Il Leviatano - anno II - n. 10 - 18 marzo 1980

LETTERE I Non è più una bestemmia Caro Savelli, chi le scrive ha vissuto gli anni settanta dal 'altra pane della barricata (si fa per dire). Dopo un decennio di miliva nel PSI, cui avevo aderito con l'intento preciso di liberare quel partito da ogni residua suggestione massimalistica e filo-sovietica e di affrancarlo defi11itivamente dal/' abbraccio mortale del PCI, con l'illusione cioè di fame un partito occidentale, prota11onista di una democrava competitiva in grado di rappresentare un'alternativa di buon governo allo strapotere democristiano, mi sono trovato a treni' anni ad init.iare la mia vira di docente universitario proprio nel/'annofatale /968. In non pochi ci rendemmo immediatamente conto della portata e del significato di q11at110stava accadendo sotto i nostri occlri e la diagnosi fu altreuanto chiara quanto spietata e senza speranza. Non ci volle molto a capire che la culwra del sessantotto non era vera cultura ma /'epifenomeno di ,ma arretrateUJJ imellettuale ed accademica che Ira il suo equivalente nei pitì disastrati paesi del Terza Mondo. Ma veniamo all'oggi, agli anni ottanta. Alla luce di quanto sta accadendo nel mondo le nostre miserie itoliclte assumono colori altrettanto sinistri: quanto è avvenuto dal sessa11totto in poi non è altro che la versione nostrana del tentativo di egemo11ia planetaria e/re /'imperialismo dei Soviet, dopo l'avventurosa parentesi krusceviana, persegue con tenacia inesorabile e con gli .strumenti ereditati dal Comintern e da Stalin. L'URSS Ira invaso l'Afglranistan per prevenire la minaccia di una ,wova egemonia, quella islamica. L'URSS ha ill/ranto la solidarietà comunis,a con i cinesi e ne ha militarmente accerchiato il pae· se per prevenire la minaccia di una altra egemonia. E la stessa dottrillll staliniana dell'accerchiamento, ri• presa· ili forma riveduta e corretta anche dai comunisti nostrani in questi giorni, demonizzando nemici che non esistono neppure allo stato potenziale, no11 serve forse a giustificare le mire egemonie/re della patria del socialismo? Orbene, nella luce sinistra di un imperialismo le cui dimensioni si va11no progressivamente e sistemati• camente allargando, anclre le vicende italiche del decennio trascorso assumo110un ruolo ben preciso e le recenti richieste del PCI di dissociare militarme/Ile e politicamente l'Europa dagli USA altro 11011sono e/re il preludio della sua fin/a11diUJJ1.ÌOne. Caro Savelli. cadute le utopie del sessantotto. esauritasi in una pura 2 espressione verbale l'illusione del- /' eurocomunismo, non ci resta che la difesa di quei valori essenvali in cui l'Occidente si è già riconosciuto nella lotta monale contro la barbarie notista. Infondo l'equavone comunismonazismo che suscitava in noi tanta repulsione e rivolta ai tempi della giovineUJJ e che oggi ci viene riproposta dai dissidenti sovietici, non era affatto una bestemmia. Carlo Angelino, Genova Rivalutare i principi Egregio direttore, la sollecitazione che Aldo Garosci ha fatto nel suo articolo «Non basta Bad Godesberg• (Leviatano n. 7) dovrebbe essere raccolta e meditata a dovere non solo nel/' ambito delle due nostrane parocchie socialiste, ma in tutto il sei/ore progressista, diviso, sì, in molteplici partiti, unito per altro, più di quanto non si pensi, dal comune stato di crisi perenne. In Italia questo settore progressista è da oltre meuo secolo che le busca: il fascismo l'aveva sopraffatto con la violenza. i moderati, oggi, lo sopravanzano co11 il voto e lo bloccano fino alla paralisi. l'aver trascurato un' opport1111ariflessione critica sui difetti e sulle