la Libertà - anno I - n. 4 - 22 maggio 1927

ANNO 1° - N° 4 La Patria non è un fine, e11a è un mezzo di libertà e di giustizia. JEAN JAURES. ORO!ICARIO GIORNALE DELLA CONCENTRAZIONE ANTIFASCISTA Un Numero : -o.40 I faaciati hanno cominciato ad applicare la « Carta del lavoro» diminuendo i ,alari e gli stipendi dal 10 al 25 %. ) Per 50 Numeri 20 fr. ABBONAMENTI Pc: 25 Numeri .....•. , . . . . . • . • 10 fr. ESTERO : IL DOPPIO SOSTEJilTORE SO fr. 25 fr. Il PARIGI 22 MAGCl 0 0 ·19-27 . i. Il DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE 50, Rue Labat, 50 -- PARIS (18' Arr') Il gloTn:11e el pubblica la domenica RICONQUISTE Oli operai ,tab'Oui -alPeslcro, i pro– scritti e gli esuli politici si ,;ono racc:>!– ti, quest'anno, i! l'timo Ma1np11 per clc– ,1are, per ~è e per i fralcllt inc.nlenaii in patria, la pr•.lesta .:-ontro la t-diil– vitù politica e a riaffermare l.J. volontà della lotta suprema, hanno riassunto la passione e la fede dell'Italia di domani nel grido: « Viva la libertà! 11, Era, in questo grido, non la celebra– zione di un rito formale, ma IR- meùila– ta coscienza di una meta da riconquisla– :e, tanto più alla quanto più a3pra, e Il solenne proposito di superare le atro– ci diCflcoltà che la nuova tirannide op– pone all'ascensione politica e sociale del– le masse lavoralrici. Era l'invocazione politica in cui si sono ritrovati e si ri– trovano, di sopra a tutte le differenze di · dottrina, gli italiani che non hanno · smarrito la coscienza della loro dignità civile e che si sono eretti in faccia ai ,dominatori, a testimonianza di virtù e di princi_pi che non Possono morire, a Bimbolo di una verità e di un destino che si maturano nel sacrificio e nel dolore. Era la vibrante riaffermazione di una i– dea e di una forza immortali, c.he noi abbiamo assunte a titolo di questo gior– nale, come esigenza pregiudiziale e fi– nalità immediata della comune· balla– ·glia: dell'idea, per cui i nostri più gran– di e sventurati copipagni di ·lotta,. da· Matteotti ad AmendoJa, da Pilati a Go– betti, -da Consolo a Minzoni, s'innalzaro– ')lo alle sfolg'oraitti velle dE!lmartirio ; per cui migliaia di nostri fralelli scontano, nelle isole dei galeolti, il « delitto di pen– :sare con la propria testa »; per cui i pro– ~-scritti e gli esuli sono stati cacciati in· ·bando dalla loro terra e dalle loro èase; per cui le mogli, i figli, i genitori e i fra– telli brutalmente strappati ai mariti, ai padri, ai figli, ai fratelli subiscono, con orgogliosa serenità, le minacce e le so– praffazioni, nelle quali si esprimono la ferocia e la paura dei dominatori. Il fascismo, nella sùa fu'nzione sfori– ca di carceriere e di soppressore violen– to, s'iIJude di aver seppellito la liberlà. sotto le baionefle ; e il ditlaotre irride, cinicamente, al « cadavere putrefallo ». Ma dal vigilato sepolcro la Nemica im- n . e risorge; e al ouore degli op– sorritfe ~Sempre·più vic:ino it gior-. 