Il Leviatano - anno II - n. 15 - 29 aprile 1980

~~---~119■ .... ii lliiiiii~ ii competono, mutandolo da forza distrulliva in strumento allo a forgiare una società ben ordinala e a creare i presupposti perché si giunga a una vita virtuosa e felice. Pur vedendo l'uno la realtà nell'immutabile e ideale, l'altro nello storico e nel materiale, platonismo e marxismo presentano di fallo qualcosa in comune. Marx aveva intuito che la società capitalistica creata dal libero gioco delle forze economiche reca in sé i germi della propria distruzione. La produzione di beni, che dovrebbe esclusivamente soddisfare i bisogni dell'esistenza materiale è diventata invece un fine in se stessa e l'uomo il mezzo per la creazione di un valore astrailo: il capitale. È necessario mutare il mondo radicalmente e la chiave per un tale rivoluzionario sovvertimento è una vera teoria della realtà e delle sue dinamiche. Il marxismo individua nel proletariato la forza motrice della rivoluzione e ne sposa le sorti. Dopo la rivoluzione, il marxismo provvede a legillimare i più evoluti rappresentanti del proletariato viuorioso per governare la società esauamente come, nello Stato ideale di Platone, il possesso della corretta visione del mondo, della correua teoria. conferisce l'autorità a coloro che stileranno le leggi ed eserciteranno il potere. Nel marxismo la corrella visione del mondo viene però a coincidere con la visione materialista e scientifica del mondo; dalla lieve ·concordanza formale dovremmo forse concludere che il suo possesso basta a dare dirillo al potere? Nondimeno. come dalla sua Repubblica Platone ritenne necessaria la esclusione degli artisti. dei trafficanti in generi volulluari. dei diffusori di miti inaccellabili. così, per realizzare la visione di Marx di un comunismo che fosse liberazione di tulle le forze creative, apparve altrettanto necessario che l'avanguardia riconosciuta dalla classe operaia, investita del potere, escludesse da ogni partecipazione al governo tulli coloro che per la loro origin..: di classe fossero inqualificati a guidare la società. Pericolosi apparvero anzilullo e soprallullo coloro che .sostenitori del marxismo a parole. erano in realtà impegnati nella sua revisione e diluizione con elementi e'\trnnei spuri. e quindi fautori di divisione. Ogni nuova. e spontanea forma di espressione culturale. che nasce come foggia di vestire e di portare acconciati i capelli per produrre frulli nella poesia, la musica. la danza. la pittura e le arti plastiche, non poteva che nuocere in sommo grado - lo si capì ben presto - nel lungo viaggio del popolo al comunismo. Ora non è così facile riconoscereun vero marxista: era quindi indispensabile trovare un criterio semplice, acIL LEVIATANO cessibile e pratico. Nel tentativo di Marx di elaborare una teoria tale da rendere l'uomo capace di trasformare il mondo e di creare condizioni per il proprio pieno sviluppo personale e nella collettività in una trama di liberi rapporti interpersonali, la distruzione di ogni forma di idealismo ebbe un ruolo centrale. Il compito cruciale fu quello di smascherare la reale natura della religione - •Oppio dei popolo• - che inculcò per secoli passività e rassegnazione di fronte alla povertà. la repressione. l"illegalità. lo sfruttamento e la schiavitù. La fede di Dio, la credenza nella vita dopo la morte, tulio il fardello dell'idealismo divennero temi sui quali chiunque poteva essere esaminato e inquisito da chiunque. Era possibile vedere con i propri occhi chi insisteva nel recarsi in chiesa. controllare con le proprie orecchie, fra i vicini. gli amici. nella propria stessa famiglia. se chi aveva smesso aveva davvero abiurato le sue fuorvianti credenze e i suoi pregiudizi per convertirsi pienamente alla visione scientifica e materialistica del mondo. Il problema del buon governo è oggi pressante, ma non è dalla filosofia che ne chiedo la soluzione. né tantomeno le credenziali per la gestione del potere, e la conseguente diffusione di alcuna •nobile menzogna• platonica. Nella filosofia vedo soltanto la possibilità di vivere liberi, dove non intendo parlare di libertà assoluta. ma libertà nell'accordo con le leggi. Vorrei che ciascuno potesse parlare come pensa e agire come sente giusto. vorrei che ciascuno potesse assumersi la responsabilità delle proprie azioni senza doverle mascherare, senza dover inventare e produrre di fronte al potere un altro personaggio. un'altra faccia o un 'altra moralità. Non è possibile farlo impunemente, senza mettere a serio repentaglio la propria unità interna. Non si può «mentire,. faccia a faccia col potere - pure se •non ti lasciano nulla di meglio» - senza che ciò si traduca in un reale, intimo danno. La filosofia come base di una vita libera pone al potere statale il problema di come si governi un popolo libero. Con Charta 77 questo dilemma si è articolato a comprendere l'intera società. divenendo esorbitante per le presenti capacità di risoluzione del potere in questo Staio. Per superare le difficoltà. il potere dovrebbe assoggellarsi a un"interiore metamorfosi, ma da essa in realtà rifugge. ostentando anzi con spavalderia sempre maggiore il suo apparato repressivo. Si economizza sui medicinali. sul vestiario destinato ai bambini e sulle pensioni. ma quando si traila di stroncare sul nascere ogni tentativo di vivere e agire in relativa libenà. non si risparmiano né spesa né sforzo. Quando non riesce di distruggere l'integrità del singolo con le limitazioni esterne. si allenta ad essa dall'interno. La Sicurezza fuori dalla porta di casa non è soltanto una limitazione esteriore della libertà contro la quale si ha successo nell'erigere una baniera di libertà interiore. La Sicurezza che controlla tulli i visitatori opera un'intrusione sistematica nelle nostre relazioni con gli altri, di fallo nei recessi più intimi delle nostre vite. In una tale situazione è possibile continuare nella ricerca di una filosofia che dia la forza per vivere liberamente in questa società? Ogni nostra libera parola, ogni passo che muoveremo liberamente, sarà un invito rivolto a tutti per una vita libern. con tulle le implicazioni che il rifiuto di un tale invito comporta per ciascuno di noi. Ma è possibile nelle condizioni a11uali intrallenere rapporti interpersonali responsabili che siano al tempo stesso di reciproco invito a un ·esistenza più libe~? ( ... ) 11

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==