UB/LAB I L'erba del vicino ha lo stesso colore L MOMENTO PER L'USCITA del libro di Enzo Bettiza ed Ugo lntini Lib/Lab (a cura di Massimo Pini, Sugarco edizioni), non poteva essere migliore: dopo mesi di discussioni, ripensamenti, polemiche, dopo la ripubhlicazione di Socialismo liberale,'. riprende attualità il tema del rapporto fra socialisti e liberali. Per offrire, senza inventare, un sostegno storico ali' esigenza del1' incontro fra queste due forze, Bettiza ed lntini risalgono al sorgere della coscienza dell'uomo moderno nei tre momenti in cui essa si è realizzata: quello religioso, quello civile, quello sociale. In tutti e tre, possono essere ritrovati temi ed esigenze che poi confluiranno nell'ispirazione del liberalismo e del socialismo, sostanzialmente riconducibili alla «rivalutazione dell'individuo contro lo Stato•. Una comunanza di interessi che. secondo Bettiza, sarà lacerata proprio da Marx che porta «al massimo della perfezione qualcosa che né per i socialisti, né per i liberali era così importante ed incombente: l'ideologia•. E qui sta il punto. Carlo Rosselli, nello scrivere il suo Socialismo liberale e nell'elaborare la sua teoria, prende le mosse proprio dall'aspetto deterministico e storicistico del pensiero marxiano e della pratica politica marxista; già a Rosselli parve che entrambi si fossero andati caratterizzando sempre più per una visione palingenetica e millenaristica che chie- , de «lagrime e sangue» nell'aldiquà l::r realizzare un paradiso, sulla CULTURA I cui esistenza non è lecito dubitare, nell'aldilà. La visione che fa parlare a Settembrini del mantismo come secolarizzazione del cristianesimo. A questo tipo di cultura sono completamente estranei sia i liberali che i· socialisti. Il loro agire politico non è determinato dal dogma o dalla sicurezza di possedere una certezza: i primi pongono l'enfasi sulla necessità di salvaguardare la dignità e la libertà dell'individuo dal prevalere di interessi di altri individui, o di gruppi, o dello Stato; i secondi sull'esigenza deU'eguaglianza. Ma entrambi possono concordare, e quasi dovunque concordano, su una certa interpretazione laica della battaglia politica non accecata dal dogma o dall'ideologia. Il che non è da poco, in una tradizione politica come quella italiana. Non è un caso se, nelle discussioni degli scorsi mesi, sia stata sottolineata puntualmente la necessità di tenere bene presente le differenze che fra socialismo e liberalismo permangono; Zanone ha detto: «il rapporto tra liberali e socialisti ha un senso ed un 'utilità solo se non si smarrisce né si attenua l'autonomia e anche la diversità delle due posizioni. In nome del liberalsocialismo si può fare una politica, non un partito•. E Farneti: «Si tratta di un'alleanza politica ... L'ideologia divide, il pragmatismo unifica, l'ideologia non è base di accordo e di compromesso ma di adesione totale o di battaglia». A questo punto una volta che vengano ricordate le esigenze di fondo comuni e la fiducia comune in valori come il merito, la conflittualità, la concorrenza in strumenti come il mercato, quali possono essere le basi di un incontro fra socialisti e liberali? Probabilmente, semplicemente quelle di difendere i valori di una cultura politica, quella occidentale, che si è fatta sul pensiero, sull'esperienza e sulle battaglie appunto liberali e socialiste; valori, tradizioni e battaglie ai quali viceversa rimangono estranei ad esempio, ma non è poco, comunisti e democristiani. La conseguenza, è stata quella di imporre all'Italia uno stile di governo i cui frutti sono sotto gli occhi di tutti; frutti che si chiamano corporativizzazione della società, paralisi della decisionalità, inefficienza ormai fisiologica della macchina pubblica, straripamento ingiustificato dell'intervento statale con conseguente aumento della spesa pubh" ' "t•Jtto in nome di un so· ' -.afiolico condito con conm.,...L1onifrioterzomondiste, dalle quali solo negli ultimissimi mesi abbiamo cominciato ad allontanarci. Questo stile ha un marchio ben preciso: DC; ed un padrino non meno dichiarato: PCI. Proprio il libro di Bettiza ed Intini dimostra che su questo aspetto non della «governabilità•, ma del «governo» del nostro paese, socialisti e liberali possono trovar sufficienti punti di intesa. Tutto il resto sono chiacchiere. Intini coglie molto bene il carattere dirompente di un accordo sulle cose fra liberali e socialisti: l'esperienza dell'incarico di luglio a Craxi, con l'appoggio schietto ed onesto dato dal PLI «mette in crisi la centralità della DC, non dando più a questa una copertura a destra•. Autonomo il PLI dalle tentazioni di farsi irretire dalla sirena democristiana, autonomo il PSI dall'ossessione del «nessun nemico a sinistra• potrebbe aprirsi una nuova fase nella politica del nostro Paese, che avrebbe il gran vantaggio di lasciare, una volta tanto, al PCI e, soprattutto, alla DC la responsabilità di prendere loro delle decisioni senza poter continuare nella consueta tattica di far logorare reciprocamente i possibili alleati armandoli l'uno contro l'altro. Altrimenti, la via piilsicura rimane quella dell'uccidere definitivamente i laici. facendo apparire come necessario - per l'incapacità non certo della DC ma dei laici stessi - l'incontro tra DC e PCI. Una svolta che magari avrebbero il coraggio di chiamare •preambolo•. Salva/on Corrvbba J Registrazione presso il Tribunak di Roma n. 1n37 dd 6 luglio 1979. Preuo: lire 500. Artttra.10: il doppio. A~nll: annuo lire 20.(0). semeMr.t.lc lire 11.000. estero annuo lire 30.000. Versamenti sul conio OOrTtntepostale n. $8761008 intestato• •Il Lcviacano• - via dell'Arto di Parma Il - 00186 Roma. Stampa SO.GE.MA. srl. via di Santa Seconda 2ij • 00166 Rom.l · Tcl. 69607◄5 · Spcd. abb. posi. ar. 217ffif, · CoUabor.uionc rotograr.ca di Beppe forti - Progc:no grafico di .fLQNDO•. Ediziooi coop. • r.l. -Il Leviatano-· Prcstdcnte prof. Ros.llrio Romeo· Anno li, n. 12 16 i APRILE /980
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