1la Speranza. Nbi dobbiamo aftr?l– tare questo giorno col n'ostro assiduo fervore di lotta: con l'azione concorde, seria c. disciplinata, rnlta a riconquista– re, a prezzo di qualunque saeriflcio, le libertà elementari, senza di cui non è possibile ad alcun partilo vivere ed agi– tarsi. Fin dai primi •giorni 'del suo Oominio, il fascismo proclamò che le ·opposizio– ni erano morte e disper3e. E invece, es– so ha moltiplicato e aggravato, Ilei tem– po, i suoi colpi sanguinosi contro l'avver– sario che presume\'a già aver dis!rullo. E anche oggi, dopo gli assassini, le spe– dizioni~ le devastazioni, le stragi; dopo Je mostruose sentenze di magistrati ser– ,•ili e di tribunali eccezionali; dopo u– na legislazione che fa rivivere le più tor– bide forme delle oligarchie medievali, il fascismo conlinua a percuolere l'i– nerme bersaglio. Ma il bersaglio re3i– sle: non cade e noJ1vacilla. Percllè non si può abbatlere un'idea ch'è la stessa legge del progresso umano; ne si pnò manomcllcl'e il dirillo storico di un po– polo. E il grido con cui i lavoralorie gl: e– suli iln.liani, il Primo Maggio, hanno ·:o– lulo ri\'endicare questo diritto è solenne risposta a quei conservatori inglesi che, per un calcolo di politica internazionale inteso a servirsi dell'Italia come di un docile strumento, e in contrasto con le tradizioni di uno Sfato che giù si fece assertore delle liberlà politiche e ofTrì ospitale solidarietà. ai perseguitali delle tirannidi, oggi proclamano che il fasci– smo è il regime più adatto agl"ilaliani, formulando in fai modo un giudizio non soltanto contrario alla \·erità, ma aHre– sì ingiurioso per un popolo che \'iene considerato, nella \'alulazione compara– tira degli organbmi ,statali europei, co– me un interdetto o un incapace. I \'eri italiani e le democrazie di Europa non potranno dimenticare éhe il conser\·:t– torismo britannico ha assunto la dife– sa di un regime, che ha. ignominiosn.– menle schiantato tulle le libertà e h:i. rinneg (l.lo, iu ogni senso, il principio della sonn.nilà popolare. C'.ontro un simile orrore, sta la nostra yolontà di riscatto. E il nostro dolore e Ja nostra villoria saranno stati utili sol– tanto agl'italiani. LA PER "LIBERTA" MATTEOTTI II nostro numero del 5 giugno sarà interamente dedicato alla memoria di Giacomo Matteotti. Esao deve avere una grande diffusione. Preghiamo i nostri amici di mandare fin d' or., alla nostra am– ministrazione la prenotazione delle copie. Come vivono deporta.ti GDAVI N.CIU!:NTI DI LAMP~USA Un tebente provoca Massarenti. - La protesta dei molinellesi - Una giornata di violenze. - L'inchiesta Maggiotto. - Si pretende dai deportati il saluto romano. Il confinamento di Lampedusa sciolto. . L'ècO tlei [/ravi 'incide11fi di Lampe– du.sa , dove i nostri amici deportali fu– rono atrocemente provocali, era giur,la anche in Francia. Solo oggi però, sulla scorta di noti.:ie rigorosamente control– lale, noi siamo in grado di ricostruirne le fasi. I « deportati navevano· a.vuld a Lam- man.o, suonò la voce del lenente. Una dozzina di mani si lev0:rono. Pu il segnale di una Caccia aWuomo. Gli auto-designatisi furono circondali, le– gati, colpili a nerbate ... sotto gli occhi dei loro compagni che assistevano fre– menti ed impotenti. Come tulio ha un Umile, ·così questq veniva condol'.to ·in· autom.