Il Leviatano - anno II - n. 16 - 6 maggio 1980

IL NUCLEO RADIOATTIVO how indispensabile a sfruttarla in pieno•. L'opzione nucleare è stata quindi indicata pressoché da tutti, esplicitamente o implicitamente, come centrale nel campo delle fonti energetiche, soprattutto se limitata nello spazio di tempo compreso sino al 2000 e riferita all'area occidentale e non scordando che per le sue stesse caratteristiche. anch'essa presenta alla lunga necessità di alternative. Permane di conseguenza importante lo sviluppo delle ricerche volte alla produzione di tecnologie che permettano lo sfruttamento economico di tutti gli elementi naturali (sole. vento, mare, terra) e quello. promettente. delle biomasse. che consente di ottenere gas o petrolio dagli elementi organici. Solo così il problema energetico potrà dirsi pienamente affrontato. Cristiano Alloa ENERGIA Transizione: né illusioni, né apocalisse I ENERGIA NUCLEARE O energia naturale? Questo ihwpo che i tecnici e i politici sono chiamati a sciogliere, se si vuole trovare una soluzione alla crisi energetica. Le risorse non bastano per tutti, i prezzi salgono, la mi- \.::ccia di una guerra, alla luce u degli ultimi avvenimenti in Medio Oriente, non è pitì così remota. Fra i saggi di più recente produzione al riguardo alcuni paiono propendere decisamente per una sdrammatizzazione dei termini del problema, le fonti rinnovabili, acqua e sole, sono in grado di fornire, senza consumarsi, energia sufficiente per tutti; le fonti sfruttabili oggi, quelle fossili, petrolio, carbone, uranio (anche nel 'ipotesi che l'uso delle centrali nucleari si fermi alla dimensione che Ira adesso), basterebbero in sé ad assicurare una transizione ordinata. Infatti, ne La politica dell'energia, (Garzanti, pp. 236, l. 6.()()()), Barry Commo11er,famoso scienziato americano, dopo aver criticato duramente il piano energetico presentato da Carter, affronta, in termini politici ed economici, il problema del 'energia solare, cerca11do di confutarne i risvolti utopistici e mettendo11e al contempo in evidenza tutte le possibilità, più vaste di quanto comunemente si creda. Questa mancanza di informazio11e viene colmata da Energia: per evitare la catastrofe, a cura di Giuseppe Leuzzi (Lerici, pp. 160, l. 5.()()()), in cui Marcello Co/etti costruisce un quadro del/' «economia della e11ergia • e traccia una storia delle politiche energetiche recenti dei paesi industrializzati. Marcello lnglrilesi spiega /'equivoco della «penetrazione elettrica,, del «tutto elettrico» che oggi significherebbe «tutto nucleare» e che DEPOSITO DI SCORIE RADIOA1TIVE costituisce in questa fase il pro~ blema specifico dell'Italia. Riccardo Perissiclr espone una serie di consistenti possibilità che la economia Ira di crescere consumando meno energia. Nicola Sarkis rompe il luogo comune pi,ì diffuso, spiegando come la crisi sia temuta anche dai paesi esportatori di petrolio, e rilancia il tema della «ristrutturazione concertata,. Infine, Giuseppe Leuzzi affronta, analizzandone le difficoltà e i falsi problemi, il nodo della transizione alle nuove fonti di energia. U11atra11sizioneper la quale non è lecito ignorare le fonti sfruttabili oggi. Nei prossimi venti anni, i combustibili fossili, questo patrimonio formatosi nel corso delle ere geologiche e rimasto praticame11te intatto sino alle soglie del secolo scorso, continueranno ad essere la fonte principale di energia. In questa luce ne I combustibili fossili (Etas pp. 134, l. 5.()()()/Eugenio Nardelli esamina gli aspetti scientifici (ricerca, stima delle riserve), tecnici (produzione, lavorazione) economici (su scala italiana e mo11diale)di queste risorse, delle quali una, il carbone, acquista nuovo interesse nella crisi presente. Una crisi che si origina da cause non solo di ordine tecnicoeconomico ma a11che politico e che, come ci spiega Giovanni Spantigati in Petrolio (Etas, pp. 233, [. 6.000) investe inparticolare i paesi che come il nostro /ra11nocostruito la loro maturità industria/e sulla base precaria di una dipendenza quasi totale dalla energia importata. Per il loro futuro sarà determinante la risposta dei consumatori alle proposte di risparmi energetici e di diversificazione delle fonti. In questa ottica appare interessante l'esperimento, descritto da Luigi Buna/li in Petrolio dai rifiuti (Sugarco, pp. 181, [. 4.500), di un industriale lombardo, Andrea Rossi, che a Caponago, un paesino alle porte di Milano, ha progettato, costruito e messo in funzione, nell'agosto del /979, u11impianto in grado di produrre, quotidianamente, dieci tonnellate di purissimo olio grezzo, ricavato dai rifiuti solidi urbani. Una risposta «tutta italiana• alla crisi energetica, non vissuta come prossima apocalisse, ma come occasione di sviluppo. Akssandro GebbJ 6 MAGGIO 1980

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