Il Leviatano - anno II - n. 11 - 25 marzo 1980

......... r.- ..... ■ - ■ ..... ._.r.- ..... ■ • .,. • lliiiiii ■'.,.. - • .,. • lliiì ■'.,.. - Le sorprese, d'altro canto, non finiscono qui. «Pace e guerra• di tutto può essere accusato, ma non di atteggiamento acritico o apologetico verso il «socialismo reale»; del resto, alcuni dei suoi scrittori hanno sperimentato in prima persona in passato il flagello dello stalinismo e la tragedia del legame di ferro con l'URSS. Senonché a un certo punto, in un commento al recente congresso democristiano, esprimendo disappunto per la sua conclusione ma soddisfazione per la forza del cartello delle sinistre, l'articolista scrive: «Se, ad esempio, nel 1948 una minoranza del quaranta per cento si fosse opposta alla linea della crociata anticomunista, tutta la vicenda italiana avrebbe forse preso strade diverse». Già. E se il Partito comunista non fosse stato allora un partito infeudato a Stalin e allo stalinismo, se nel 1956non avesse inneggiato all'Armata Rossa che stroncava nel sangue la rivoluzione ungherese, quali strade avrebbe seguito la vicenda italiana? I direttori di «Pace e guerra• vorranno ammettere che, dopotutto, la domanda ha una sua legittimità. Si potrebbe continuare, ma non sarebbe molto utile. In realtà «Pace e guerra» (forse in omaggio al proprio titolo) contiene tutto e il contrario di tutto. Sotto questo profilo è certo un bell'esempio di atteggiamento problematico, non dogmatico, aperto, pluralistico, ecc. Senonché, quello che lo compromette e lo guasta è il ghigno estremistico che lo percorre ~a IL LEVIATANO LUCIO MAGRI cima a fondo, una sorta di fervore scomposto tipico di chi sta per accendere la miccia e dar fuoco alle polveri. Si veda a questo proposito, in penultima pagina, l'articolo di tal Giovanni Cominelli sul '68. È una lettura istruttiva. Il '68 viene celebrato con toni ditirambici, perché pose all'ordine del giorno la questione del potere, perché si presentò non più come movimento sociale di supporto, ma come soggetto politico organizzabile solo in una prospettiva di rotture radicali, e ciò senza passare attraverso la mediazione diretta· del partito, anzi rifiutandola e mettendola in crisi. Trascinato dal ·J?athos, l'articolista ammette: •E qui che vanno cercate anche le radici del marxismo armato. Se è vero che come progetto politico (sic) esso nasce dopo, come risposta alla grande rottura, la sua cultura politica, le sue categorie vanno ricercate nel grande disordine, nello stato di crisi che il pensiero del movimento operaio attraversa già nel '68». Si tratta di un'ammissione grave (e giusta), che dovrebbe indurre a moderare l'entusiasmo sessantottesco. Ma l'autore non arretra per così poco: «Solo i pusilli - egli dice - se ne potrebbero scandalizzare». Già-cari Napoleoni, Rodotàe Castellina-perché scandalizzarsene? Giuseppe Betkschi ......... r.- ..... ■ ii.,. ii lliiì■'.,.ii PROPOSTE La mimosa di Stato L ,INTERO DIRETTIVO DEL gruppo parlamentare socialista ha presentato giorni fa alla camera un pacchetto di proposte di legge in materia di diritti civili che riguardano la condizione della donna nell'attuale legislazione. In sostanza, pili che di leggi exnovo si tratta per i socialisti di modificare alcuni passaggi di diverse leggi attualmente in vigore, come quella sul divorzio, il nuovo diritto di famiglia, l'aborto. Lo scopo che si propongono i parlamentari socialisti è quello di tutelare meglio la donna quand'essa si viene a trovare in situazioni diffi9

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