òbile a Mùanè e Ci J)erinettono di ricostruire esattamente ~1c 0 1~er:~~i:}~~?tr\?ii!~ ~~~~~fo~~~~;~:= ~ 1 h~i~~d~.n~ ~~~ff 1ia1%s1~! 1 e udno~ G!\~ mente considerate gra\,i, per· quanto la biati, Jo hanno violentemente investilo violenza del colpo dì ront:qla potesse avere secondo è loro costume, minacciandolo con~enae gr.a.vissimer....·· ~ · • dei peggiori castighi se :)OD invitava i co~l~ di:~~f~er~~·,ig:gf::l~ ~f faffi. ~h~ contadini ad aderire ai sindacali fasci- banno delerminato l'incidente. sii. Al suo J'iflu1o,motivato con le sles:e un sacerdote don Alfredo Galbiati, -do disposizioni della leE,"gesindacale del 3 po essere rimasto nascosto in un convcnlo aprile e della caria del larnro (para$'ra– per tutta la notte, si è ieri recalo io Arei- fo 3 : l'organizzazione sindacale è hbe– veseovado, ad informare dell'accn.duto il ra.), i fascisti hanno ancora alzato il f:,';}~~~fo !f~~o~~~~~tJ:t 0 Re~dgoirl~~~~~ ! 0 !!~ i 1 }!1~;c~; r;I;g;ac~i~i11° s~~fe~i!~~~ dalor Omode1 Zorini, il quale consigliava vedendo Ja vita del suo padrone in peri- ~~;e~~b!f;{0a :~s~~~ir;in 1li;:i~n~1i~~~m,~~~e~ colo, si è attaccato alla corda della cam- dato di cattura per eccitamento alJlodio di pana dando Pallarme. classe e offese al Capo del Governo. Ieri In un momento i conladini si sono sera; infatti, il sacerdote si cosliluiva. a ammassati attorno alla chiesa ed i fa– San Fedele, al commissario di notlurna, scisti avrebbero tutti passato un brutto dott. Ardt'Zzone,che lo faceva subito con- quarto d'ora se non fossero arrivati i dugie:~c:~: 1 ~ri~~;to.è da solo sufficiente carabinieri. DOl'<J,IZIOTORRIGIANI DEPORTATO A LIPARI suf C~ 0 f~s~~':n dii2cuaf~~i:f~i~a:gc:1~~c;v: del Podestà Beftoni, giova dire qui quelìo che abbiamo da un corriere giunto da Li- ~{!t'o~°dii;i~~,~~rr~~nci~Pire~~1! s~;~:i~!~ a Lipari in seguito al processo Zanibo~1. Egli viaggiò sempre a piccole Lappe,. m cellulare, ammaneltato come un assassino. Cosi fino a Milazzo.All'arrh·o a Lipari era. ad attenderlo un gruppetto di scagnozzi che sghignazzava. Era uno speLtacolo ghiotto il capo della Massoneria 111 quelle condizioni di Cristo al Cal\'ario ! I ministri di dio manifestavano cosi il loro sentimento di picfà cristiana e di bontà ! Il Torrigiani non si curò di tale signiflcath·a accoglienza; e a una persona cho lo compian:;e,·a dicendo : - Ella si tro"er-:-,qui fra molti S\·cnlurati I - rispo– se: - :\'.on e'è S\·enlura, dO\'O c'è fede I a stabilire un punto che è essenziale Il reSlo è nolo. e cioè che la insurrezione del paese di Ciò che il comunicato non dice è che Turati erastato destinato "[confino I t · · d. r f · fn\'eruno è stato, nella serata sles~a. sftt~ra~a c~~~i~rrigai~~e 1 di~t/SCI- teatro ~i. sanguinos~ rappres.aglie. Molti Da fonte certissima abbiamo la seguente Quanto allo svolgimento dei falli, non g~~~~~: 11 ! 