Il Leviatano - anno II - n. 15 - 29 aprile 1980

.. ~,.• ■■■■raa ... ■ ., .., .. ..,, IY■ lliiiii.i.. ■ ■ .. ~,. ..... ~ ..... ,.., .. .,,.,, ... ■ ■ guerra mondiale. Nessun angolo della Terra è fuori della sua portata. Gli Stati Uniti e l'Unione sovietica sono diventate ambedue potenze mondiali, e qualunque turbamento dell'equilibrio tra di loro in un angolo del mondo si risolve in un turbamento dello equilibrio globale. La terza guerra mondiale è anche la prima vera guerra totale, condotta a tutti i livelli. Potenza militare, potere economico, determinazione, la forza delle idee, Non si tratta di un calendario prestabilito per la conquista del mondo, ma invece di un rafforzamento costante della potenza militare sovietica, di uno sfruttamento coerente di ogni occasione per espandere la potenza sovietica e per indebolire quella dell'Occidente. Coloro che mostrano «comprensione» per l'Unione sovietica sostengono che la Russia cerca soltanto la propria sicurezza e che, una volta raggiunta una poRJCHARD NIXON E LEONID BREZNEV la chiarezza negli obiettivi: ogni fattore è vitale per l'esito del confronto. La caduta dell'Afghanistan nelle mani dei russi non è grave per l'Occidente soltanto perché riguarda la sorte di 18 milioni di persone, il novanta per cento dei quali analfabeti, con un reddito di settanta sterline pro-capite, che fa di quel Paese uno dei più poveri del mondo. Neanche la sua posizione strategica renderebbe la sua perdita così grave se fosse stata una perdita isolata. Ma I' Afghanistan non è un caso isolato. E parte di un più vasto disegno di sfida per l'Occidente. 6 tenza sufficiente, la Russia sarà sazia. Ma l'aspirazione russa alla «sicurezza» è senza limiti. Quanto più conquistano, tanto più sentono di dover proteggere: ciò che definiscono «sicurezza», è in realtà solo desiderio di dominazione. in patria e all'estero. La loro sicurezza. come il loro potere. non può essere che totale. Può essere garantita solo dalla totale eliminazione di ogni opposizione potenziale. Il gruppo dirigente sovietico non ha alcun concetto di «pace» come intendiamo noi, nessuna idea di «coesistenza» come noi la definiremmo. Non crede al concetto di nazioni eguali. Per loro chi è eguale è un rivale, che deve essere eliminato prima che li elimini. L'obiettivo sovietico, per rovesciare la frase di Woodrow Wilson, è un mondo reso insicuro per la democrazia. L'obiettivo finale dei sovietici nella terza guerra mondiale è il rivale principale, gli Stati Uniti. I loro obiettivi intermedi sono l'Europa occidentale e il Giappone. Gli obiettivi immediati sono quelle aree instabili e vulnerabili oetrAsia, deirAfrica, del Medio Oriente, dell'America latina nelle quali, a costi e rischi relativamente ridotti, possono acquisire vantaggi strategici e collocarsi progressivamente nelle posizioni che controllano le risorse e le vie vitali dell'economia mondiale. Come ha detto Harold Macmillan, l'ex-premier britannico, l'Asia e l'Africa sono i due grandi polmoni attraverso i quali respira la civiltà occidentale. Già fin dal 1921 Stalin sottolineava la vulnerabilità dell'Occidente alla privazione delle materie prime: «Se l'Europa e l'America possono essere considerate "il fronte" - diceva - i Paesi non sovrani e le colonie, con le loro materie prime, il petrolio, i prodotti alimentari, il vasto materiale umano possono essere considerate «la retroguardia .. , le riserve dell'imperialismo. Per vincere una guerra non basta vincere al fronte, occorre anche smantellare la retroguardia e distruggere le riserve". Più recentemente il presidente sovietivo Leonid Breznev ha confidato al presidente somalo Siad Barre, allora alleato del1' URSS: «li nostro scopo è di conquistare il controllo sulle due cassaforti da cui dipende l'Occidente: la cassaforte energetica del Golfo Persico e la cassaforte mineraria delr Africa centrale e meridionale». li di;,sidente sovietico Andrej Sacharov. recentemente arrestato privato di tutte le onorificenze ed esiliato da Mosca. ha ricordato il discorso di un alto funzionario sovietico nel 1955, il quale spiegava che l'obiettivo di fondo della politica sovietica nel Medio Oriente era «di sfruttare il nazionalismo arabo per creare difficoltà ai Paesi europei nelle forniture di petrolio greggio». La potenza militare, come quella economica, 29 APRILE /980

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==