Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

poeti italiani FrancoMontesanti Stanze per l'anno nuovo Tu m'a donnée ta boue et j'en ai fait de /'or Improbabile ora il segno che conclude, e trarne oro, tentare politesse: stende su fanghi lastre per passi disumani una più armata voglia, pura da oltraggi e scacchi, chiude gli spazi e i tempi in brevi e netti giri. L'hic et nunc, la storia, altri poteri abilita: Baudelaire e una volta per tutte è l'atto, il mezzo impietra il gesto. Cosa ci dona oggi vedi specialmente in viaggio: qui vince per chiari segni e spip.gein corsa ai margini les dances d'antan, le fuggitive forme, gli schianti e i sistri. (e come tutto in questo serrarsi ai centri limpidi per ritti filari d'aste, giardini all'italiana, è moto che c'ingorga, ci salva da presenze: come distorce il senso delle sere) Non è di marmi ed acque, non rende più vicende: altro compone gli atti, le forme decisive. E sempre meno ripullula il frangente, l'orma scangiante, il fungo, il fuoco, il cirro: ciò che decide ed ordina è nel barattolo in ruggine: estratto di carne. Ridursi ali' essenza è norma? L'albero figlia colonne, il sangue raggruma in osso... e poco meraviglia il verso che s'insinua dove dissensa i moti una più certa morte: e qui funghisce di sè, germina tra triti fatti, qui sorge e cade in breve giròtondo. Da tempo non si desta reitre: non spazia, non lascia ampiarsi ai cenni quel che ancora ci stringe e che oggi più innerva (e serenamente spezza i cerchi alle tue anguille, gli ori imbriglia implacabile in scialbe meraviglie) Tutto mi data il segno: e perdo i tempi, i giri. Franco Montesanti - 219

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