1 sf ~u~!i~ a;;:s~f,~~ 1 j/aranno i~~~~~f~id~1 ~~~-e~~~ O f!~~i;~\lap~~ s~:_ c'è nessuno che possa, in buona fede, I I fl · 1 d' cfederé che don Galbiati abbia insul- Salutiamo le vittime e ricordiamoci po Turali e,ra s .alo .ssatç q uogo I con- tato i fasdsti e il duce cd abbia ortii- del monito che viene da questo paese. fino nella cillad.ma di Avigllan_a(~olenza); nato' di far ;suonare le campane per uno . Ii giorno. in cui !ulta Ilali!l sarà, In- :;aa d!\~ 1 ~r~f~~ 1 ~~o~~m~ndig,~~~!z~~~drl~ scopo di provocazione. veruno ed rnsorgera, quel giorno 1 l~a.- per la sua Salule e m genere, per la sua Notizie che noi riceviamo da Milano . lia: rientrerà nel novero dei paesi ci\'1h. vita materiale, ma di isolarlo con cura. - --···--------- - -- - -- -· -- ----·-· ---· - --· ---· --·- ~ ------------. -. · ·. - ---------- _LA L4, GIÙSTIZIA FASCISTA sçANDALOSA ASSOLUZIONE A CHIETI dei massacratori di Firenze La sle~sa ban<la, occupate due automobili ' schi e Fini e la casa del ragioniere ~r- f:~r~li;h~~;! fdicG~~radnu;ri~as~\~.cl~f~~= ~~~-e~'~r~ecf~o N;~crlss~a~~~=i~i~god!':{~ dava la porta e uccideva il Consolo s.>1- pasticceria Chiapella. Una parte deg!i lo gli occhi della moglie e dei due bam- accusati fu condannata. a pene legge• Dunqu:e i giurati ra;Cisti di Chieti. r.ol loro verpetto del 16 maggio, u hanno a.ffermato la inesis!e'nza dei falli n, ::u cui dovevano giudicare : ,,cioè hanno ammesso;.Dontà loro, che Gaetano Pilati , fµ uccJ30, _ç,heG~elan~ Conspio ·r~ ucci– so, che Ademaro Cozzi non fu ucciso so– famenle perc.bè il proielfile destinalo ~: 1-qifu ferma.fa ·dal porlafogli. Ghe gli studi degli avvoçati Corazzini, Ciii, Tar- b 51 i 0 ru 5 · 5 . a Cobam 0 t pai u 0 taccupqau,e 3 st'o 0 p 1 e,r 0 a~~nee~ut~~ l'issime. · da li Qµest.e prime selltenze, furono annun- fo\t\~r6~~~c~:3t:t~ i~ ~ir~~1 1 :: 1 ~~\~ la sera .e nella Jlotte del 3 ottobre 1025. UN GJlUPPO DI DEPORTATI. _ Da siril!tra a. destra. Urbma4i I,;(massima- Ma nello stesso tempo i giurati fascisti lista); comm BaccheU,, segretario generalo della Massoniir1a;Gmsepp-e Massarenti ..- di Chieti hannci &!softòt'futti gli impu- Avv. Bruno (repubblicano); on. Sbardghn1 (soc. unitario). tali. Tutti quei delil!i· furon_o com~~~Si •. • . . d~, pef~One ;.;~.flpScmte o, ll,'.i;eper1b1J1. pedll!g. Ùna accbglien=a più che simp~ provoca:aone ,fu racçolta. e· la: sera,:u~ Questo il J?enultimo atto di una igpn- li?a, ';!lo&a. 1A; popolf!Si<mt; dp,l~s_ola :;:~t:t,~ 1 ri:::ru~lo ~1::.~~e;t,".~r; b1_nilr•.nl1"'e sa aueceduta ad una. l~agcdia ~~!ai ef:iie~:e,8~~ii:~~=u~!dei ;~~= dei nostri amici, certo Roui, fu ferilo di · sibile, le loro pene mol'ali. Nei confronti .pugnale ma anche diversi fascisti 1'ien- La· tragedia di .~lassartnti, il 11 leader u dei moli- trarono con la lesta rotta. ' - ,•.