'«Uni– tà » che, riprendendo, una nota del « Tygodnik Powszechny », scrisse che l'Episcopato aveva rinunziato di sua spontanea volontà alla publicazione della lettera firmata dal Cardinale primate e dagli « Arcivescovi e Vescovi di Polo– nia ». Riteniamo quanto mai utile dare una scorsa anche a quest'altro documen– to, il cui testo è stato reso noto in Italia dall'Agenzia Euro: « Il nostro silenzio potrebbe sembrarvi una acquiescenza ai molti mali di cui soffre oggi la Chiesa. Non possiamo dunque tacere: nella famiglia le gioie, come le tristezze, debbono essere comu– ni... Che nessuno ci accusi che sono i buoni cattolici ad aumentare le fila degli ubriaconi e dei ladri... Hanno privato la Chiesa di tutti i mezzi materiali ... Non siamo liberi da debolezze umane alle quali siamo tutti soggetti, ma pro– testiamo fermamente in nome della giustizia e della verità quando veniamo additati come una classe nociva alla na– zione ... E' venuta l'ora della professione della Santa Fede per noi tutti: non solo i ves::ovi e i sacerdoti ne sono i confes– sori, ma anche i genitori di fronte ai bimbi, gli insegnanti, i medici, i lavora– tori di fronte al loro ambiente ... ». Le prese di posizione contenute nelle due lettere sono più che sufficienti a tracciare un quadro di fondo della si– tuazione in cui versa la Chiesa cattolica in Polonia: dove è la libertà di religio– ne? Cosa garantisce il comunismo ai cat– tolici? Giorni difficili Il 1960 ha praticamente dissipato ogni illusione sulla possibilità di concreti ne– goziati chiarificatori fra Stato e Chiesa, sul modello di quelli del dicembre '56. Rimane lo « stato di necessità » che è appunto l'espressione del modus vivendi che l'Episcopato polacco ha dovuto con– cludere con il Governo. Ma ormai an– che il modus vivendi del dicembre '56 è da considerarsi superato: non solo è lungi dall'assicurare la posizione che le spetta in un paese ove la grande mag– gioranza della popolazione, per ammis– sione degli stessi comunisti, è cattolica praticante, ma è stato ripetutamente violato, specialmente negli ultimi tempi. In primavera ci sono stati gli scontri fra la polizia e i cattolici che si oppone– vano alle imposizioni del Partito a No– wa Huta e Zielono Gòra. Le trattative che avrebbero dovuto chiarire la questio– ne dell'insegnamento religioso sono sta– te unilateralmente interrotte dai comu– nisti nel maggio. In giugno c'è stata la v1s1ta a Mosca di Sztachelski, membro del Comitato Centrale del POUP e Ministro degli affari Religiosi, visita che ha segnato il giro di vite culminato appunto nel divieto di pubblicazione del– la lettera episcopale. Sono poi in sospe– so le questioni dell'Università cattolica di Lublino, delle imposte sui seminari, sui collegi, sui monasteri, imposte inso– stenibili tanto è vero che· le confische di beni ecclesiastici si fanno sempre più frequenti. Intanto prosegue la campagna ostile contro il Vaticano su tutti i mag– giori giornali comunisti del paese. La campagna è espressamente volta a per– suadere i polacchi che la politica del Vaticano rispetto alla questione delle frontiere, soprattutto delle frontiere del– la linea Oder-Neisse, è ed è sempre sta– ta filotedesca. La Polonia, quindi, non dovrebbe aspettarsi dal Papa nessun aiu– to in proposito. L'episcopato sembra deciso a reagire di fronte all'accentuarsi della campagna antireligiosa. Il 1961, quasi sicuramente non porterà, come il 1956, ad una tre– gua. L'avvio per un mutamento deciso dell'atteggiamento delle gerarchie po– lacche avanti al governo, potrebbe es~ere dato dai recenti provvedimenti presi da questo in materia di insegnamento re– ligioso. Si tratta, infatti, di materia grave, che rompe, praticamente, il « mo– dus vivendi » che s'era stabilito fra Stato e Chiesa in Polonia con il ritor– uo di Gomulka al potere. Quanto sino qui detto dovrebbe fare meditare quanti dei cattolici italiani si battono per giungere ad una stabile al– leanza fra DC e PSI. Ad una alleanza cioé, di cattolici con una forza politica che mostra di voler considerare la Polo– nia di Gomulka, e la Jugoslavia di Tito, i modelli a cui ispirarsi per la edifica– zione in Italia della « Società socialista». « Vi sono, alle volte, situazioni che, per ragioni tattiche, consigliano di accettare la divisione del movimento operaio o l'esistenza di due partiti, comunista e socialista, anche quando l'unifi– cazione dal!'alto fosse possibile, come, ad esempio, tra il PCI di Togliatti ed il PSI di Nenni. In Italia, però, si tratta di conquistare il potere, di creare un potere popolare - secondo le parole di Togliatti - la dittat1!ra del proletariato; si tratta di mobilitare le più vaste masse possibili, masse che non seguirebbero una direzione apertamente comunista». (Dichiarazione di Gomulkà al e.e. del Partito Operaio Unifìcato Polacco). Lo Stato inobianco 9

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