carenu dei partiti progressisti e sui loro errori nel pre•fascismo, ci ha dato un post-fascismo afflitto ancora, esse11zialmente, dai vecchi mali. L'impegno di svolgere ,ma disami110critica. però. dovrebbe essere siste·. malico e non limitarsi a sporadici e occasionali interventi come se la sua riuscita dipendesse dall'aueccare alcune mosse giuste. Insomma, secon· do me, non si tratta più di dare contributi e suggerimenti per far an· dare meglio l'attività di questo o di quel partito. Fatti esperti dalla monotona esperienza d'ogni giorno, biso-- gna dare I' assofllta priorità al/' esigenza di rivalutare principi e conce· z,ioni indispensabili alla democrazia, I partiti progressisti sono ormai prigionieri di un sistema al quale non ci si può opporre standoci dentro perché essi stessi si son fatti parte integrante di un equilibrio di reciprochf_Earalisi. E da jìwri, è dal 'opposizione e/re si può trovare la libertà e la coerenza per predisporre nei confronti de/fopprimente immobilità gli avvicenda· menti indispensabili alla vita democratica. Vindice Cavaliera. Roma Un no al bipartismo Caro Savelli, per la prima volta ( e seguo • Il Leviatano» sin dal suo mmrero I) mi trovo in netto disaccordo con un arti• colo che compare sulla tua rivista. Si tratta di «Nessuna cambiale in bianco•, a firma «p.b.• pubblicato sul numero 7. In esso l'articolista sembra voler fare cadere la colpa esclusiva dell'ingovernabilità attuale del Paese nella adovone del sistema elettorale proporvonale che, nella situazione attuale, $Orebbe ormai unfeticciò privo di qualsiasi «ratio». Mi permetto invece d'obbiettare che, e può sembrare lapalissiano, se l'ingovernabilità dipende da una divi- $ione dei seggi parlamentari tale da non permettere la costituvone di maggioranze di coalivone stabili, ciò può evidentemente avr.,enirenon solo col sistema proporoonale, ma anche con quello maggioritario, come dimostra. ad esempio. la recente esperien· za dei traballanti governi laburisti- /ibera/i che hanno preceduto le ultime elevoni in Gran Bretagna e e/re sono rimasti appesi per mesi all'esile filo di un solo voto di maggioranza. La verità è invece in quanto lo stesso articolista poco prima accen• na: l'atteggiamento scorreuissimo di quei poniti e/re clriedono voti senza pronunciarsi chiaramente sulle coali• zioni di Roverno che essi favoriranno o osteggeranno o che inuocano con• sensi affermando, per poi smentirsi vergognosamente quale/re mese dopo, e/re si renderanno garanti della governabilità del Paese. Qua11do tutti i partiti, si abitueran· 110 a clriedere voti sulla clriareUJJ della loro proposta politicà e non sulle meue frasi o sulle ipotesi bizantine, allora sarà dimostrato a wtti che con la governabilità del Paese, l'adozione del sistema proporzionale non c'entra niente. U1111/timoappunto. I sistemi maggioritari si sono rive· lati certamente pi,ì giustificati in quei paesi dove il fenomeno del bipartitismo ha contrapposto un partito mo• dera/o ad uno democratico progressi• sta. Immaginiamoci la bella prospettiva delle forze de/f area laica e socialista (alla quale anche • Il Leviatano• si rie/riama): dover confluire, quelle liberali e risorgimentali in wr fronte moderato egemoniw,ro dal «polipo» integralista democristiano: quelle socialiste e socialdemocratiche in un frollle progressista egemonizi.ato da un PCI che di certo non si richiama ai valori della civiltà occidentale. E questo non possiamo proprio volerlo. Giuseppe La Scala, Milano U nuovo indirizzo del Leviatano è in via Cicerone 44 00193 Roma telefono 38.41.55 18 MARZO /98(}

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