· · · nclle~i, lf!, simpa/ia si era· lramut~ta in Seguirono le solite rappresaglie, poi, Ecco· la lragèdia. am1?ura.:wne. . . su. una denunci(i di Massarenli, il mi~k Nella. notte del 25 settembre 1925, i . ~tò nl?n_gal'baca natural!nante ai ~t; . . stero ordin'q u11a-inchiesla· che fu, à1[f!. fascisti di li"irenze itlaugurarono la C!!C– l1h fascislt. Le provocazioni erano qmn-. dala al 1 wto (Jenerale ijloggiollo pre- eia all'honio contro i massoni. Lo basto– d~ qtw~idian_e, ed_ in.. essi{ _eccelleva 1111. 1 1 felto 1 di Gir/JcTdi. • . ' . nature so lar'ga scala. si ~viluppnro:10 tenemlmo, t1po__ di bravac~w, tanto spa- I Fu peggio di prim~, pretendendo __ {l per tr'e giùl·n·i,fino al 28 settembre, e ron- valdo quanto_ vtle. e(!.(!.bb1etlo. . sunnbmihalb generale d'essere salutato linuarono sporadicamente durante il 29. cufae~;::e:~ }\::/cJ~/:i, dnar:;~r;/~ dai. dc7~orlati col ~alufo ·~~~nano. ; La sera Oel :}otl9bre, una squadra rii sopportava. e taceva, fi,nchè le provo,a.- Segmrono 1.wov,,confitllt,. ffoclj,6 dn_ f:a~t~e 1 'f{d8u.e~ltlia è;;~~/!~ 1g1~:a~l 1 ~~ zioni non a$su11.seroproporzio11i insop- .Roma _non fu m?-11daloun ,1_spellore _d, nato il giorno prima. La squadra rimar;e por/abili. Allora rispose per le rime, p: S. tl qllale, di fr.onte alllrreful.aVil~ sulla strada a fare la guardia. Due fa– spoller,gial.o dai suoi' fe_deli compagni ·nsu~lan:u dc, falli d~Ve.tte o!dt~are la sci.sii, LuJ)orini e Gambacciani, saliro– di Molinella e da tl1Jgn1ppo di giovani' ·dcsltlu.:t011e drl tt;.119,tte 'C lo scto9lu;1er,to no in ca~a di Bandinelli. Che cosa on– romani. , , ·dçl campo di cgnfbiamenfo., ''" 1 ; ' • daropo a fare li? Kon cerio a fare una T.,a ven"detla non taidò. La nialfirì.a, · '/ deportali dj LamPe.d,tsa' fui·ono, qu;i.- dichiiJ.razionc di amore. Che cosa. nv,·en– dopo i confinali furono raccolti· nella si tutli trasferiti a Ustica dove, è super• ne? :'\on è possibile saperlo con cer- ::::~~: · !'::~ :::/::.m::::~': . 1 :~ -~ !~~:;:-::~;; ~: 0 :::~~i .'t:· :·( :: ::;~:~:/:~\li~~ :,;l 1 :;; f r:f :1~-rt~!i~. bui re ..-baslonate. •Era presente un altro .massoi1e, Becciolini. Qtiesti sparò due .colpi di revoh'er coulro i due prepoten– 'li, uccidenddo Luporini e ferendo Gam- Come si fa il reclutam:ento nei sindacati fascisti. - Un prete che non vuol mettere la. croçe al servizlii del ·manganello. - !J\inaccie fasciste. • Campane ·astormo. • Unpaese inrivolta contro i fasci. - Un propagandista del littorio ferito. - l I bacciani. Bccciolini fu immediatamente.. linciato dai fasci::ti. L'arrestò di Don Galbiati. -· Le rappresaglie. I fafti cli Inveruno hanno gettato un raggio di luce sulla reale condizione degli 3pirili verso il fasci3mo. Jnnnmo ò una grossa borgata agri– cola della vi·odncia di :\lilano, che ap– pare romplelamènle fnsci~tizzata. quali si è dovula inlcressare anche_ j':)U– torità. Egli poi npproflttava dellO sua du– plice qualità di agricollore·c d.i sacerdote per condtn·re una pt·opagauda ostile alle organiz.wzioni fascble. - Due ore dopo, ,si scatenò una tompe• sia di violenze contropersone chenon a,·e,·ano