Linea d'ombra - anno II - n. 12 - novembre 1985

Un bellissimo dipinto del 1931, The Hand,_fa da cerniera tra i due momenti. La figurazione pianamente narrativa e descrittiva è sostituita da un montaggio ordinatamente cubista di immagini allusive in cui sono ripresi vecchi e cari motivi: l'avventura vissuta attraverso i manifesti di un'agenzia dinavigazione, il pescecane con i denti aguzzi in un amore tempestoso ("Mostra i denti il pescecane e si vede che li ha ... ", cominciava nel 1928 la Dreigroschemoper), la locandina di un incontro di pugilato con l'immagine di una star della serata, Slapsy Magee, il pacchetto di sigarette e, sempre, un po' di esotismo. Ma adesso l'accostamento di questi elementi porta a un risultato fortemente sinistro. L'immagine è dominata dalla presenza di una mano isolata (un motivo caro ai surrealisti) e di un coltello minuziosamente dipinto. Droghe e armi, ombre e figure losche, a metà tra veglia e sogno, si ripetono nei primi dipinti surrealisti, per i quali il romanzo nero continua a essere un punto di riferimento importante. Ma la minaccia delle rivoltelle è solo apparente: in realtà sparano soltanto visioni (Revolver Dream, 1931; Stili Life with Pistol, 1931; Opium Den, 1933). me! dopoguerra, esaurito l'interesse del surrealismo, Burra si è dedicato soprattutto alla pittura di paesaggio, inframmezzandola, talvolta, con ritorni ai vecchi amori. Avevano questo senso i già ricordati Si/ver Dollar Bar e Izzy Orts. Bisogna però aggiungervi uno dei suoi ultimi lavori, il Cornish Landscape with Figures and Tin Mine dipinto nel 1975. Un paesaggio con rovine (non classiche ma industriali), popolato da presenze fantasmatiche, fa da fondale a figure di tutt'altra fisicità ricopiate, alla vecchia maniera, da fotografie pescate in un personalissimo repertorio di illustrazioni di stelle del cinema, di stereotipi della cultura di massa e di meraviglie da baraccone: sono i ritratti a figura quasi intera di due tatuati particolarmente incredibili, un uomo e una donna, ripresi dal sinistro album fotografico di J. Delarue e R. Giraud, Les Tatouages du "Milieu". Proprio quest'ultimo dipinto suggerisce una collocazione di Burra nella cultura figurativa inglese contemporanea che non è soltanto quella d~l pittore di un sottomondo di marinai e di dubbi cabaret trasformatosi, attraverso l'esperienza surrealista, in un pittore di sottomondi della mente. La critica ha finora sottolineato i suoi debiti nei confronti della figurazione tedesca degli anni Venti, ma non ha messo in luce i suoi crediti: che sono altrettanto importanti, se non altro per la sua funzione di mediatore, nei confronti della prima generazione degli artisti pop inglesi, protagonisti, nei primi anni Cinquanta, di un rinnovamento linguistico che avrebbe condotto agli ancor più clamorosi esiti della pop art americana. In ambito inglese Burra va considerato un precedente chiave, un modello piuttosto unico e terribilmente stimolante per pittori come Richard Hamilton e Peter Blake, in primo luogo; poi per Jann Haworth, di origine americana, moglie di Blake, per Kitaj, anche lui americano ma residente in BibliotecaGino Bianco DISCUSSIONE/NEGRI Inghilterra; infine, per certi aspetti, anche per il forse troppo celebrato David Hockney. Nel 1956 le ricorrenze iconografiche che danno il tono alla mostra This is tomorrow della Whitechapel Art Gallery di Londra, ben presto storicizzata come momento chiave della pop art inglese, sono le stesse che caratterizzavano i lavori di Burra attorno al 1930. Con qualche aggiornamento, naturalmente: come Marylin Monroe al posto di Mae West. Appare emblematico, in tal senso, il famosissimo collage di Hamilton Just What ls It thai Makes Today 's Homes so Different, so Appealing?, esposto a quella mostra, dove le coincidenze con l'iconografia di Burra sono assolutamente puntuali: a partire dal grande prosciutto - qui inscatolato e etichettato, in omaggio evidente agli sviluppi della tecnologia della ristorazione di massa - per arrivare alla citazione del manifesto e delle insegne luminose di uno spettacolo teatrale, che non a caso è proprio di Al Jolson, il cantante di jazz, bianco ma truccato da negro, del primo film sonoro della storia del cinema. Condividono tutto il camp di Burra gli altri protagonisti della scena: un muscolosissimo cultore di body building e una pin up nuda. D'altra parte molte delle figure femminile di Hamilton riprese da immagini di rotocalchi - come nella serie Component Parts of She - rimandano, risultandone un aggiornamento, alle dive, vampire e duenas di Burra. In Peter Blake ritroviamo invece la linea della figurazione apparentemente ingenua per rappresentare e celebrare gli eroi di una cultura da bar, a metà tra miti e invenzioni dei mass media e residui ancora fortemente vitali di una cultura popolare urbana bruciatasi nell'arco di pochi anni, ma già entrata nella leggenda: i ritratti di Elvis Presley e di Jane Mansfield, per esempio, ma soprattutto la straordinaria serie di ritratti di pugili e lottatori, come Irish Lord X e The Da Vinci Brothers. Mentre esplicitamente a Mae West ritorna Jann Haworth con i suoi agghiaccianti assemblaggi - vere e proprie sculture - della metà degli anni Sessanta. È il filone meno noioso della pop art, dove l'immagine non vale in primo luogo èome autoasserzione ma è un modo particolarmente forte per raccontare storie. 51

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