poeti italiani Ed è da qui che m'alzo, m'apro le albe informe, disperdo le meste armonie, devasto i cari dintorni, premo le sfere, tento tra reti e pareti il varco e il nod~. E limpidamente smembro i chiari pensieri obliqui: e solo rimmembro, poso, dove non tiene più, dove ne scioglie i necessari nessi stortura o fallo. · Così arrivano i barbari, oggi, a sbalordire: e inaspettati, quando più affretta i passi il tempo, questo che non dà stagioni e gli atti involve, sgrazia in perfetti ritmi: Così ferisce a volte un improvviso cenno e sfrena i sensi ottusi, rispiega larghi gesti. . Come ad esempio qui in tram, tra le cadenze orride, come la mano che ora apre alle vesti un varco e morbidamente avvolge un'asta lucente e trema, screzia in diamanti i cromi, fronda i sostegni ai volti che un'altra voglia accende: ma per diverse ragioni ho poca langue per rendere poi che questo solo mi spazia, qui m' esce dalle stanze. E mi riporta.il tempo tra i falsi azzurri, dove ai cartelli addita esatte primavere questa presente e viva stagione che la pioggia non lava, nè inselva; e ne accende i contorni in trame di barre e mura il sole che s'apre a scatti, e fatuo barbaglia ai volti, esalta agli asfalti i fumi, lista le acque in fogli di cristallo: e sotto ai lisci piani digrada e immelma quanta onda ne resta, e via con questa quel che ci tiene ancora, quanto potemmo dire eterno farsi tra diamante e selva; e qui bolle, subbuglia, inonda i giri in morbidi torbori: e perderassi così, tra queste spume? 220 - Franco Montesanti
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