nulla do ,iet;lere con quel pri– mo incidente. Quindici studi· di avvo– 'Cafi, ::.elle ncgo'zi, Ire case pri\'ate furono saccheggiale. . Una banda di •fascisli si condusse ai– la casa del lram\'icre Ademaro Cozzi 1 P. lo chia.mò fuori. Quando questi u5cì sul pJancrottodo, uno degli eroi gli ~parò addosw a bruciapelo il re\'olver e fuggi coi compagni : il proie!Lile bruciò la giacca, ma fu arrestato dal portafogli. mobili pfrbbliche e si faceva condurre ziate fuori d'Italia. con grande rumore a casa di Gaetano Pilatj. Quesli dormh·n, come pro\'a che il Governo fascista f& bgnnc~1~e i ?i~a~~osaa~~~~~aa~~rt~it~r ~i~ f ustizia. Ma il 4 e il 7 dicembre 1025, caldo. Salendo per .upa .scala appoggia- Ja~~~is;~r~~ii!atbai~r~r:~ te~! 1 : ~ la alla finestra, due fascisti penetrarono e 27 fascisti accusati per le violenze di nella camera, brdinanao che fosse fatl!t Prato 1 furono messi m libertà provvi• luce. Pilati;• svegliato di soprassalto, ar- soria. Il 3 marzo 1920, t-re persone accu- ffri~~~ut1!1t~i~i.e, l~g·~t::1a~~ri~j\~r~:~ sale per l'assassinio dl Pilati, furono ~Si» Sei'reVolver.ite. Qllattro raggi un- ~s1::.oo:1 c~uz:c~!,r~~jv~.ef~i:: gono H bersaglio, una palhr-si- conficca che~glO aeIIa. S81'loria Rini, fUJ'OJJO as-– nel Ietto fra Pilati e sua inoglie, una va solh. Nel JJlaggio J.026, 21 ta'létsff di a finire nel muro.' Pilali D'Ìuore dopo lre Prato furoD(! condannali a pochi mesi giorni d; sofferenze alroci. di prigione per avere invaso e sacchf!g- Nei sobborghi. di Firenze. (Panie a. g:ialo case private. Il 17 qiugno 1920 il !\lensola, Trespiano, Legnaia, Badia Ri- direttore del giornale fascista di Firenze poli. TavernC'lle) e in altri comuni !A- e i membri del direltorio del Fascio fu– rezzo, Angiari Pra.lo Montemurlo) ba- rono assolti dall'accusa di avere capi– stonature ferite, saccheggi come a Fi- lanoto le squadre dei bastonatori fra renze. Lé violenze furono ordinate per il 20 e il 29 settembre. Il 30 giugno 19'26, telefono dal Fascio di Firenze ai Fasci assoluzione del fascista Gino •Lecci. Il ,·icini. 27 ottobre 1026, altri 6 fascisti assolti I disordini continuarono a Firenze la. dall'accusa di avere partecipjlto alle mattina del 4 ottobre. Furono devastali violenze di Badi:i a Ripoli. Il 20 novem– i negozi dei fratelli Bieschi, dei frati:-lli bre 102.6, 8 foscisf.i assalii dall'accusa Fini 1 del sarto Rossi e la casa del ragia- di avere partecipato all'uccisione di niere Carrer. Becoiolioi ; due soli rimangono.sotto l& Ancora nel pomeriggio, bande ~i fa- accusa, non di aver ucciso Beccioli.ii, scisti scorrazzarono per i sobborghi della ma di averlo 1( ferito gravemente.,·: città, tirando revolverate per aria, di- insomma, Becciolini non fu massacra"": stribuendo liberamente bastonate ed ia- to, ma solamente ferito ... gravemente. limando alla gente di rimanere in casa. Il primo dicembre 1926, assoluzione di Lo far!la dopo la tragedia altri i2 fascisti. l'\ell'apl'ile iOZi abbia"': nlo avuto le assoluziom di Chieti. Quan• La polizia rimase assente durante r~li~.