Lo Stato - anno I - n. 1 - 20 dicembre 1960

18 ni possibili: gli altri fanno come noi e pegigio di noi, diamo occasione di lavo– ro ed escogitiamo modi di risparmio, ma il lato negativo ddl' « af.fa ,re» rima– ne, col giudizio sfavorevole del mondo occidentale cui apparteniamo e con la soddisfazione di quello comunista che pretendiamo di combattere. E poiché avevamo comiinciato questa nostra nota parlando di polemica ideo- logica, è fuor di dubbio che sarà assai facile a•rgomentaTe, ora, anche a 1 l comu– nismo nostrano che in definitiva l'URSS ha teso all'Italia una mano, consenten– dole prospettive migliori in c~rti setto– ri in conseguenza .di un suo saldamento al sistema comunista e che i « capitali– sti1» hanno inscenato, fuori e dentro di Italia, una indegna gazzarra tendente a negare al nostro Paese la possibilità di Lo Stato collocare suoi prodotti all'estero e di pa– gare meno caTa la materia pri.ma più preziosa della noSitra epoca. Le Conseguenze dell' « affare » sono dunque ormai scontate su tutti i piani. E' stata una imprudenza? E' stato ed · è un calcolo? Oggi è l'epoca dei « rischi calcolati »: ma i rischi troppo spesso sembrano essere certi e concreti e, i cal– coli rirultano azzardati o sb~g.liati:- Il « blocco dei fitti» Al·meno tremila miliardi di lire, per ordine dello Stato, sono stati pagati negli._ultimi quindici anni dai padroni di abitazioni e negozi ai loro inquilini, in virtù del « blocco dei fitti ». Questa è la constatazione che emerge dal cal– colo élella differenza di fitto tra un ap– partamento di tre stanze a fitto libero ed un eguale appartamento a canone vincolato, moltiplicata per ,i locali sotto– posti al,la « disciplina delle locazioni ur– bane» dal '45 ad oggi. Tremila miliardi che non sono stati assorbiti a vantaggio della comunità, ma esclusivamente dagli inquilini a scapito di quella massa di piccoli rispar– miatori che oggi un disegno di legge governativo vuole costringere « a sacrifi– carsi». Se il Parlamento approverà la proposta del Governo, prorogherà per altri quattro anni, con il « blocco » il diritto degli occupanti i -locali a prele– vare una « imposta privata » sui redditi dei proprietari di appartamenti e ne– gozi. Di quest'assurdo giuridico si era oc– cupato e preoccupato il CNEL nel luglio scorso quando, al termine dell'ampio esame tecnico compiuto, aveva proposto al Governo, compatibilmente con le esi– genze dei pensionati e dei bisognosi eh~ in numero rilevante abitano case a fitto bloccato, di limitare al massimo la · proroga del regime vincolistico esclu- . ' dendone comunque i locali ad uso di- verso dall'abitazione e le case signorili. Cedendo invece a criteri di puro torna- bibliotecaginobianco conto politico, il Governo ha va,rato un provvedimento che, con qualche trascu– rabile eccezione, e con lieve riduzione di tempo proroga la vecchia legge, nel più assoluto disinteresse dei principi di effettiva « economia sociale » suggera- . tegli dal CNEL. Attraverso l'indagine statistica effet– tuata dall'ISTAT per incarico del CNEL è risultato, in modo evidente, che sotto molti punti di vista, procrastinare an– cora il ritorno alla normalità di merca– to sa.rebbe stato sconveniente non solo per un minimo di giustizia nei con– fronti dei proprietari, ma per l'intera economia nazionale. Nel suo schema di 1 « osservazioni e proposte>>, il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro aveva testualmente affer,mato: « E' peJ" principio di coèrenza legislativa, di se– rietà della legge, di certezza del diritto, di affermazione della no~malità dei rap– porti economici e sociali in una sfera di libertà e di equilibrio .nei diritti e negli obblighi, su cui si basa l'ordina– mento economico-sociale voluto dalla Costituzione, che non si potrebbe consi– gliare di tornare indietro sulla volontà, già affermata da.l legislatore del 1955, di reintrodurre, con la fine del '60, lo stato normale della libera contrattazio– ne. Tuttavia,· ragioni pure econo,miche, ma soprattutto sociali, hanno indotto il Consiglio ad altre cons.iderazioni, in cui un rilievo sembra essenziale per non farle apparire contradditorie .. Anche in. politica economica, sopratutto in poli- tica economica, il passato condiziona il presente, e il presente il futuro; da ciò una conclusione di prudenza nell'affron– tare le conseguenze del passato ·e nel prevedere le conseguenze future delle determinazioni presenti». L'invito alla prudenza non è stato raccolto dal Governo. Nonostante il ri– lievo conclusivo del CNEL che « il re– gime vincolistico, nell'attuazione troppo lunga e severa e indiscriminata, ha avu– to conseguenze negative di carattere eco– nomico e sociale attraverso la distruzio– ne di risorse, di deviazione nell'atti– vità edilizia verso tipi di abitazioni so– cialmente meno produttive, di deforma– zione di bilanci familiari, di disordine del mercato edilizio, di ingiusta redi– stribuzione della ricchezza, di diseguali retribuzioni rea,li tra i lavoratori, di di– struzione di imponibili tributari », il ·Governo ha proposto al Parlamento la proroga del << blocco dei fitti », esclu– dendone solo il 9 per cento delle abita– zioni e, tra i locali, solo i pubblici eser– cizi, con un criterio che moltiplica le . ' . •. . . . .. gia numerose e pesantissime mg1ust1z1e sociali. Quarite sono le abitazioni sottoposte al vincolo? 1.423.000, il 10,6 per cento delle case esistenti in Italia: proporzio– nalmente è tale questa cifra da far rite– aere di «emergenza» l'attuale situazione? I proprietari non ne sono affatto con– vinti ed è per questo, éhe di fronte alla decisione governativa che vuole nl!ova– mente obbligarli a pagare agli inquilini

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