da LAPIRAMIDE Copi È strano che dopo la morte di Copi, i pur solerti necrologisti si siano tutti dimenticati di citare quello che fu il vero padre putativo non solo di Copi ma di gran parte del surrealismo novecentesco: A/fred Jarry. Le creature immaginate da Copi, disegnate con un tratto ilare ed essenziale, e i suoi numerosi personaggi teatrali, hanno tutti /'arie/esca anarchia della progenie degli Ubu, e anche quando parlano di merda o di cazzi lo fanno con invidiabile leggerezza, come una tribù di angeli transitoriamente caduti in questo mondo. Copi era argentino, ma ormai da anni e anni viveva e lavorava a Parigi, dove amava i ragazzi, e tra questi soprattutto gli arabi. La sua opera, così deliberatamente anti-ideo/ogica e ,,casuale,,, in realtà la si legge come uno spietato atto d'accusa al potere - di qualunque potere si tratti - e alla ricerca sempre di nuove dimensioni fisiche e ultraterrestri, in una perenne parodia della vieta commedia umana. Nel suo teatro molto spesso i personaggi muoiono per poi resuscitare, le pareti si liquefanno in una nebbia di merda e d'oro, i bambini vengono rinchiusi per castigo nel frigidaire e le vecchie madri assassine sopravvivono ai figli malati di Aids. L'umanità di Copi ha un proprio decalogo strampalatissimo: a tutte le trasgressionidel mondo sopravvive solo quel poco di amore (magari sentimentale) che possa scaldare un po, e dare la forza di sopravvivere. Eppure, a ben guardare, questo disegnatore-teatrante-travestito ha saputo ritrarre un dato mondo preciso in un precisissimo momento storico, giusto a cavallo dell'ormai mitico sessantotto. L 'inconcludenza programmatica delle sue creature, il loro bisogno di amare e di essere amate, l'insofferenza a ogni genere di sopraffazione (sia pure quelle dello spazio e del tempo) riflettono come in uno specchio defarmante ma veritiero tutte le più importanti inquietudini e necessità che quel benedetto o maledetto sessantotto formulò e mise in pratica. Diamo qui le prime scene di La piramide, commedia che fa parte del Teatro di prossima pubblicazione in Italia presso la Ubulibri, che ringraziamo per averci permesso di riprodurle. Luca Coppola. Principessa Mamma, un topo. Regina Chi è? Principessa Un topo parlante. Regina È spagnolo? Principessa No, parla indiano come noi. Regina Fallo entrare. Principessa Potete entrare, Signor Topo. Topo Oh, Mia Regina! Possa il Dio Sole regalarvi una lunga vita e una morte felice. Regina Grazie. Potete parlare. Topo Non oso. lo tremo davanti alla vostra bellezza e alla vostra potenza. Non sono che un volgare topo! Regina Dentro i confini del mio regno perfino i topi hanno diritto di parola a patto che parlino la nostra stessa lingua. 52 Dove avete imparato l'indiano? Topo Dai geroglifici dei vostri avi, mia Regina. Regina Come avete potuto accedervi? Topo In gioventu sono stato bibliotecario di vostro padre,, il grande capo Patoruzù. Regina Mi sembra di aver sentito la vostra voce quando ero ancora una bambina. Topo Mi avrete probabilmente intravisto sugli scaffali quando venivate a consultare i libri sacri. Regina Ah! Eravate voi? Cristoforo, mi sembra? Topo Mi chiamano così perché sono arrivato in America Latina sulla caravella del Sire Cristoforo Colombo. Siamo dello stesso paese. Ero stato assunto come mozzo, così all'epoca chiamavano i topolini. Sono fuggito perché mi picchiavano e,dopo una serie di avventure spettacolari, ho trovato asilo presso il grande Palalalù, vostro padre ... Regina Mi ricordo di voi. Ma avete mutato voce. Topo Oh, mia Regina! Sono invecchiato! Regina Mi troverete certamente molto cambiata. Topo Avete acquistato lo splendore di una dea! Regina Eppure rimpiango il tempo in cui ero solo un'infanta. Topo Oh, mia Regina! Non possiamo avere tutto! Regina Ahimé! Sono cieca! Topo Ma come vi è accaduta questa grande sventura? Regina La tradizione Inca vuole che la Regina sia cieca. Topo Non necessariamente. Regina Nel mio caso, sì. Principessa Da mille anni siamo cieche di madre in figlia. Topo Eppure voi, voi ci vedete. Principessa Non ci vedrò più quando sarò Regina. Alla morte di mia madre io sarò Regina, allora mi caverò gli occhi seduta sulla cima della piramide sacra. Topo Ma è assolutamente uno scandalo! Regina Noi dobbiamo rispettare le leggi dei nostri padri. Topo Ribellatevi! Regina Se noi ci ribellassimo, il popolo a sua volta si ribellerebbe contro di noi. Principessa È questo il problema. Topo Allora, fuggite! Regina È difficile. lo e mia figlia non possediamo che tre scudi in due. Dove andremmo con così pochi soldi? Topo Gli spagnoli vi hanno rubato tutto? Regina Per edificare l'Argentina! A noi non resta che questa piramide. Topo E di cosa vivete? Regina Mangiamo qualche radice. Principessa Schiattiamo di fame. lo faccio degli arazzi indiani e li vendo al gesuita. Mendichiamo. Topo Il vostro popolo non vi viene in aiuto? Regina Sono più poveri di noi. Da / polli non hanno sedie, Mondadori 1968.
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