Lo Stato - anno I - n. 1 - 20 dicembre 1960

Lo Stato RISCHI CALCOLATI? Sarebbe, quanto meno, ingenuo su– bordinare una politica di scambi com– mercia1i fra nazioni alle esigenze del– la polemica ideologica. Non è detto, in– fatti ,che debbano per forza ba,ratta.rsi valori etici, idee e cosdenze nelle pie– ghe di trattati commerciali. Ma è certo che se ciò può accad~re, .più facilmente accade nei rapporti col mondo comuni– sita.-Non è certo un testardo pregiudi– zio. il temerlo. Non temerlo, anzi, sareb– be far torto al com11.1nisrn.o internaziona– le che anche nella competizione sui mer– cati internazionali ricerca le riprove deJ– la validità dei suoi sistemi. E' propr-io sul piano delle relazioni economiche e com·merciali che l'URSS tende alcune delle sue insidie più peri– colose, guadagnando gradualmente va<ri settori del mercato occidentale. Guardiamo, per rimanere nell'ambito dei nostri interessi, al,l'attuale situaziione dell'intercambio fra Italia e Russia. Attualmente, pur non molto vasti, notevoli ed interessanti sono gli scambi fra iJ. nustro Paese e l'URSS e molte so– no le aziende italiane che v,i sono inte– ressate: Fiat ed Innocenti, ENI e Cha– tillon, Pirelli, .Laneross•i, ecc. J.l vo,lu– me degli scambi, e . soprattutto del– le commesse ·russe alle nostre indu– strie, è già nòtevoJe e sm;cettibile di un facile e rapido aumento. Nel primo s.emestre di quest'anno la Italia ha esportato, i•n URSS per 43,7 miHoni di dollari, con un· aumento per– centuale in confronto ari primi sei mesi del 1959 pari al 145,5. Ma. uno sviluppo ben •magg.iore è prevedibile, poiché l'URSS vi ha un pa1"– ticolarissimo interesse ed altrettanto ve ne hanno le industrie italiane alle quali sono state prospettate commesse per ol– tre 100 milia!l"didi lire. Non soltanto con l'Italia l'URSS in– trattiene taH relazioni. Considerando gli au~nti in percentuale fra il primo se– mestre del 1959 e quel.lo di quest'anno, ì'Italia occupa i,1qua,rto posto fra le na– zioni europee non comuniste per le bit esportazioni in URSS. Battono l'Italia nelle esportazioni: la Germania Occi– dentale, Ja Fra11JCiae l'Inghilterra, e nelle importazioni la sola Inghilterra. La convenienza alla graduale es·pan– s-ionedell'intercambio tra il nostro Paese e l'URSS è reciproca. A un osservatore f,rettoloso potrebbe sembrare che l'inte– resse dovesse essere essenzia.lmente ita– l1iano, ma è risaputo che esso è forse maggiore per i sovietici. E la spiegazio– ne è agevole: divenire fornitrice del– l'URSS è per l'industria italiana un'am– bizione, oltre che un notevolissimo af– fal"e. Per l'URSS ciò però significa col– legare al proprio si,stema produttivo par– te di queJlo ita1iano attraverso due vie: considerando lo sviluppo delle industrie italiane in senso unidirezionale, verso cioè le esigenze sovietiche e accaparran– dosi il fabbisogno italiano di alcune· fra le più importanti· materie prime. Per ottenere il primo risultato l'URSS. anzi– ché acquistare produzione corrente ita– liana commette precise ordinazioni ad essa uti-li e da essa ricercate; per r~ggiu·n– gere il secondo scopo non esita ad in– debitarsi per importi crescenti che pro– pone di sconta.re .in materie prime, ce– dendole magar.i a prezzi più bassi e P.iÙconvenienti di quelli che l'Italia tro– verebbe sui mercatii nei quali tradizio– nalmente si r-ifornisce. Insomma: le .offerte e le profferte sovietiche sono allettanti, ma hanno una insidia nascosta: •~.m per.icoloso ric~tto. Non v'è chi non intenda come tutto ciò ·significhi esattamente questo: l'URSS mira · ad ingranare nel proprio sistema la struttura produttiva di alcuni Paesi dell'Europa Occidentale a legare a sé i loro mercati sottraendoli aJl'Occi– dente, a· spostare, in definitiva, a proprio vantagg.io ,l'asse politico cl.i quei Paesi, ad esercitare infine una sugges-tJionepsi- . cologica notevolissima in essi. Quest'ul– tima vien sviluppata dai sovietici lungo varie diversioni. Ess,i dicono: come per– se,2"uiretel'affinamento tecnico e la spe– cializzazione della vostra industria, en– trambi indi,sipensabili per l'avvenire se non perfezionandovi nella produzione? E per chi contate di produrre a que– sto Livel,lo?Forse per il mercato europeo o per quello USA? E quand'anche ciò fosse, chi vi darà il modo, i mezzi ed il tempo necessari ad un tal processo di perfezionaimento? E se non doveste tro- . vaire un committente disposto a tanta benevolenza da ·attenderv.i lungo questa strada e da favorirvi (come noi faccia– mo) a quale stadio rimarreste nello svii– luppo della moderna industria? E an– cora: p_erché finire di perdere i mezz,i limita~i che avete negli acquisti ad alto prezzo di tante materie prime? Non pensate di pagarle con il vostro lavoro, con la vostra tecnica, con la vostra inventiva? Un ragionamento di tal genere non è nostra invenzione. Lo ha fatto l'anno scorso Kruscev in quèsti precisi termini alla Fiera di Lipsia: << E' mia opinione che sia utile per voi condurre con noi un commercio su larga scala, perché è utile far lavorare a pieno ritmo le in– dustrie dei vostri Pae_si,diminuire la di– socoupaz:ione, avere regolari in.t,roiti e profitti. ~e oggi non lo comprendete~ lo capirete domani è intesserete più vaste !relazioni economiche con i paesi· comu– nisti. Quando ci farete ere.dito noi vi daremo ordini, faremo in modo di s-vi– il.u ppare la. nostra industria in quelle zone e in quei settori che interesseranno a voi; in questo modo creeremo la pos– ·sibilità di°pagàre qùeg_li OJ"din_i e ciò· CO· s~ituirà una base concreta per semprç maggiori legami commerciali, per otte– nere ancora maggior numerq di o"rdi– nazioni che ,rispondano agli interessi di ambedue le parti :,. Tutto ciò premesso, consiideriamo un caso specifico: l'accordo ENI-URSS per l'importazione di petro1io grezzo sovie– tico in Italia. Ripetiamo il discorso di Kruscev in– diPizzandolo ahl'ENI: « ... al vostro Pae– se è utile far lavorare a pieno ritmo l'industria (che produce tutto quanto è' necessario alla costruzione di oleodotti, diminuire la disoccupazione, avere I'e– golari introiti e pro.fitti), « ... così cree-

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