Il Leviatano - anno II - n. 16 - 6 maggio 1980

_...,..,.. ■■u■ ra.■ ..- ■ .. .., .. .,.,,.. ...... ■ ■ ...... ,.. ■■u■ ~--■ -.. ■ .. .., .. .,.,,.. ...... ■ ■ di armi e gli forniscono rifugio quando ne hanno bisogno. I sovietici, la Libia, l'OLP sono intervenuti pesantemente nella campagna per il rovesciamento dello scià dell'Iran. Vi sono stati tentativi di costruire cellule terroristiche nell'Arabia saudita. Nel Nicaragua, l'offensiva sandinista è stata aiutata da ciò che è stata chiamata «una brigata internazionale comunista in miniatura», comprendente «volontari» provenienti dalle organizzazioni terroristiche clandestine della Germania occidentale. L'arma flessibile del terrorismo può inoltre colpire nel cuore della civiltà occidentale. I sovietici hanno segretamente sovvenzionato la banda Baader-Meinhof in Germania. In Italia, Aldo Moro, ex primo ministro e candidato favorito per la presidenza della Repubblica, è stato rapito nel marzo del I978 e le sue cinque guardie del corpo assassinate a sangue freddo dalle Brigate Rosse. E stato tenuto prigioniero per più di due mesi prima di essere orrendamente assassinato a colpi di pistola: il suo corpo è stato lasciato nel portabagagli di una auto abbandonata nel centro di Roma. Ci sono stati più di 2.100 azioni terroristiche in Italia nel 1977 e il numero è salito nel 1978. Il dottor Ray Cline, un ex funzionario della CIA attualmente insegnante alla Georgetown University, sostiene che l'attuale ondata di terrorismo mondiale è cominciata dopo il 1969, quando il KGB è riuscito a far accettare l'OLP dal Cremlino come uno strumento principe per la politica sovietica nel Medio Oriente. Ciò che i sovietici e i loro alleati, senza scrupoli di coscienza, hanno realizzato è la creazione di un «sistema internazionale di provocazione di disordini», che traffica in omicidi all'ingrosso per scopi politici. Sebbene abbia proceduto senza soste, l'avanzata espansionistica non ha proceduto incautamente. I dirigenti sovietici, sebbene siano gli aggressori, procedono lentamente e astutamente, evitando di scoprire le proprie mosse per non risvegliare dal suo sonno il «gigante dormente» del- ! 'Occidente. Si tratta di rivoluzionari di professione. Uno dei loro principi è di non farsi vedere 10 NIXON E BREZNEV mentre il vecchio regime sta crollando, lasciando ai dilettanti - i patrioti autentici, i nazionalisti, gli idealisti - il posto alla ribalta. La televisione ci mostra i dilettanti che manifestano nelle strade: non ci rivela i professionisti che guidano i colpi da dietro le scene, che complottano per conquistare il potere nel nuovo regime mentre contemporaneamente dirigono l'abbattimento del vecchio. I sovietici prosperano sulla confusione, il caos, la paura. Sanno che, in condizioni disperate, la gente ricorre a soluzioni disperate. li comunismo parla di «liberazione», promette ordine. Fa credere agli emarginati che saranno tenuti in considerazione, ai miserabili che arriveranno al vertice. Parla in termini di certezza appassionata: fa appello alla gente in balia dell'insicurezza. I sovietici sanno che la guerra, la rivoluzione, la depressione economica possono distruggere le fondamenta di una società; sanno far suonare i canti melodiosi della sirena del comunismo. Quando la gente vive nel panico, la tirannia p_uòdiventare attraente se promet'le ordine. Ecco perché i russi cercano, con ogni mezzo. di esacerbare le tensioni, di acuire lo scontento. di fomentare guerre e rivoluzioni. Essi non vogliono che si vada incontro ai bisogni umani. Non vogliono veder risolti i conflitti tra i popoli. Vogliono che i problemi diventino più acuti per impadronirsi del potere. I sovietici applicano alla lotta economica la stessa disciplina, la stessa tattica che usano sul campo di battaglia. I partiti comunisii locali e i sindacati diretti dai comunisti, scatenando scioperi, richiedendo eccessivi incrementi salariali, chiedendo la nazionalizzazione delle industrie, favorendo il terrorismo contro gli imprenditori, possono mutare il clima favorevole agli investimenti al punto che il capitale smetterà di fluire. li boom economico del dopoguerra in Italia è stato arrestato alla fine degli anni sessanta da massicci scioperi diretti dai comunisti che hanno portato ad aumenti di salario reale superiori al 50%. Secondo Richard McCormack, «gli economisti hanno calcolato che questi aumenti di salario abbiano indebolito l'economia italiana più di quanto non abbiamo fatto i successivi aumenti del prezzo del petrolio, rendendo precaria la competitività internazionale e scoraggiando gli investimenti da parte delle imprese». Da quando il terrorismo delle Brigate 6 MAGGIO /980

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