r: soltanto è dato superare la caoticità del liberalismo tradiziona• le». Come si sa il fascismo sostan• zialmente se ne infischiò di tale dottrina. La sinistra vuole forse raccoglierne l'eredità? Non appa· re migliore, tutto sommato, la linea Amendola-La Malfa? MauroFrawli RUFFOW I L'utopia in maschera HA SCRITTO RECENTEMEN• te Giorgio Ruffolo che quello che rischiamo nella cosiddetta emergenza è «uno stato di cronica inferiorità verso gli altri sistemi industriali•, che se non si frena e non si inverte questa involuzione il programma di riforme dal quale la sinistra non può prescindere non si può neppure impostare. Si tratta, dice Ruffolo, di capire seriamente «come» affrontare la emergenza e non di affastellare alla rinfusa grandi disegni riformatori e misure congiunturali secondo una prassi che fa della politica economica «la parte più sommersa della nostra economia». Sembra niente, eppure è tutto. È la consapevolezza che, se non fosse possibile ricostruire questo sistema. una politica riformistica sarebbe tanto inutile quanto inseguire sogni di palingenesi. Coerentemente la tesi di Ruffolo è che un «programma d'emergenza» debba limitarsi a poche azioni essenziali volte a spezzare il circolo vizioso tra «degradazione dell'apparato produttivo, estensione della disoccupazione e maloccupazione, inflazione da costi e da spesa pubblica impro· duttiva», che sta conducendo il sistema alla deriva. Per realizzarlo Ruffolo propone da un lato l'eliminazione sia dei vincoli e delle rigidità delle grandi imprese, l:. cioè alti costi e scarsa mobilità del lavoro che rendono inadeguato lo sviluppo della produttività, sia dell'assistenzialismo parassi· tario; dall'altro un'azione diretta dello Stato volta a garantire con• dizioni di piena occupazione. Sa• rebbero questi i termini di un «ragionevole compromesso• tra lo Stato, il capitalismo efficiente e la classe operaia, che consenti· rebbe a quest'ultima di assumersi la gestione dell'intera offerta di lavoro, ricavando dalla lotta con• tro sprechi e parassitismi i mezzi per sanare le insufficienze del si• sterna. L'organismo ad hoc infine che dovrebbe dirottare in altri settori sia i lavoratori colpiti da processi di ristrutturazione sia gradualmente tutti i cittadini inoc• cupati, è l'agenzia del lavoro, così com'era prefigurata nella bozza del progetto socialista di Torino. E qui i buoni propositi vanno a farsi benedire. Parte organica di quel progetto, l'agenzia del lavoro era inserita in una strategia delle finalità dello sviluppo alternativa al modello di «crescita» giudicato inopportuno, che si fonda sulla espansione del mercato capitalistico e teso ad omogeneizzare la struttura industriale italiana a quella dei Paesi più avanzati. È quindi sorprendente che venga riproposta come mezzo per riequi• librare la domanda e l'offerta di lavoro e per arrestare il processo di subalternità internazionale del• la struttura produttiva italiana. E in più deduceva da questa filosofia negativa la diagnosi della impossi· bilità tecnica di riavviare il processo di accumulazione in Italia, in sostanza addossando alle dilli• coltà «storiche» dei modelli di sviluppo più avanzati le nostre difficoltà. Tema suggestivo e mobilitante (ma niente di più), come si con• viene all'idealità etico-politica di un partito che è portatore delle ragioni dei governati, trasferito in programma di governo si carica di ancor più manifeste contraddizioni. In primo luogo, perché la piena occupazione possa essere considerata propellente dell'accumulazione e non viceversa, secondo il «rovesciamento metodologico» dell'impostazione neoliberista di cui parla Ruffolo, richiederebbe una amministrazione e una co.:-l plessa opera di intervento e anzi pianificazione capace di ridefinire l'intero assetto economico e dun• que ben diversa da un'«azione straordinaria e limitata nel tem• po». Numero due: sebbene il costo dell'intera operazione «ali' istante» sia largamente coperto dalla soppressione di sussidi, sprechi pubblici ecc., e dal fatto che l'industria sarebbe sollevata dall'onere di sostenere intera• mente l'occupazione, per occupa• re produttivamente (pur in senso lato) in settori di presunta pubblica utilità (che tra l'altro devono essere del tutto riorganizzati o addirit• tura creati) tutti i lavoratori non occupati, occorre comunque che l'industria tiri, altrimenti il peso degli investimenti sarebbe semplicemente spostato sul bilancio pubblico e l'agenzia del lavoro ammi• nistrerebbe una disoccupazione la· tenie e solo differita. Mentre il progetto, ispirandosi ai problemi di occupazione delle società post• industriali, presupponeva una condizioni~ equilibrio, in cui si tratta di meglio utilizzare la ric• chezza prodotta. l'esigenza italia• na è di sbloccare l'accumulazione e sviluppare nuova ricchezza per creare nuovi posti di lavoro. Inti• ne il dirigismo che dovrebbe ovviare alla «nostra obsoleta menta• lità di mercato» - com'è definito nella filosocia antindustriale di Polanyi -, è contraddittoriamen• te posto come la condizione della soluzione dei vincoli della produ• zione capitalistica. Senza dire dell'irrealismo elusivo di quest'atteggiamento. È fa. cile immaginare infatti che ridare efficienza al mercato e liberare l'industria dal cumulo disordinato di vincoli e rigidità per riordinare e razionalizzare il sistema (il che non significa professare il vangelo settecentesco del marchese d' Ar• genson) faccia a pugni in via imme• diata con la prospettiva socialista, che implica almeno in parte un condizionamento sociale dello sviluppo economico ecc. ecc. Ed è dallo sforzo di tenere insieme esigenze così contrastanti che de• rivano le nebulosità di questi argomenti. Pialuisa Bianc;J Registrazione presso il Tribunale di Roma n. ITI37 del 6 luglio 1979. Prezzo: lire SOO.Arretrato: il doppio. Abbonamenti: annuo lire 20.000. semestrale lire 11.000. estero annuo lire 30.000. Versamenti sul conto corrente postale n. 58761008 inlcstato a ..11Leviatano• - via dell'Arco di Panna Il - 00186 Roma. Stampa SO.GE.MA. srl. via di Santa Seconda 28 - 00166 Roma • Tcl. 6960745 - Sped. abb. post. gr. in~. Collaborazione fotografica di Beppe Forti • Progcuo grafico di •FLONDO• - Edizioni coop. a r.1. •Il Leviatano• - Presidente pror. Ro5ario Romeo - Anno Il. n. 13 16 8 APRILE 1980
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