~cf~~i:ol;~c~~t~!'c~~oii~~n~ara~:~v~~~ tutte queste operazioni. · 1 solli, il sipario scenderà sull''ultin'l:4 scP.- :\la la u San Bartolomeo» di Firenze na della farsa: la farsa della giustizia aveva creato una. Yiva indignazione do- fascista succedula alla tragedia dell§ vunque i fatti furono conosciuti : Fi- , criminalità fascista. ~~1~1~: t ~~~e:/l~~i ~; 1 t:';~~~!~:;~ 1 ~èc~~i ; ~ GAETANO SALVEMINL redcrc,orecchiper udire e lingua per pal'lare ... all'cstuo. Il Governo fascista 'do\·c\·a 'dimostra– re di non avere nessuna responsabi– lità i11 quei delitti. Per dare questa di- 111ostraz1one,doveva darsi l'aria di ou– 'lire i responsabili. Ora viene la farsa. Un primo processo ebbe luogo a Fi– renze il 2l e il 24 novembre 1925 contro una banda di 15 fascisti, che ave\·ano saccheggiati i negozi dei fratelli B1e- Il ,aiuto di Romain Rolland LA NOS'l'RA BATTAOLIA È PER LA LIBERT A DEL MONDO INTERO C'è un pode::.tà fa::cisla, una seziono fascisla. u11.1 scuola fascista. ?\'on c'è pili traccia di movimento sociali.,ta ed a giudicare dalle apparenze ::i direbbe f~r~,a~,~~ee!-~n~~-~1~,~~!~a~1~1~ 01 ~-f~~R~rt 1 : u Ben conoscendo la poca disposizione di don Gilbiati, il signor Avernni, appena arrivalo ad lnYeruno, si rivolse 'al pa1·r0Cò pc1·chèvole!'=se interporre i suoi buoni uf- 1\ci pres.so il proprio coadiutore per per– suaderlo a de.si5lere·dalla sua {)OCO ragio– nevole oppo.:!izioneall'o(Ìern dei Siodacati. Ma il parroco mandò l'.\\'erani ed il Lolli · òal cappellano stesso avvertendo però Che ben difllcilmenle a\'rebbero ottenuto ~ual– che cosa. Presentatisi a don Galbiati ed esposte le loro lagnanze. non senza aver accennalo ngli scopi paciOci di collabora– zione ,·n~o gli agricoltori e al rispetto per la Chiesa ed i suoi ministri cui .si in– forma ropera òel Siudacalismo. i signori 1\verarti e Lolli furono inv"stiti da male parole. Don Galbiati aggiunse pure delle parole di spregio e di orresa coolro il Duce cd il regime. Alle proteste dei due came- SUL CALVARIO Romain Rolland, il grand" aulore di JèO.n Chri.ltopltc, il leader spirituale dP.lla gio– ventù idealislica di Francia, il difensore inclilo dell'umanità durante la guerra sa– lut.a la nostra LibcrtiJ., cosi : Yi si ,·erifica insomma la situazione che è comune a m1gliai,t e migliaia di comuni dorn il f.:l::;ci~moimpe!'a pre'3- .sochò inconlra~talo. :\1a non ~i tratta di un imperio che abbia le :.ue basi nella co::cicnza dei cH– tadini. E' un puro pre\·alere di io1·Le .irmatc. I fascisti uou rappresentano che una infima. mlnoranza; gli aHri sn– biscono e un nulla' può bastal'e per deci– derli a farè intendere quali sono i loro reali sentimenti. , ~~cc~~ i~h~: g;~ni~~t~ ~~Ì·~·~:~;·ele- ria generale dei sindacati fascisti della provincia di )filano, come ::,i sarebbJro :>volti i falli: u Jfe1:coledì nel pomeriggio. il. signo~ A\'eran1 dell'lspclloralo pro"inc,ale dei :~;!