la Libertà - anno V - n. 25 - 18 giugno 1931

ANNO V- N- 2S Le ultime condanm, del Tribunale Speciale, lungi dal– r atterrire l'opinione pubbli– ca, hanno prooocat.o una rea– zione di cuì profìttano glì av– venari del regìme per •vìlup– pare la loro propaganda. la Libert a Un Numero : O.SO W eingartner, l'ìllmtre di– rettore d' orchutra diventalo italiano per le modificazioni territoriali portate dallla guerra, ha ara chiesto la ci-t• tad inanza wi.zzera. Evidentemente non lo al• tira la sorte di...To&ca.nirri. Le Soir di Braxelleo 14.6, '31 GIORNALE DELLA CONCENTRAZIONE ANTIFASCISTA rr================= OIDIUIIO SOST!JfTTOlf ~ P• a - •••••••..•...... , 20 h.. 50 b. ABBONAMENTI ] P« Mi .e.i •• 'ESTERO.;. ii. ooJ;,~- z5 h. (LA LIBERTE - PAR.UT LE JEUDI) PARIGI 18 GIUGNO 1931 DIREZIONE. E AMMINISTRAZIONE 103, FaubourgSaint-D.nis- PARlS (10') - 7 elejono. 'Pro>enc,96-98 IL GIORNALE SI PUBBLICA IL OIOVEDI .ALLA CONFERENZA rNTERN .AZION .A.LE DEL LAVORO 11••·························•1111••··············· .. ······· .......................... ,,,, ,, ., ... , .......... Per l'undecima volta i rappresentanti operai sconfessano il r ppresentante "operaio" fasci ta Léon Jouha.ux IL ::IW:ODELLO Y " Noi •, dunque, secondo l'on. Bottai 1 abbiamo già il regime idea– le per far fronte aUa crisi, aUa di– soccupazione operaia, al collasso, ~cc. ! Immagimamo quale sarebbe stata. la replica del signor Thoma.;: • E, allora, come va che con tanta felicità di istituzioni fasciste, la crisi e la disoccupazione sono in Italia più nere, più disperate, più catastrofiche che altrove; come si ;;t:~a 3,hf illi~~ 1 ti, 5 ii~b!i:dra~ ;~; mese; e che la genie per scappare dal vostro paradiso, affronta per– fino i moschetti delle camicie ne– re al ,·arco della frontiera ? » denuncia. la. truffa. del " corpora.zionismo Un'azione dei dirigenti il B. I. T. contro gli operai ? L' cc ESTERO )) Bisogna ip9i aggiungere ohe in que– sta fase di pacifinno oratorio, che l'Europa attraversa, diventa un prin– cipio imormontabile di politica. in– ternazionale il rispetto della legge di tutti gli Stati, buona o cattiva che sia. Dal momento che il nemico è la guerra, è chiaro ohe non bisogna ur– tare nessun governo, per tema di provocarne le reazioni. L'essenziale è ottenere la colla'borazione di tutti gli Stati, il concorso ài tulli i go– verni. Qualsiasi dirernsione, qual– siasi specificazione, condurrebbe ad un risultato opposlo. E -poi tutti i governi hanno da farsi perdonare qualche cosa, e sono percio' disposti a perdonare molte e~& agli altri go– verni, ipurohè queste aJitre cose non riguardino essi governi, ma, tullo al più, i loro ammini'SlraU. Non ostan{e la pressione dei circoli capitalistici e– borghesi dai quali dipendono, i go– verni si sforzano di dare dei rappor– ti almeno tollerabili con la Russia; e dire che nelle loro colonie non pos– sono fare•a meno di avverlire il mor– so di una politica, che condurrebbe alla fine de1 loro Impero ! ;!:fa oramai tutti sanno ohe la guerra è la rivolu– zione; ed evitare la guerra è diven– tala tutta la politica della quale è capace la classe politica occidentale. Piuttosto il problema del conflit– to fra il fascismo e l'estero si pone su di un altro terreno; e vi accenna, con la solita leggerezza dei cinici, il Popolo d'Italia nello slesso articoiel,... to. che qui' si discute. Dice, dunque, l'organo della famiglia :\lus.solint, che sarebbe, del resto, strano elle l'u este– ro• si occupa$e dei faUi e gesti del fascismo italiano, dal momento che es;o nè si occupa, nè <Si preoccu– pa dei tafferugli che sarebbPrO av– ,·,muti a Parigi in occasione del ri– torno de-I signor Briand da Ginevra; nè che il capo dei radicali serbi (?) " arbitrariamente tenuto in stato di ti accennati dal giornale !as~ist.a; si– lenzio che non ~iste punto. Ma se l'organo fascista vuol dire che il tono e la natura degli aµprezz.amenti, pro– vocati da questi fatti, sono differenti da quelli che sono stati suggeriti da talune detle poche manifestazioni del fascismo pervenute all'opinione. pub– blica estera; esso è certamente nel vero. :'i1etlere per9' la questione in questi termini, equivale a compren– dere in che cosa consiste il carattere patologico del fascismo. E se il fa– scismo fosse capace di cotesto esame, esso sarebbe cert.amen-te sulla strada di comprendere il suo stesso pro– blema, e Hl difficoltà.