Lo Stato - anno II - n. 3 - 30 gennaio 1961

b Stato e Chiesa In tempi di· "apertura a sinistra ,, è bene a certi cattolici ricordare le reali condizioni della Chiesa nei • lll Polonia paesi dominati da coloro Recentemente vari giornali comumstl dell'Europa occidentale, parecchi zelanti conferenzieri di Partito, nonché lo stes– .so Togliatti nella rubrica televisiva « Tribuna Elettorale» ci hanno infor– mato che oltrecortina vi è libertà di reli– gione, indicando, spesso e volentieri, nella Polonia il paese nel quale il rap– porto fra lo Stato comunista e Chiesa cattolica assume un carattere tipico. La realtà è che anche in Polonia la lotta alla religione resta uno degli ob– biettivi fondamentali del comunismo. La chiave per l'esatta interpretazione della situazione del clero e dell'Episco– pato polacco è la circostanza che esso agisce in « stato di necessità», condizio– ne, questa, che quattro anni di regime gomulkiano, anziché eliminare, hanno da un certo punto di vista reso più pe– sante. Insidia mascherata Rifacendoci ad episodi recentissimi, dobbiamo ricordare la pastorale del Ve– scovo di Siedlce e la lettera dei Vescovi polacchi. I due documenti bastano da soli a mettere a nudo la realtà degli at– tuali rapporti fra. Stato e Chiesa in Polo– nia. Ma andiamo con ordine. La coraggiosa pastorale dell'ordinario di Siedlce, mons. Ignazio Swirski, il cm testo è stato reso noto in Occidente 8 ecaginobianco alla . azione dei quali . si ispira la po litica del P. S. l. da qualche mese, è una denuncia dell'at– tività della « Charitas », un movimento non molto dissimile da quello di « Pax » di .Piasecki, che si ispira direttamente al regime e che, oltre allo scopo dichiarato di « alleviare le difficoltà economiche del clero, polacco», si rivela essere una organizzazione tendente alla creazione di una Chiesa di Stato, destinata a se– minare la confusione fra i fedeli polac– chi. Ma vediamo ora insieme alcuni dei passi più significativi della pastorale di mons. Sw.irski. « ... Esiste, non sanzionato da nessun vescovo, un « Circolo di Sacerdoti » (appunto una fihazione della « Chari– tas »), organizzazione avente lo scopo di dare un aiuto materiale agli ecclesia– stici... Questo aiuto materiale (i fondi della Charitas sono fondi apertamente governativi) si può forse chiamare ele– mosina? Certamente no. «... Miei cari, non vi sembra forse che il governo voglia attirarci dalla sua par– te, che, in una parola, voglia comprarci, per i suoi scopi che non sono affatto po– litici, né culturali o caritativi, ma per i suoi scopi antireligiosi? Per che cosa siamo necessari al Governo? ... Possia– mo forse meravigliarci che i fedeli con– siderino quella specie di aiuti come il denaro di Giuda?... Volendo tranquil– lizzare la propria coscienza, qualche sa– cerdote potrebbe 'dire a se stesso che ser- ve il Governo solo per quanto riguarda la· politica e per nient'altro, conservan– do la completa indipendenza per quanto riguarda la fede. « Effettivamente il principio è giu– sto, ma la sua applicazione è sbagliata. Non si tratta della politica estera del nostro Governo, bensì della sua politica interna: introduzione della scuola interamen– te laica, senza l'insegnamento della re– ligione; il proposito di frenare il troppo ra– pido aumento della natalità con l'uso di mezzi anticoncettivi e provocando lo aborto; l'introduzione del matrimonio civi– le e del divorzio; la creazione di nuove difficoltà allo svolgimento dell'assistenza religiosa ne– gli ospedali e nelle carceri; l'allontanamento delle suore dalle opere caritative e culturali; l'appoggio alle diverse sette e alla Chiesa nazionale; l'indirizzo verso il « socialismo>. Che il sacerdote risponda dunque con la mano sul cuore, di fronte alla propria coscienza e al cospetto di Dio, se appro– va questa politica e se gli è permesso di contribuire alla sua vittoria. Risponda a se stesso! Può forse il sacerdote dal

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