Il Leviatano - anno II - n. 14 - 22 aprile 1980

l'ONU già abbastanza emarginata dall'insuccesso dell'infelice visita di Waldheim a Teheran e dall'inutilità del voto dell'assemblea generale. Una mediazione vaticana esiste solo nelle menti provinciali e limitate di certi giornalisti italiani. Nel mondo arabomussulmano non esistono mediatori credibili; né è ragionevole dar credito alle fanfaronate del pittoresco Arafat. La CEE è stata già messa fuori gioco dalla sua abulia e dall'ormai velleitario balletto dei suoi ambasciatori di qualche giorno fa. Restringendo la rosa dei possibili mediatori non restano che l'URSS e la Francia. Una mediazione sovietica, seppur possibile, significherebbe per gli USA e tutto l'Occidente la perdita totale dell'Afghanistan e la sconfitta della politica di containment, abbozzata in questi ultimi tempi e che fino ad oggi, forse) ha una qualche possibilità di successo, se i russi riusciranno a tirarsi fuori dal ginepraio afghano. Resta, infine, la Francia di quel cortese gentiluomo di campagna che si chiama Giscard d'Estaing. Anche se è vero che il suo ambasciatore a Teheran si è recato da Bani Sadr insieme agli otto dei Paesi della CEE, egli si è affrettato ad assumere un atteggiamento defilato, di distacco che potrebbe consentirgli qualche margine di mediazione. Ma in ogni caso sarebbe una mediazione «dai colori B della Francia». Cioè un gesto in cui risalterebbe solo un ruolo puramente nazionale, e non europeo, di quel Paese autoconvinto di essere ancora una grande potenza. E comunque non esprimerebbe un atteggiamento unitario e solidale dell'Europa. · Se le cose andranno così, come a nostro parere è probabile, nessuno potrà salvare l'Europa dall'accusa di velleitarismo. Gianni Finocchiaro CUBA ... prima le donne e i bambini o «S1 È AVVIATA IN QUESTI ultimi giorni - scrive Tomas Maldonado sull"'Unità" del 13 aprile (il corrispondente dell'organo comunista dall'Avana, Nuccio Ciconte, per misteriosi motivi, ha cessato di "corrispondere" proprio in questi giorni cruciali)- una massiccia e ben concertata campagna di stampa (... ) sul problema dei rifugiati cubani nella ambasciata del Perù•. che merita «una attenta riflessione da parte del (... ) partito. La campagna di stampa tenderebbe a far credere che «una massa immensa di dissidenti ha invaso una ambasciata per chiedere di "fuggire" da Cuba, dove evidentemente era perseguitata». «Ma è credibile tutto questo?•, si chiede il Maldonado. No. Perché il governo cubano, «primo tra i paesi socialisti, riconosce il "pieno diritto ad emigrare per chiunque ottenga il visto di altri paesi e abbia compiuto il servizio militare•; e, inoltre, tale «liberalizzazione dell'espatrio non è un fatto nuovo, legato contingentemente alla protesta dei "rifugiati". In breve: il problema reale è dunque la concessione del visto da parte dei paesi stranieri, in primo luogo gli USA che, come si sa, hanno ferrei controlli sulla emigrazione». A sentire il collaboratore del1' «Unità», insomma, la protesta dei «dissidenti» sarebbe, nella sostanza, contro gli Stati Uniti. Infatti da Cuba, a parte qualche lungaggine, si è liberi di andarsese: ma il maledetto vicino Paese imperialista non offre il visto di ingresso. I «dissidenti•, allora, avrebbero pensato di forzare la mano a Carter occupando l'ambasciata peruviana. Cuba è innocente. Come stanno le cose? Se l'unica difficoltà è, come afferma Maldonado, per i cubani che vogliono andarsene quella di trovare un Paese disposto ad accoglierli e se gli Stati Uniti, per i loro biechi fini, rifiutano questa accoglienza, sarebbe anzitutto logico che il Partito comunista proponesse al governo italiano di accogliere, seguendo l'esempio della Repubblica federale tedesca, una propria quota di emigranti. Ciò che non solo il PCI non fa, ma il nostro governo, pilatescamente, non decide autonomamente, per non fare inutili sgarbi ai comunisti. Ma è vero, in ogni caso, che i cubani sono liberi di andarsene dove vogliono? Si noti anzitutto che per i cubani l'unico modo di viaggiare all'estero è quello di andarsene definitivamente, ammesso che ci riescano. Non è previsto il viaggio di andata e ritorno. Riferisce ancora Maldonado, correttamente, di aver «potuto personalmente verificare che gli alberghi di Cuba• sono «strapieni di visitatori•. 22 APRILE /980

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