Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

la stanza piena di briciole e l'orologio fermo: così ora. 4. Come se tutto fosse finito: abbiamo un regalino entrambi che non perdona, lo scarto tra reale e possibile, tu cieco io omosessuale; grida che è stata colpa sua, adesso che la portiamo via, piangi ma tocca questo legno liscio questo limite istruttivo. All'obitorio hai pianto a lungo: su un'altra cassa. 5. Povera mamma, fischiava più che respirare, in ultimo. Certe notti, quando tu non c'eri alla finestra di camera, guardavamo 'la stella della Merda'. Quanti anni! E ieri il tuo sorriso servile ali' ospedale, lei che stringe i denti. Attento ai gradini, anch'io faccio fatica senza lenti. 6. Tu non ricordi, ma per me il tempo ogni volta si fermava, alla tana sul canale quella mattina, ai campi rossi, il giorno delle tue nozze. Sempre mi ha tenµto a distanza quell'aria di marzo leggera: l'agilità del tuo corpo di scimmia o d'acrobata, il tuo cazzo ritto sfidando la legge di gravità. · 7. Le tue spalle erano una porta. Sei rimasto bianco e sodo, solo una riga più scura, girati. Ci aspettano i parenti. Non deludiamoli un'altra volta, ma ti prego fa' presto rimpicciolisco come nelle favole. poeti italiani Walter Siti - 217

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