Linea d'ombra - anno II - n. 9 - aprile 1985

Donne di Lima (foto di Romano Cagnoni, Agenzia Grazia Neri). Con il generale Odria, la barbarie tornò a regnare sul Pen'i. Anche se Odria uccise, incarcerò e deportò un buon numero di peruviani, !'"ottennio" fu meno sanguinario di quello di altre dittature sudamericane dell'epoca. Ma, in compenso, fu più corrotto. Non solo perché i gerarchi del regime si riempirono le tasche, ma, cosa ancora più grave, perché la menzogna, la prebenda, il ricatto, la delazione, l'abuso acquisirono carattere di istituzioni pubbliche e contaminarono tutta la vita del paese. lo entrai all'Università di San Marcos a quell'epoca (1953), per studiare Diritto e Lettere. La mia famiglia nutriva la speranza che entrassi alla Cattolica, Università frequentata dai giovani di quelle che si conoscevano allora come "famiglie rispettabili". Ma io avevo perduto la fede fra i 14 e i 15 anni e non volevo essere un "figlio di papà". Avevo scoperto il problema sociale nell'ultimo anno del Collegio, in quel modo romantico in cui un bambino scopre il pregiudizio e le disuguaglianze sociali e vuole identificarsi con i poveri e fare una rivoluzione che porti la giustizia al Perù. San Marcos - Università laica e statale - aveva una tradizione di non-conformismo che mi attraeva come le sue possibilità accademiche. La dittatura aveva smantellato l'Università. Alcuni professori erano in esilio, e, l'anno prima, 1952, una grande retata aveva spedito decine di studenti in carcere o all'estero. Un'atmosfera di sospetto regnava nelle aule, dove la dittatura teneva immatricolati come studenti molti poliziotti. I partiti erano fuori legge e gli apristi e i comunisti - grandi rivali, allora - lavoravano nella clandestinità. Poco tempo dopo l'ingresso a San Marcos cominciai a militare nel "Cahuide", nome con cui si cercava di resuscitare il Partito Comunista, duramente colpito dalla dittatura. La nostra militanza risultò abbastanza inoffensiva. Ci riunivamo segretamente, in piccole cellule, a studiare marxismo; stampavamo volantini contro il regime; lottavamo con gli apristi; cospiravamo affinché l'Università appoggiasse le lotte operaie - la nostra grande impresa fu ottenere,che San Marcos scioperasse in solidarietà con gli operai tranviari - e affinché i nostri compagni occupassero gli organismi universitari. Era l'epoca del regno assoluto dello stalinismo, e in campo letterario l'estetica ufficiale del partito era il realismo socialista. Fu questa, credo, la prima cosa che mi disincantò dal ''Cahuide''. Anche se con reticenze, che si dovevano alla controinfluenza di Sartre - che allora ammiravo molto - arrivai a rassegnarmi al materialismo dialettico e al materialismo storico. Ma non ho mai potuto accettare i postulati aberranti del realismo socialista, che eliminavano il mistero e convertivano l'operare letterario in una ginnastica di propaganda. Le nostre discussioni erano interminabili e durante uno di questi dibattiti, in cui sostenni che Come fu temprato l'acciaio di Nikolaj Ostroskij era un romanzo anestetico e difesi I nutrimenti terrestri del decadente André Gide, uno dei miei compagni mi apostrofò così: "Sei un subumano". E, in un certo senso, lo ero, poiché leggevo con voracità e ammirazione crescenti tutta una serie di scrittori considerati dai marxisti dell'epoca come "becchini della cultura occidentale": Henry Miller, Joyce, Hemingway, Proust, Malraux, Céline, Borges. Ma, soprattutto, Faulkner. Forse ciò che più si radicò in me dagli anni universitari non fu quanto appresi nelle aule ma quanto imparai dai romanzi e dai racconti che narrano la saga di Yoknapathawa County. Ricordo la meraviglia che fu leggere - carta e matita alla mano - Luce d'agosto, Palme selvagge, Mentre morivo, L'urlo e il.furore, ecc., e capire da queste pagine l'infinita complessità di sfumature e risonanze e la ricchezza testuale e concettuale che poteva avere una storia. E capire anche che narrare bene esigeva una tecnica da prestidigitatore. I miei modelli letterari giovanili si sono andati ridimensionando, come Sartre, che ora non posso rileggere. Ma Faulkner continua a essere per me un autore di prima grandezza, e ogni volta che lo rileggo mi convinco sempre più di come la sua opera sia una "summa" romanzesca comparabile a quella dei grandi classici. Negli anni cinquanta noi latinoamericani leggevamo soprattutto autori europei e nordamericani e, appena, i nostri scrittori. Tutto questo è cambiato: i lettori dell'America Latina scoprirono i loro romanzieri contemporaneamente al resto del mondo. Un avvenimento di importanza capitale fu per me, in quegli anni, conoscere il capo dei servizi di sicurezza della dittatura, l'uomo più odiato dopo lo stesso Odria. Ero allora delegato presso la Federazione Universitaria di San Marcos. Molti studenti erano stati incarcerati e noi venimmo a sapere che li facevano dormire sul pavimento delle celle, senza materassi né coperte. Facemmo una colletta e li comprammo noi. Ma quando volemmo portarglieli, al Penitenziario - il carcere, che stava dove oggi si trova l'Hotel Sheraton, in alcune delle cui stanze si dice "penino" le anime dei torturati nell'antico sotterraneo - ci dissero che solo il Presidente del Governo, Don Alejandro Esparza Zanartu, poteva autorizzare la consegna. Alla Federazione ci si accordò in modo che cinque delegati gli chiedes23

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==