~I.i,p~~~fe~~t 1 S~ 1 tJ~o d1i~a (~~{eg1~~d;~iri~ si recnva in automobile ad Inveruno :"1 in\'ila!o dal fiduciario m:mdamPntale di ~~~t\°o"n~ ~fu°ct°:ca~ 01 ~C11~cr ~~Ì~ 1 ";~: l~~~ phcalo l'agricoltore don A1fre<loGatb;a– li fu Giovanni, che è pure coadiulorc del parroco di Inveruno. Il Lolli {'ra riu::c1to ad a,•ere da parte di circa 350 contadini di Inverur.o l'adesione ai Sindacati e slaYa per passare all'iscrizione, quando si trovò di fronte all'opposizione di don Galbiati, che riunl i contadini es.orlandoli a nan enlrare nei quadri del sindacalismo fasci- i~~i/0J~11:u:1~!u~~t1;:s:11!i d~~btb6:1b~al~ ha, - come tutti sanno nel mandamento, - dei precedenti di poco patriottismo, dei ~~t\~10c~j~:~~~l~l!'!S~~;roda~ladizitt~~~~ di ~uonarc le campane e rilirandos.i senz.a, \'Olcr o!lrf' discutere: Subito fnfalli le cam- · p::mesquillarono a stormo e Una lurba di contadini accorse dai campi e dalle case armata t.li ogni sorta di attrezzi agricoli. Qualcuno a\'e\'a "parsa fra essi la voce che i fasci-:ti a"evano ammazzalo il prete. 11 Averam. Lolli, Torqualo ed un altro fascista ct1e s'era unilo a loro, si difesero come poterono, riuscendo però a tencr4 a bada la folla fino all'a.rrh·o dei cai·abinicri. Jlentre J'Aver,:miera in J.lunicipio per la ::ua deposizione al maresciallo che slen- ?;;:sait'a \'~i~~~~i laalraopg~!!'. 0 ~~ai;:~t~m; slenlo dai carabinieri e da alcuni rasci,:;ti. tra i qu::ili era appunto il Torqualo, il (nua~!lre~j\\~~~)~/l~~aunge~~ i 8i~/a~~~j Cucchelti, l'inse~l per un breve lralto di sll·ada. J.la il Cucchelfi, entrato in casa sua, che era appunto lì presso, ne mcl subilo armato di roncola, con la qtwle colpì vio– lentemente al fianco il Torquato. Questi, cadulo sanguinante a terra, \'enh·a poi cal- g:~~~~le~ R~~;~l~~tì~~ c~~J~~f~~r ;r:is~~ ii Ma99io 10-27. Mio caro Filippo Turali, Saluto in l'oi e nei Vostri amici i rap-. presentanti fedeli e perseguitati dell'I– talia che ci è cai·a, della più, grande /la– lia, quella della Ubertà. QueUa, anche, 'della sventura ... La tt:r-. ra dei martiri·! Da secoli e secoli, quanto sangue Essa ha bevuto, e quante la9ri-- l me, di lufli coloro che soffrirono per ili-. fendere la giusli:ia clenta, per salvare, l'avvenire dell'umanità! Tutti i gioghi stranieri 9ravaJ'uno su di Essa. Ed ecco, che, non llppcna le riusci di scuoterli, le ne era riservalo il più, crudele di tutt{: l'affronto di venir rimessa in ceppi da tiranni tiella sua stirpe"!... Cosi, la Vo-! stra llalia feconda e laboriosa è periodi– camente dcvasl.a.la dalle scosse del suo suolo e dalla lava dei suoi vulcani... · Ebbene, sia guesta 1 ,ma volta di più, la lolla della ,·agione conll'o 9li clementi.~ La batla9lia che Voi date 11011. è solo per. la liberazione di un gran popolo oppr~s– so, umilia((), ollro99iato; - è per, la libertà del mondo intero. Si traila di so7u11·e chi avrà il .soprllv-. vento fra la fo,·za brutale, che at:sei·vi"": sce 9li uomini, e lo spirito, che illumi-, na 1 e che fa cadere le catene. RO~UIN RO_LLAND.

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