r-:.on sarebbe se fosse legata a un dato economico, che in questo caso sarebbe materiale, e per questo via si tornerebbe al deplorato materialismo storico». Questa vicenda ci è tornata alla memoria seguendo la polemica fra Luciano Pellicani e Domenico Settembrini a proposito del rapporto fra «mercato» e «libertà», teorizzato da tempo da Pellicani, e che ha trovato forma sistematica nel suo recente volume li mercato e i socialismi, edito dalla Sugarco. Qui, scrivendo, ad esempio, che «il capitalismo ha creato le premesse oggettive e soggettive che hanno reso possibile la vittoria della cultura illuministica», creando a un tempo «le condizioni materiali e morali dell'insorgenza gnostico-rivoluzionaria e della rivitalizzazione dello spirito chiliastico», il giovane politologo socialista non farebbe - secondo quanto ha scritto Settembrini sul «Giornale Nuovo» del I O febbraio scorso - che proporre tesi «perfettamente conformi all'ortodossia marxista». visto che sottolinea, proprio alla maniera di Marx, «il rapporto di interdipendenza tra il modo di produzione, la cosiddetta struttura a base economica e le forme dell'ordinamento civile e politico, la cosiddetta sovrastruttura, comprendente anche le manifestazioni del pensiero, o forme della coscienza». Che la tesi di Pellicani presti ampiamente il fianco a critiche di questo genere non saremo certo noi a negarlo. Tuttavia, a suo favore, diremmo che tutt'altro che marxista ci sembra la sua teoria sull'origine del mercato (e del successivo capitalismo), dal momento che la individua nella «struttura policentrica del sistema feudale», cioè nella mancanza di un potere politico onnicomprensivo (di tipo asiatico), mancanza che ha consentito, già in età feudale, il crearsi di «contropoteri» fra cui «la gestione privata delle risorse materiali», permettendo quindi «alla società civile di acquistare una relativa autonomia rispetto allo Stato e alla Chiesa». L La «distinzione fra società civile e Stato», che costituisce uno «dei pilastri della democrazia li- .be raie•, non trova quindi la sua radice in un evento «economico», ma in uno «politico», sarebbe stata la carenza di potere politico, il suo essere fortemente frazionato a creare, nel mondo occidentale, le condizioni per il libero sviluppo del mercato, fenomeno che «scindendo l'economico dal politico, ha reso possibile quella divisione materiale del potere su cui poi è stata istituita la divisione formale». Le grandi ipotesi sulla genesi dei fenomeni storici più rilevanti rischiano talora di assumere quelle caratteristiche di «inconfutabilità» che Popper attribuisce alle proposizioni filosofiche (dove, come è noto, «inconfutabilità» non vuole dire «verità»). Ma il problema che la tesi di Pellicani pone non è soltanto quello della discendenza della sua metodolo gia da quella di Marx, quanto invece di chiedersi perché mai, dopo l'encomio solenne del mercato, il quale avrebbe «potenziato al massimo le capacità ideative e produttive della società europea» essendosi rivelato «uno dei grandi regolatori della civiltà occidentale»; dopo avere espresso la convinzione secondo cui «la democrazia liberale è un prodotto del mercato, sicché sopprimere questo equivarrebbe a sopprimere quella»; egli rifiuti poi il mercato autoregolato e lo voglia invece «socializzato attraverso la programmazione policentrica e l'autogestione», senza avvedersi che queste potrebbero anche rappresentare il primo gradino verso quel «collettivismo burocratico», che egli, con encomiabile sforzo, cerca continuamente di esorcizzare (Luigi Einaudi, che se ne intendeva,già nel 1948 affermava che «la pianificazione o è collettiva o non esiste; essa non può essere parziale, e per agire deve essere totale). Certo, Pellicani ha ragione quando scrive che il mercato «è un grande generatore di libertà e di razionalità ma, contemporaneamente produce anomia e alienazione, sfruttamento e ingiustizia»; ma è proprio sicuro che la strada giusta per correggerlo_ 7' che vada corretto non abbiamo dubbi - sia quella eh, sfiora il collettivismo e la pianificazione centralizzata? Non siamo degli economisti, e quindi non siamo in grado di dare una risposta sicura. Quello su cui invece siamo più sicuri è un tema di altro genere. Pure riconoscendo grandi meriti alla socialdemocrazia europea, Pellicani nota che ad essa manca qualche cosa «per entusiasmare gli animi: l'affiato religioso, la coltivazione della speranza messianica, la tensione verso il totalmente altro, tutti elementi presenti massicciamente nel comunismo rivoluzionario», il quale, «nonostante i suoi raccapriccianti orrori e i suoi allucinanti paradossi», tuttavia «spddisfa l'inestinguibile bisogno d_iassoluto». A parte il fatto ché la cultura occidentale, almeno dall'illuminismo in avanti, ha assunto come suo compito proprio la demitizzazione, lo sforzo di far sapere prevalere il razionale sull'emozionale, la soluzione parziale su quella globale, lasciando alla religione il compito di risolvere a livello di coscienza individuale i problemi del «gran peutetre». è proprio sicuro Luciano Pellicani che la «pianificazione policentrica» e I' «autogestione» possano ridare all'Occidente socialdemocratico e liberale quell'anima he il suo eudaimonismo gli ha fatto certamente perdere? Girolamo Cotroneo Caro direttore, nel mio articolo «La sm1stra sinistrata» apparso sul numero IO, uno spiacevole errore tipografico trasforma una mia considerazione problematica in un'affermazione perentoria che per altro contrasta col senso del discorso. Avevo scritto: «Il PSI che è invece voluto apparire la chiave di volta del rinnovamento dell'intera sinistra ecc. ecc.». Le parole «voluto apparire» sono inveçe saltate nel testo pubblicato. E evidente la differenza. Pialuisa Bianc;J Registrazione presso il Tribuna&edi Roma n. 17737 del 6 luglio 1979. Prezzo: lire 500. Arrctra_to:il doppio. A~narMnli: ~nnoo_lire 20.~. scmeslrale lire 11.000. estero annuo lire 30.000. Versamenti sul conio co1Ten1e postale n. 58761008 intestato a •Il Leviatano• - via dtll Arco d1 1:'rma I) - 00186 Roma. Stampa SO.GE.MA. srt. via di Santa Seconda 28 · 00166 Roma · Tcl. ~45 • S~- abb. pOst. gr. 2_/70-% Collabora2.t<>nc fotografica di Beppe forli. Progetto grafico di ...fLONOO,. - Ediz.tOnicoop. a r.l. •Il Leviatano• - Presidente prof. Rosano Romeo - Anno li. n. 11 16 25 MARZO 1980 •
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