Il Leviatano - anno II - n. 14 - 22 aprile 1980

■.a..-rlllf9.a■ _ ■.a..-rlllf9.u■ ... ■ lliiiii..... - .... lliiiii ..... PIETRO LONGO giunta priva di grandi protagonisti su cui poter costruire delle ipotesi, ch'è assai difficile azzardare previsioni o disegnare scenari. Quando tutto vacilla e mancano solidi punti di riferimento bisognerebbe essere profeti per indovinare il futuro. Ma su una cosa forse si può scommettere: l'uscita dei socialdemocratici e dei liberali dalla maggioranza è uno di quei fatti politici che avranno un peso non irrilevante nel prossimo futuro. Non a caso Cossiga. Craxi e Piccoli. e forse un po' anche Spadolini. hanno cercato di non rompere tutti i rapporti con i liberali. Essi si rendono conto perfettamente che l'alleanza tra socialdemocratici e liberali può dar vita ad una opposizione consistente e pericolosa per i loro progetti. Da soli i socialdemocratici si troverebbero a svolgere il ruolo di vedove o di orfanelli. al massimo di coniugi traditi. Insieme con i liberali. al contrario. possono costituire una politica e forse dare corpo addirittura a quel disegno di alternativa liberaldemocratica che finora è sempre stato impos6 sibile per gli interessi divergenti dei laici. Una politica ben congegnata, con distribuzione oculata delle parti. pur mantenendo ognuno la propria identità e autonomia. può finalmente delineare una oppo izione di sicurezza democratica di cui c'è gran bisogno in questo paese allo sbando. Dal punto di vista della sicurezza democratica PSDI e PLI offrono solide garanzie. Se il PSDI ha da farsi perdonare un lungo sodalizio di potere (è dal 1947. dall'epoca della scissione di Palazzo Barberini. che la socialdemocrazia italiana non va all'opposizione). è pur vero che questo partito sta cercando di darsi una nuova immagine grazie alla grinta e all'attivismo del suo giovane segretario. Il PSDI. inoltre, è un partito dotato di quel minimo di strutture sufficienti per far sentire la sua presenza dentro le forze sociali. li PLI. povero invece di strutture. ha dalla sua il prestigio e la credibilità che gli vengono dalla tradizione e dalla lontananza dal potere e sottopotere. oltre che dal bagaglio culturale e dalla presenza di uomini ■.a..-rlllf9.a■ - ... ■ lliiiii..... nuovi e validi accompagnati o vecchi protagonisti la cui rispettabilità è fuori discussione. Sta proprio qui, in questo auspicabile assemblaggio di energie, la possibilità di dar vita ad una fase diversa della politica italiana. Si tratta non tanto di inventare una politica, ma di darle una immagine ed una identità agli occhi dell'opinione pubblica alla ricerca disperata di un ancoraggio. Esistono vaste zone della società italiana da occupare e da aggregare. In questa operazone, tutt'altro che impossibile, la socialdemocrazia ha il compito di offrire garanzie di giustizia socia-. le. mentre ai liberali tocca la grande missione della difesa delle libertà individuali sempre più minacciate da una legislazione selvaggia e punitiva verso il risparmio e i dirigenti dei singoli. Quel «lib-lab• che i socialisti hanno soltanto strumentalizzato potrebbe tornare a rivivere proprio con questa nuova alleanza tra laici. La concezione politica alla base del «lib-lab• è giustissima - conciliare appunto, l'esigenza di giustizia sociale con le esigenze di libertà - ma bisogna saperla realizzare nei modi, nei tempi e con le forze che le occasioni offrono. C'è. infine, un'occasione che le forze liberaldemocratiche non debbono lasciarsi sfuggire ed è l'aggregazione dei ceti medi. vere vittime di una situazione politica scollata e nevrastenica. La fase storica italiana è caratterizzata da due elementi carichi di rischi: il terrorismo. frutto del malessere giovanile. e il malcontento dei ceti medi. Francamente non saprei dire quale dei due sia più pericoloso. Mi sento di dire. però. che le forze liberaldemocratiche hanno il dovere di non lasciare alle loro tensioni e alle loro inquietudini i ceti medi. Fu una colpa di cui si caricarono già nel 1919-22 i partiti democratici e gli stessi socialisti. lasciando che a catturare i ceti medi fosse il fascismo. Oltre tutto. c'è in quella direzione un grande spazio politico da conquistare per dare consistenza a quell'alternativa liberaldemocratica che può finalmente spezzare il gioco perverso del bipartitismo imperfetto in cui si stanno consumando le nostre istituzioni. Egidio Sterpa 22 APRILE 1980

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