Linea d'ombra - anno VI - n. 24 - febbraio 1988

del word processor, per esempio - ed è molto interessante osservarle, queste mode. La definirei una cultura da aeroporto, quella che si sviluppa in quartieri come questo - un mondo trapsitorio. È interessante, da osservare. Una città come Londra non mi offre niente, in realtà - non mi interessa, è davvero troppo vecchia. Mentre le zone residenziali sono, al confronto, nuove. In un certo senso sono posti più pericolosi - non si corre il rischio di venir assaliti mentre si cammina per la strada, ma si potrebbe venir derubati dell'anima. In senso letterale - della voglia di vivere, dell'immaginazione - da qualche agenzia pubblicitaria. Dai quartieri residenziali alla Baader-Meinhof Dieci anni fa, all'inizio degli anni '70, la Mercede.s mi offrì un viaggio gratuito in Germania. Stavano festeggiando il 100° anniversario dell'invenzione o della fabbricazione della prima automobile di Karl Benz - comunque, si trattava di festeggiamenti in grande stile. Una lunghissima carovana di macchine d'epoca partì da Bremerhaven, nel nord, e arrancò fin giù a Stoccarda, nel sud della Germania, dove fabbricano le VW. Queste macchine, lentissime, non potevano viaggiare sulle autostrade, le uniche vie di comunicazione di cui avevo usufruito la prima volta che ero stato in Germania. Viaggiavamo sulle strade secondarie, a circa trenta miglia all'ora, e così ebbi modo di osservare per bene il territorio. E all'improvviso intuii l'incredibile verità - all'improvviso mi venne in mente che se avessi dovuto descrivere il futuro non avrei preso a modello New York o Tokyo o Los Angeles o Rio de Janeiro. Il futuro sarebbe stato come un quartiere residenziale di Dusseldorf, vale a dire tino di quei quartieri ultramoderni con la BMW e il motoscafo in ogni viale - nemmeno un mozzicone di sigaretta per terra, un'immacolata scuola moderna e relativo centro commerciale. Il paradiso del consumatore, senza una foglia fuori posto - ogni foglia che si stacca dall'albero sembra godere di una libertà eccessiva, in questi quartieri! Assurdo, agghiacciante - la massima aspirazione di chiunque il qualunque luogo della terra, ormai: da Nairobi a Tokyo, a Bangkok. Dappertutto - in tutta l'Africa e il Sud America, si vedono spuntare questi quartieri residenziali. Rappresentano Copertine di Karel Thole per due Ballard di "Urania" Mondadori. INCONTRI/BALLARD il massimo delle aspirazioni della gente. C'è una sorta di logica che conduce alla costruzione di questi quartieri residenziali immacolati. E sono luoghi terrorizzanti, perché rappresentano la morte dell'anima. E io pensai, Dio mio, questa è la prigione in cui si trasformerà il pianeta ... In quel periodo la Baader-Meinhof - sapete, quel gruppo armato, politicamente di sinistra, che rapinava banche, che uccise alcuni militari americani in un raid - era al culmine delle sue imprese. Nessuno capiva il perché di azioni del genere. I componenti della banda erano tutti borghesi agiati, beneducati, venivano da famiglie relativamente ricche, eppure si davano a questa "assurda violenza". Ma io all'improvviso capii, Dio mio, naturale, capii tutto quanto. Se si viene allevati in uno di questi quartieri residenziali tedeschi, dove niente dev'essere mai fuori posto, dove, dopo le esperienze della seconda Guerra Mondiale e dell'epoca nazista, si farebbe qualunque cosa pur di assicurarsi che tutti siano felici; che chiunque fin dall'asilo e dalla scuola venga educato in modo da impedire l'insorgere di comportamenti devianti ... se si cresce in un mondo del genere, senza nessuna vera libertà dello spirito, si finisce col cercare l'unica libertà possibile nella pazzia. Voglio dire, in un mondo completamente sano l'unica libertà rimane la pazzia! Ecco cosa succederà in futuro. Ecco perché i quartieri residenziali mi interessano - perché lasciano intravedere come sarà il futuro. Tra qualche anno ci si dovrà alzare la mattina e prendere la ferma decisione di compiere un'azione deviante o antisociale purchessia, un atto perverso, fosse pure semplicemente quello di dare un calcio al cane, per stabilire il proprio diritto alla libertà ... i quartieri residenziali sono luoghi molto sinistri, il contrario di quello che si immagina la maggior parte della gente. (... ) Cinese Lei conosce il cinese? Vorrei poter dire di sì. Anche se sono nato in Cina e ci ho vissuto fino all'età di sedici anni, non sono mai riuscito a imparare una parola di cinese, perché era una zona assolutamente dominata dall'occidente - da interessi americani, inglesi, francesi ed europei che controllavano tutto, con centinaia di milioni di cinesi disperati, disposti a qualunque cosa pur di trovare lavoro, costretti a imparare l'inglese per lavorare nelle imprese americane ed europee, o nelle case degli occidentali, come servitori. lo vivevo in una casa con nove servitori, un autista cinese eccetera - parlavano tutti inglese. Altrimenti non avrebbero avuto il lavoro. Non ho mai avuto bisogno di imparare il cinese. Non ricordo di aver sentito parlar cinese molto spesso, nel mondo in cui vivevo, nonostante si trattasse di una città con cinque milioni circa di abitanti - un bel paradosso. Ma la vita era strana, a quei tempi. Shanghai era un posto incredibile per crescervi ... 49

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