- innanzi alle qual~ esso è .sul punto di giungere. L'ho già detto, questo mondo non è certo un mondo ideale. Se noi com– battiamo il fascismo, non vogliamo dire che gli altri governi sono peco– relle immacolate. Quello che accade nelle colonie - belghe o inglesi', o– landesi o francesi - non ci è punto ignoto. L'indulgente silenzio, col qua– le gli scelleratissimi metodi impie– gati in Libia dal governo fascista conlro gl'indigeni, sono stati accolti dal1a stampa estera; è la prova che la politica coloniale è un ramo stac– cato della morale pubblica. :\la fra H governo fascista e i governi - anche dittatoriali - degli altri paesi euro– pei, corre una sostanziale differen– za : quei governi o aUingono al suf– fragio pubb1ico, e i loro errori sono coperti da queslo suffragio, o deri– vano la loro autorità eccezionale dal– la stessa legge costituzionale del pae– se. La ditlatura jugosiava è deplore– vole, ma, esercitala da un potere pre– veduto nella Costituzione, e secondo faco"ltà consentite imprudentemente dalla Costituzione, t Leoale. I fatti di quesli governi, o che si svolgano in patria, o che avvengano nelle colo– nie, sono fatti che depongono 1.otor– flO R~=nfirnpnl-0 ooTil:ir~i t.u.U_pu.n. paese, o della m.iggi'orama di e-sso, ma non sulla specifica moralità di questi go\·erni. Cosi', per dirne una, noi non siamo certamente obiamati a trinciar giudizi .rngli avvenimenti dell'Annam o de1JaBirmania. Noi au– guriamo a tutti i popoli ehe la desi– derano - siano ess-i gialli, neri o bianchi - la loro im:lipendenza a persino l'errure ntlla libertà; ma quegli avvenimenti sono H fatto di governi, che ne rendono conto ad una assemblea, e'lella dal suffragio pub– blico. I popoli sono quello ohe sono; e se i fatti dell'Insulimlia o del Congo sono caperli dal voLodi un'assembiea. delrberante, noi possiamo invooare il giudizio della storia, ma non poe-. siamo condannare un governo. Do– vremmo condannare un popdlo; e si– mili condanne sono ridicole. Cio' che capita al fascismo, ~ una altra cosa. L'c,pinione del mondo t fatta, che il fa.scisma non rappre.1en– ta L'Italia. Un governo e un partrlto, che non pOS"Sono mantenersi al potere se non cot terrore e con le !uci-lazio– ni; non rappresentano un popolo. E• Impossibile per l'opinione de'!mondo ammettere che, dopo nove anni di dominio, un governo acconsentito dal pa'eSe, non sappia vivere che con la spia e col carnefice. Le oo,e ohe fa questo governo potrebbero non esse– re peggiori di quelle consumate da– gli altri governi (- lasciamo stare ! -), e pure sarebbero es~nzialmen~ diverse. Si duo faclwnt idem, non est idem. Gli altri governi errano o de– linquono. ~a i! governo fasoista a– gisc~ per un partito (- esso lodichia– ra f-) e non per un popolo, nel qua– le sono comprese aniche le minoranz~ opp~ltrici. Dunque~ ,tue malefatte, .10110 .ttte e non deLpopolo. Se anche a Giava o nell'Annam ii governi per– pelrassero cose c81)aci di rassomi– gliarsi a quelle commesse dai fascisti Jn Cirenaica; esse avrebb&-o un ca– ratlere diverso. E' impossibi1e oon– dannare un popolo; e li' è l'errore più sanguinante del trattato di Ver– saglia ..Ma un governo ~i puo' sempre condannare e ro,·esciare. Da questa constatazione esce il giudizio àel mondo sul fascisno. Il fascismo si meraviglia o si ri– volta. Accusa J'u estero» - esso! - di iniquità. Si duole che gli facciano una posizione a parLe. Si ribetla al– l'idea che lo tralLino come un ospite di secondo grado. Esso fa male; e sia ! Ma anche gli altri fanno male. Perchè avercela solo eon lui '! sono, naturalmente, le Internazionali. E' Zurigo, è _.\msterdam, à la Massone– ria più o meno universale. Cn can– chero. Siete voi si.essi, che oramai ii mondo conosce, non come l'Ita1ia, ma come la banda armata, che con la frode e con la forza si è tratto in ma– no il pae-se. ARTURO LABRIOU. arres!o. ha iniziato lo sciopero del- ••••••••----·••·••-··••··•• ~a:~~:1 "e;:,Pegt~i~;rr;f1~_1n~e;:~ "~d !\= Tutte le commemorazioni J".lndoci~a dalle au~o.rilà coloniali I dei martiri debbono conclu- ~~~~ce~~\~.\1:t~.i,~:; 1 1 ~~~:?!P; 11:~~~; dere con que,ta parola : silenzio de!!'« ~tero » mtorno al fal- All'azione !

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